Consumi di gas possono essere ridotti di un terzo in 4 anni grazie alle rinnovabili

In questa fase in cui si è alla costante ricerca di fonti di energia alternative al gas, a quello russo in particolare, è evidente che l’interesse per le energie rinnovabili registra un rinnovato vigore, e secondo le aziende italiane che producono energia green come l’eolico, il fotovoltaico e il biogas, sarebbe possibile in Italia installare 70 gigawatt di nuovi impianti ad energia pulita.

In questo modo si riuscirebbe a ridurre i consumi di gas di circa 26 miliardi di metri cubi su un totale di 70 che si consumano attualmente. Questo permetterebbe, tra le altre cose, di ridurre le emissioni di gas serra del 55% circa.

Uno degli ostacoli che si frappongono al raggiungimento di questo traguardo però è rappresentato, secondo quanto precisano da Anev (Associazione Nazionale Energia del Vento) da questioni burocratiche. Insomma bisogna lavorare per rendere più snella la procedura che permette di ottenere le autorizzazioni.

Per ridurre i consumi di gas di 26 miliardi di metri cubi serviranno 4 anni

Il tempo però gioca a nostro sfavore, e visto che i governi occidentali hanno già deciso (in un modo o nell’altro) di rinunciare al gas russo, il passaggio alle fonti rinnovabili rischia di essere particolarmente brusco.

Raggiungere i 70 gigawatt di nuove fonti rinnovabili permetterebbe di risparmiare 26 miliardi di metri cubi di gas, e di ridurre le emissioni di CO2 del 55%, ma richiede tempo, quattro anni per la precisione, ma solo se si rimuovono gli ostacoli burocratici.

Secondo le aziende delle energie rinnovabili basterebbe semplificare le procedure per accelerare i tempi in modo significativo, anche perché, a quanto pare, le risorse sarebbero già disponibili, bisogna solo sbloccarle.

In effetti i tempi per l’approvazione della realizzazione di un nuovo impianto oggi in Italia sono piuttosto lunghi, circa 5 anni contro 1 anno di tempo sulla base delle norme europee.

In altre parole per ridurre notevolmente i tempi burocratici per la realizzazione di impianti green basterebbe adeguarsi alle linee guida di Bruxelles, e sarebbe sicuramente possibile installare nel giro di 4 anni i 70 gigawatt di nuove rinnovabili, raggiungendo così l’obiettivo fissato dal piano Ue per la transizione ecologica che il governo si prefigge di raggiungere entro il 2030.

I progressi fatti in Italia nel campo delle rinnovabili

In Italia sono stati installati in tutto 1.211 megawatt di nuova capacità da fonti rinnovabili nel corso del 2022, registrando un incremento del +168% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Per la maggior parte questa nuova capacità arriva da impianti per l’energia solare, con 1.061 MW (+193%). Ci sono poi i nuovi impianti di energia eolica, con 123 MW per un incremento del +66% rispetto al 2021, quindi l’idroelettrico con 27 MW per un incremento del +72%.

I dati sono quelli forniti dall’Osservatorio Fer (Fonti Energetiche Rinnovabili) di ANIE Rinnovabili sulla base dei dati che arrivano da Terna, la società pubblica che gestisce la rete elettrica italiana.

Grazie al sempre maggior utilizzo di fonti di energia rinnovabili dovrebbe essere possibile anche ottenere un risparmio in termini economici sulle bollette dell’energia elettrica.

L’amministratore delegato di Terna, Stefano Donnarumma, ha spiegato infatti che proprio le rinnovabili rappresentano una valida soluzione per contrastare i rincari sulle bollette, visto che oggi il prezzo dell’energia elettrica è strettamente legato al prezzo del gas, mentre se fosse dipendente dal costo industriale delle fonti rinnovabili il prezzo di riferimento della componente energia in bolletta sarebbe inferiore del 90% circa.

Per ora però si procede molto a rilento, infatti le proposte per l’installazione di nuovi impianti che sono pervenute a Terna ad oggi sono in alcuni casi alternative tra loro in quanto l’installazione sarebbe prevista sugli stessi siti di altre proposte e questo vuol dire che una parte di esse è destinata ad essere bocciata per forza di cose.

Complessivamente a Terna sono arrivate proposte per l’installazione di 280 gigawatt, ma per avere un dato realistico bisogna fare prima una consistente scrematura. Per cominciare 80 gigawatt di questi sarebbero impianti offshore che non saranno realizzati in ogni caso prima del 2030.

E sui restanti 200 gigawatt dobbiamo considerare la parte di progetti che risultano in concorrenza tra loro. Di quel che rimane, con le attuali procedure per l’approvazione i tempi sono lunghi, e solo se si decidesse di snellire le procedure potrebbero vedere la luce in tempi ragionevolmente brevi.

Al momento si attende l’approvazione di 7 GW di nuovi impianti e di 10 GW di repowering di impianti che sono già in funzione. Quindi in tutto parliamo di 17 GW che sono ancora da approvare, il che suggerisce che si procede ancora piuttosto a rilento.

Oltre ad eolico e solare energia pulita anche dal biogas

Oltre al sole e al vento vi sono altre fonti di energia pulita, come ad esempio i biocarburanti, che si ottengono da coltivazioni dedicati, da scarti agricoli e da rifiuti alimentari.

Paolo Gallo, amministratore delegato di Italgas, ha spiegato che il biometano ha le potenzialità per sostituire il gas russo. Anche qui però i tempi non sono così brevi come servirebbe, infatti si ritiene che solo entro il 2030 l’Italia potrebbe arrivare a produrre circa 10 miliardi di metri cubi di biogas.

Questo ci renderebbe maggiormente indipendenti dal gas russo, ma vi sono altri vantaggi a cominciare dal fatto che attraverso il processo di produzione di biogas si risolverebbe almeno in parte anche il problema dello smaltimento dei rifiuti.

Anche in questo caso però, come avviene per il fotovoltaico e per l’eolico, il problema sta nelle lungaggini della burocrazia, e per ottenere risultati apprezzabili sarebbe necessario snellire le procedure per ottenere le autorizzazioni.

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