Il Granchio Blu in Italia: impatto sull’economia, distribuzione geografica e rischi ambientali

Il granchio blu e i danni all'economia - Borsainside.com

Il Granchio Blu (Callinectes sapidus Rathbun) è una specie di crostaceo originaria dell’Atlantico settentrionale, ma negli ultimi anni ha iniziato a diffondersi rapidamente nelle acque italiane, soprattutto nella zona dell’Adriatico.

La sua introduzione potrebbe causare gravi danni all’ecosistema marino e all’economia ittica locale. Ma vediamo quli sono le ragioni di questa crescente preoccupazione, la distribuzione geografica del Granchio Blu in Italia e i rischi associati alla sua presenza.

Distribuzione Geografica

La presenza del Granchio Blu nelle acque italiane è stata segnalata per la prima volta nel 2008, quando è stato avvistato in Basilicata. Da allora, la sua presenza si è estesa in modo significativo e continuo. Attualmente, è stato segnalato lungo le coste di diverse regioni, tra cui Abruzzo, Puglia, Lazio, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e molte altre.

Tuttavia, la maggiore preoccupazione riguarda l’Alto Adriatico, tra le regioni di Emilia-Romagna e Veneto, dove la presenza di questa specie è diventata costante ed elevata. Quest’area ha mostrato una rapida proliferazione del Granchio Blu, il cui numero è cresciuto in modo esponenziale negli ultimi anni.

Descrizione e Caratteristiche

Il Granchio Blu può raggiungere una lunghezza di circa 15 centimetri e una larghezza di 23 centimetri, caratterizzato da un corpo ellittico con due spuntoni ai lati e un margine anteriore seghettato. La sua caratteristica più distintiva è la colorazione blu intensa sulla parte ventrale e terminale del corpo.

Questo crostaceo è noto per la sua natura onnivora, consumando una varietà di alimenti, ma mostrando una predilezione per molluschi come vongole e cozze. La sua aggressività e la velocità con cui si nutre lo rendono un predatore molto pericoloso per gli ecosistemi marini e per le attività ittiche locali.

Impatto sull’Economia

L’invasione del Granchio Blu ha causato preoccupazione tra gli itticoltori e le comunità locali che dipendono dal settore della pesca e della produzione di molluschi.

Questo crostaceo è in grado di fare razzia di molluschi, avanotti e vegetali, causando gravi danni alle coltivazioni ittiche e ai banchi di pesce. Le sue chele potenti possono anche distruggere le reti da pesca, causando ulteriori perdite economiche agli allevamenti ittici.

Al fine di arginare i danni causati dal Granchio Blu, diverse regioni italiane, tra cui Veneto, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia, hanno richiesto al governo provvedimenti urgenti, e in alcuni casi hanno addirittura ipotizzato una richiesta di stato di calamità naturale. Questo consentirebbe l’accesso a fondi per la ricerca e lo sviluppo di possibili soluzioni per affrontare il problema.

Strategie di Mitigazione

Una delle strategie proposte per far fronte all’invasione del Granchio Blu è stata la promozione del consumo alimentare di questo crostaceo. Incentivare il commercio e la pesca del Granchio Blu può creare un indotto positivo per i pescatori locali che hanno subito una diminuzione della produzione di molluschi a causa della presenza di questa specie invasiva.

Alcuni ristoranti hanno già iniziato a offrire piatti a base di Granchio Blu, cercando di sfruttare questa risorsa in modo sostenibile.

Inoltre, le associazioni degli itticoltori hanno chiesto un monitoraggio accurato dei danni causati dal Granchio Blu per ottenere il riconoscimento dello stato di calamità naturale da parte del Ministero competente. Questo consentirebbe di ottenere adeguati ristori per gli addetti ai lavori danneggiati, contribuendo a sostenere il settore ittico locale.

È evidente che l’invasione del Granchio Blu nelle acque italiane sta causando preoccupazioni significative riguardo ai danni ambientali ed economici. La sua natura aggressiva e il rapido tasso di riproduzione rendono difficile estirpare completamente questa specie dagli ecosistemi marini.

Tuttavia, promuovendo il consumo e il commercio del Granchio Blu, insieme a un monitoraggio accurato dei danni, si potrebbero intraprendere azioni concrete per mitigare i rischi associati alla sua presenza.

È essenziale che tutte le parti interessate, compresi il governo, gli itticoltori e le comunità locali, collaborino per sviluppare strategie sostenibili volte a gestire questa problematica in modo efficace e a preservare l’equilibrio dell’ecosistema marino e dell’economia ittica del territorio italiano.

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