Le multinazionali USA verso la svolta etica: “rispettare lavoratori e ambiente”

Una maggiore sensibilità verso la tutela dell’ambiente, è questo in sostanza il nuovo obiettivo che le aziende americane dovranno prefissarsi nel prossimo futuro. Non va più bene seguire la linea del profitto prima di tutto, ora si deve imboccare una nuova strada che conduca a più rispetto per l’ambiente ma anche per i propri dipendenti.

E’ in sostanza quanto emerge dalla Business Roundtable, una riunione tra i CEO delle più importanti realtà a stelle e strisce. Tra i presenti alla riunione, a firmare il documento dalla svolta etica 181 CEO, tra cui quelli di JP Morgan, Amazon, Black Rock e General Motors.

Nella nuova linea da seguire, gli azionisti dovranno essere considerati alla pari dei lavoratori, dei clienti, dei fornitori, ma soprattutto delle comunità in cui si opera, che vanno tutelate anche dal punto di vista ambientale. Le aziende americane, da ora in avanti, non potranno esimersi dal proteggere l’ambiente e trattare i dipendenti con la dignità ed il rispetto dovuti.

Il Business Roundtable volta pagina quindi, e accantona il capitalismo sponsorizzato da Milton Friedman che è rimasto alla guida di Corporate America per decenni. Ora, si legge nel documento, per creare valore nel lungo periodo le aziende non possono più accontentarsi di portare dividendi ai propri azionisti, non importa a quale costo.

Non si può e non si deve ovviamente privare l’aziende dell’inevitabile e necessaria attenzione per il profitto, ma non può essere l’unica linea guida. L’impatto ambientale deve essere tra le priorità insieme all’attenzione nei confronti delle comunità locali, al rispetto dei consumatori, a rapporti coi fornitori all’insegna della correttezza, e migliori condizioni per i dipendenti.

Nel documento riportato dal Financial Times si legge: “le società devono proteggere l’ambiente e trattare i dipendenti con ‘dignità e rispetto'”. Una svolta etica che per certi versi può essere anche considerata, almeno in parte, una risposta alle accuse mosse dai movimenti populisti, che ritengono i governi colpevoli di aver lasciato mano libera alle multinazionali a discapito dell’ambiente e dei lavoratori.

Il documento, sempre secondo il Financial Times, potrebbe anche essere al contempo una mossa politica con la quale si intende lanciare un messaggio ai candidati più radicali del Partito Democratico, come Elizabeth Warren e Bernie Sanders, in una sorta di allineamento sulla scia di una campagna contro le multinazionali che agiscono seguendo il profitto ad ogni costo.

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