Emilia Romagna, misure anti-inquinamento per migliorare la qualità dell’aria

Negli ultimi giorni l’Emilia Romagna ha cambiato passo ed ha adottato delle nuove misure anti-smog, rafforzate. Dando una rapida occhiata ai dati registrati pare proprio che queste fossero decisamente necessarie. Infatti durante il lockdown indetto durante la primavera del 2020, causa anche delle condizioni sfavorevoli che hanno impedito la dispersione degli inquinanti, è stato registrato un numero di sforamenti delle soglie superiore agli obiettivi previsti dalle norme vigenti in pratica in tutto il territorio.

La Regione si è detta pronta ad avviare progetti strutturali, già presentati al Governo nell’ambito del piano di ricostruzione nazionale, attraverso i fondi europei del Next Generation Eu. Delle proposte simili, inoltre, sono state presentate anche da altre Regioni, come Piemonte, Veneto e Lombardia, arrivando quindi ad un totale di 2 miliardi di euro nella sola area del Bacino padano.

Così l’Emilia Romagna ha preparato un piano di interventi triennale ed ha già stanziato 21 milioni di euro quest’anno. Fondi che, tra l’altro, sono destinati ad aumentare nel 2022 e 2023. Tutto ciò è stato fatto anche per cercare di rimediare dopo la pesante condanna all’Italia da parte della Corte di Giustizia Europea proprio circa la qualità dell’aria del nostro Paese, e in particolare del Bacino padano.

Il piano stilato dalla Regione si basa su tre obiettivi principali, cioè:

  • mobilità;
  • riscaldamento;
  • agricoltura.

Le prime azioni anti-smog, per cercare di ridurre l’inquinamento dell’aria, saranno adottate già nel corso della settimana attraverso un provvedimento della Giunta regionale, che resterà in vigore fino alla fine dell’anno corrente.

A seguire, entro l’inizio di febbraio, sarà predisposto un piano straordinario triennale per definire nuove strategie e misure da adottare, accompagnate anche dall’assegnazione di nuove risorse per cittadini, Comuni e imprese.

Per il momento resterà in vigore la limitazione della circolazione dei veicoli più inquinanti (si stima fino al 31 dicembre 2021), mentre è stato del tutto sospeso il blocco dei veicoli Euro4, che sarebbe dovuto partire proprio ieri, 11 gennaio.

E’ quanto disposto l’ordinanza firmata dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, dopo il rinvio concordato con le altre Regioni a causa dell’emergenza Covid e recentemente approvato anche dal ministro all’Ambiente, Sergio Costa.

Secondo le Regioni e il Ministero, infatti, tale blocco non può essere applicato in questo periodo, con un’emergenza pandemica in corso, a causa delle limitazioni di capienza imposte al trasporto pubblico locale. Proprio per questo motivo, infatti, si è pensato di rinviare il blocco dei veicoli Euro4, mentre sono state adottate altre misure compensative al fine di non fare passi indietro nella lotta all’inquinamento e per la qualità dell’aria.

Irene Priolo, assessore regionale all’Ambiente, nei giorni scorsi ha riferito alla stampa quali sono le nuove misure adottate in tal senso dalla Giunta regionale e quali sono le linee guida del piano triennale ideato e che sarà varato a febbraio.

Le nuove misure: mobilità, riscaldamento e agricoltura

Innanzituto la prima novità riguarda la proroga delle misure strutturali ed emergenziali per la qualità dell’aria che erano state previste dal 1 ottobre al 31 marzo, mentre ora saranno prolungate di un altro mese, con scadenza fissata per il 30 aprile, a causa del prolungamento della stagione termica.

A partire da ieri, 11 gennaio, sono poi  entrate a far parte delle misure di blocco strutturali anche i veicoli Euro2 Benzina e Gpl e CH4 Euro1. Sono invece rimaste sospese le limitazioni per i veicoli Euro4 diesel. La nuova strategia poi prevede anche un raddoppio delle domeniche ecologiche, arrivando così fino a quattro al mese, a partire dal 24 gennaio, nei Comuni aderenti al Pair2020. In queste date però scatterà anche il blocco dei veicoli diesel Euro4, ma sono escluse le domeniche di Pasqua e del 26 dicembre.

La Regione poi, per favorire le politiche di mobilità dei cittadini, stanzierà 250mila euro destinati ai Comuni capoluogo che aderiranno all’adozione del biglietto unico per il trasporto pubblico locale (durante le domeniche ecologiche) fino ad aprile.

Sono inoltre previsti altri fondi per la mobilità sostenibile, in particolare con misure a sostegno di:

  • percorsi casa lavoro (bike to work, bike sharing, car sharing);
  • piste ciclabili (ricuciture urbane, piste emergenziali, collegamenti interni ed esterni per poli lavorativi);
  • strade scolastiche;
  • percorsi sicuri casa-scuola;
  • acquisto di bici e sostituzione dei mezzi più inquinanti della pubblica amministrazione.

Per essere totalmente certi che le nuove norme siano rispettate verranno inoltre sono stati rafforzati i controlli, che saranno:

  • 1.500 all’anno per il Comune di Bologna e in più verrà comunicato alla Regione quali sono le categorie controllate;
  • 1.200 all’anno per i Comuni che presentano più di 100mila abitanti;
  • 900 all’anno per i Comuni che presentano una popolazione compresa tra i 50mila e i 100mila abitanti;
  • 300 all’anno per i Comuni più piccoli, con meno di 50mila abitanti.

A cambiare è anche il meccanismo che attiva le misure emergenziali. Questo infatti, con le nuove modifiche, è basato sulla previsione del superamento dei valori giornalieri di PM10 per 3 giorni a decorrere da quelli di controllo, i quali sono stati aumentati da due a tre (lunedì, mercoledì e venerdì), fino al giorno di controllo successivo.

Per quanto riguarda il capitolo del riscaldamento e per ridurre l’inquinamento legato agli impianti di riscaldamento, la Regione predisporrà un bando per incentivare la sostituzione di stufe, che risutano essere tra i maggiori agenti inquinanti, definendola una misura integrativa rispetto al bonus 110.

L’agricoltura rappresenta il terzo, importante capitolo della manovra messa a punto dalla Regione. Una prima norma prevede che, in caso di attivazione delle misure emergenziali, sia vietato, a partire dall’11 gennaio lo spandimento dei liquami zootecnici. Si tratta di una misura che sarà estesa su tutto il territorio regionale con attivazione su base provinciale.

Una piccola clausola specifica che sono escluse le tecniche di spandimento con interramento immediato dei liquami e quindi con iniezione diretta al suolo. Sarà anche vietato bruciare residui vegetali nel periodo compreso tra il 1 ottobre e il 30 aprile, fatta eccezione per i trattamenti fitosanitari.

Ad ogni modo la Regione fa sapere che verranno potenziati i controlli anche in questo ambito, al fine di verificare l’effettivo rispetto dei divieti.

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