Con la prossima legge di Bilancio introdotti incentivi fiscali a favore del riciclo: anche la Tari potrebbe cambiare

La Tari, la tassa sui rifiuti, potebbe cambiare, all’insegna della sostenibilità. La volontà di riformare il sistema di tassazione ambientale parte in raltà dalla necessità di una maggiore tracciabilità, dopo il flop segnato dal vecchio sistema Sistri.

Come si legge nella nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef), in vista della prossima legge di bilancio, al centro del nuovo meccanismo ci saranno diversi incentivi fiscali a favore del riciclo.

Una tassa sempre più green

Il Governo, infatti, è al lavoro per ideare un nuovo meccanismo che preveda lo stanziamento di nuovi incentivi fiscali per chi ricicla e che sostenga l’uso delle materie prime secondarie, ossia di tutti quei materiali che derivano dagli scarti di lavorazione delle materie prime o dal recupero e reciclaggio dei rifiuti.

La nuova legge di bilancio

L’intenzione, quindi, è quella di sviluppare ulteriormente l’economia circolare come previsto dal Pnrr, ul quale il Governo sta concentrando tutti i propri sforzi, cercando di sfruttare al meglio i fondi stanziati dall’Unione europea.

Sarà poi il Ministero per la Transizione Ecologica, assieme a quello dello Sviluppo Economico, a stabilire quali saranno i tempi e i modi per attuare queste riforme. Nello sviluppo di questo piano, inoltre, dovrebbero essere coinvolte anche società come Enea e Ispra, affinché forniscano un supporto tecnico che incentivi il recupero dei materiali e il riciclaggio dei rifiuti.

Una nuova economia circolare

La data di scadenza fissata dal governo Draghi è giugno 2022. ENtro questa data infatti, dopo una consultazione pubblica, dovrebbe essere messa a punto la nuova strategia.

Sempre dall’approvazione del Nadef, poi, emerge che l’esecutivo ha intenzione di dotare anche i porti di “nuovi impianti adeguati a rispondere alle esigenze delle navi che vi fanno abitualmente scalo”. Questo, infatti, è uno dei punti sui quali è intervenuta anche l’Ue, con la direttiva 883/2019, che il Governo italiano deve però ancora applicare.

Verso la transizione ecologica

La svolta green resta quindi al centro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Roberto Cingolani, ministro della Transizione Ecologica, durante l’Italian Energy Summit organizzato dal Sole 24 ore ha commentato: “se non si rispettano i tempi c’è il rischio che i fondi europei legati al Pnrr arrivino in misura inferiore“.

Per questo motivo, tornando ad esaminare la nota di aggiornamento, vediamo che la Nadef ha avviato alcuni progetti per dare un’accelerazione allo sviluppo delle reti elettriche e del gas, volgendo lo sguardo anche alle rinnovabili.

Il CITE punta al 2050

Sempre dalla nota di aggiornamento si evince che il CITE (il Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica) ha intenzione di approvare la proposta di piano per la transizione ecologica del Paese, con un “orizzonte temporale” che arriva al 2050 ma con diversi terget da raggiungere prima.

Quali sono gli obiettivi da raggiungere?

Gli obiettivi da raggiungere sono diversi:

  • neutralità climatica;
  • azzeramento dell’inquinamento;
  • ripristino della biodiversità;
  • adattamento ai cambiamenti climatici;
  • transizione verso un’economia circolare.

Per poter raggiungere ciascuno di questi obiettivi, il Governo italiano istituirà 8 tavoli di lavoro. La revisione della tassa sui rifiuti arriverà dopo la riforma del sistema di tassazione ambientale. Solo in questo modo la Tari potrebbe cambiare.

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