Energia elettrica solo da fonti rinnovabili, l’Italia ce la farebbe entro il 2035

L’Italia si sta impegnando a raggiungere un obiettivo ambizioso: ottenere l’intera fornitura di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2035. Tuttavia, secondo il Rapporto “Comuni Rinnovabili” di Legambiente, la crescita degli impianti per la generazione di energia rinnovabile sta procedendo lentamente, mettendo a rischio il raggiungimento degli obiettivi climatici previsti per il 2030.

Nonostante ciò, uno studio commissionato da importanti organizzazioni ambientaliste come Legambiente, WWF e Greenpeace, sostiene che la completa decarbonizzazione è ancora possibile nei prossimi anni.

Qual è la situazione attuale del processo di decarbonizzazione in Italia

Nel 2022, sono stati installati in Italia un totale di 206.600 impianti per la produzione di energia rinnovabile. Di questi, la maggior parte erano impianti fotovoltaici (206.167), seguiti da impianti eolici (215), impianti idroelettrici (145) e impianti di bioenergie (73).

Nonostante si tratti di quantità considerevoli, siamo ancora lontani dai numeri che bisogna raggiungere per gli obiettivi prefissati. Secondo Legambiente, le principali cause di questi ritardi sono rappresentate da norme obsolete e frammentate, lentezza nelle autorizzazioni e lungaggini burocratiche.

Cosa dice lo studio commissionato dalle maggiori associazioni ambientaliste

Un recente studio commissionato da Wwf, Legambiente e Greenpeace offre nuove prospettive per l’Italia. L’indagine condotta da Ecco dimostra che è possibile raggiungere l’obiettivo di un’Italia completamente alimentata da fonti rinnovabili entro il 2035. Tuttavia, questa posizione contrasta con l’attuale strategia del governo, che sembra puntare a trasformare il Paese in un importante centro mediterraneo per il gas.

Per raggiungere l’obiettivo di ricavare energia interamente da fonti rinnovabili entro il 2035, l’Italia deve aumentare la capacità di oltre 90 GW rispetto alle fonti presenti sul territorio al 2021. È evidente che la transizione energetica richiede un cambiamento radicale, con una velocità otto volte superiore a quella attuale. L’obiettivo è raggiungere una potenza installata di 250 GW da fonti rinnovabili entro il 2035, con una tappa intermedia di 160 GW entro il 2030.

Per realizzare l’obiettivo di una completa decarbonizzazione in Italia, è necessario abbandonare completamente i combustibili fossili e fare affidamento esclusivamente sulle fonti rinnovabili. Tuttavia, queste ultime presentano l’inconveniente della loro non programmabilità e incostanza. Pertanto, sarà fondamentale investire in sistemi di accumulo energetico per gestire in modo intelligente i picchi di produzione e domanda.

L’idrogeno verde viene identificato come una risorsa indispensabile per la transizione ecologica. Invece al momento, non si considerano le tecnologie di cattura diretta di anidride carbonica dall’aria per raggiungere gli obiettivi climatici in modo più rapido, poiché risultano essere costose e dipendenti dalla filiera petrolifera e del gas.

Inoltre, il rapporto sottolinea l’importanza di ridurre al minimo l’importazione di energia dall’estero per evitare di spostare il problema in altri Paesi e creare una sorta di “greenwashing energetico” nazionale.

L’ostacolo rappresentato dai problemi burocratici e legali

Secondo il rapporto, è fondamentale rivedere il sistema delle autorizzazioni, non solo dal punto di vista procedurale, ma anche per garantire che le Regioni e i Comuni svolgano effettivamente l’attività amministrativa necessaria per dare seguito alle diverse autorizzazioni per gli interventi.

Inoltre, si evidenzia la necessità di introdurre criteri nazionali più formalizzati per limitare la discrezionalità delle decisioni. Un capitolo separato del rapporto è dedicato al Ministero della Cultura, che evidenzia come i progetti, specialmente nel settore dell’eolico, siano (per fortuna) spesso ostacolati dall’opposizione delle Soprintendenze ai beni culturali, che fanno capo al Ministero stesso.

Accelerare la transizione energetica: la chiave per un futuro sostenibile

La transizione energetica verso fonti rinnovabili al momento rappresenta la priorità assoluta per l’Italia, secondo Legambiente. Lo studio presentato intende confermare che le energie pulite sono la strada da percorrere, ma è necessario accelerare il processo.

Per farlo, è fondamentale semplificare le procedure di autorizzazione, iniziando dai progetti di energia solare ed eolica, e accelerare la realizzazione di grandi impianti, lo sviluppo dell’agri-voltaico, delle reti e degli accumuli energetici. È cruciale prendere esempio da esperienze positive e aprire numerose opportunità di lavoro che si allineino alla transizione ecologica.

Legambiente sostiene che l’Italia ha tutte le caratteristiche per diventare un hub strategico delle energie rinnovabili, in contrasto con la visione del governo che punta a promuovere il gas. Stefano Ciafani, Presidente Nazionale di Legambiente, afferma che l’Italia deve eliminare i generosi sussidi alle fonti fossili e autorizzare rapidamente la realizzazione di nuovi impianti a fonti pulite. La volontà politica e la tempestività nelle decisioni sono essenziali per guidare il Paese verso un futuro energetico sostenibile.

Matteo Leonardi, Co-fondatore e direttore delle politiche nazionali di ECCO, evidenzia l’importanza dello studio che offre una visione di un sistema elettrico decarbonizzato entro il 2035, in linea con gli impegni assunti dall’Italia nel contesto del G7.

Oltre ai dati sulla capacità degli impianti rinnovabili, è necessario considerare sistemi di accumulo, domanda flessibile e potenziamento della rete per un’efficace transizione. Lo studio accompagna una serie di raccomandazioni politiche per stimolare gli investimenti e raccogliere i benefici in termini di sviluppo economico, riduzione della dipendenza dal gas e creazione di posti di lavoro.

Leonardi sottolinea che non si tratta solo di numeri, ma anche di adottare politiche coerenti con gli obiettivi prefissati. La mancanza di una governance climatica e di meccanismi di monitoraggio e correzione delle politiche, inclusi i processi autorizzativi, ha ostacolato lo sviluppo delle fonti rinnovabili negli ultimi anni.

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