
Le principali aziende europee del settore green stanno affrontando un momento di forte instabilità, innescato dalle recenti modifiche legislative negli Stati Uniti. Lunedì, i titoli azionari di colossi come Vestas Wind Systems, Ørsted, Nordex, SMA Solar Technology, Solaria Energía ed EDP Renováveis hanno subito un brusco calo, con perdite comprese tra l’1% e il 6%, a causa dell’ultima bozza della legge di bilancio americana, l’On Beautiful Budget Bill (OBBB).
La nuova legge USA penalizza l’eolico industriale
Il provvedimento, attualmente in discussione al Senato statunitense, prevede un inasprimento dei criteri di accesso ai crediti d’imposta per i progetti legati alle energie pulite. In particolare, vengono anticipati i termini entro cui impianti eolici e solari dovranno essere operativi per beneficiare dell’Investment Tax Credit (ITC) e del Production Tax Credit (PTC).
I nuovi limiti spostano il focus dal semplice inizio dei lavori alla messa in servizio effettiva entro la fine del 2027, una modifica che riduce notevolmente i margini temporali per gli sviluppatori.
Secondo Morgan Stanley, la nuova formulazione è decisamente più restrittiva rispetto alle versioni precedenti e potrebbe ridurre drasticamente il numero di progetti in grado di accedere agli incentivi.
Un impatto diretto è atteso per aziende come Vestas, che ha in pipeline tra i 2 e i 0,4 GW di progetti eolici destinati al mercato statunitense, pari al 35% delle forniture di turbine previste dopo il 2024. Molti di questi progetti non vedranno la luce prima del 2026-2027, rischiando ora di non rientrare nella nuova finestra temporale.
Punti chiave:
- Nuovi limiti impongono la messa in servizio degli impianti entro il 2027
- Ridotta la finestra temporale rispetto alle proposte precedenti
- Gravi rischi per i progetti in ritardo, in particolare per Vestas
- Impatto negativo sul numero di progetti qualificabili per i crediti.
Nuove sanzioni fiscali e vincoli sui componenti esteri
Un altro punto critico introdotto dalla bozza è la penalità fiscale per i progetti che impiegano componenti provenienti da entità straniere di interesse (FEOC).
Se un impianto eolico supera le soglie previste per l’assistenza materiale da parte di fornitori esteri, sarà soggetto a una tassa del 50% calcolata sul valore della non conformità, moltiplicato per il costo dei componenti utilizzati. Questo ulteriore onere si applicherà anche ai progetti non più idonei ai crediti ITC/PTC dopo il 2027.
In parallelo, anche i crediti per la produzione avanzata (Sezione 45X), da cui Vestas dovrebbe trarre 130 milioni di euro nel 2024 e 175 milioni nel 2025 (circa il 17-18% dell’EBIT annuale), verranno meno entro la stessa data. Dal 2026, tali incentivi saranno inoltre subordinati a regole più severe sulla provenienza dei materiali.
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Favorito il solare, penalizzato l’eolico
Un altro aspetto che ha allarmato gli analisti è l’apparente sbilanciamento politico a favore dell’energia solare, rispetto all’eolico. I produttori fotovoltaici, infatti, godono di finestre temporali più ampie per accedere ai crediti e affrontano vincoli meno severi in merito ai componenti esteri.
Questo orientamento normativo potrebbe spingere gli investitori a ridistribuire i capitali verso il solare, lasciando il comparto eolico in una posizione sempre più marginale.
La reazione dei mercati e gli scenari futuri
La risposta dei mercati europei è stata immediata. Il calo delle quotazioni azionarie riflette l’incertezza crescente tra gli investitori circa la redditività dei progetti green in un contesto normativo sempre più instabile.
Gli analisti di Morgan Stanley hanno definito l’impatto potenziale della legge come altamente dirompente per gli operatori industriali del settore eolico e solare, sottolineando che l’intero settore rischia una battuta d’arresto se il provvedimento verrà approvato nella sua forma attuale.
Il testo è atteso al voto del Senato nelle prossime settimane, ma prima dovrà essere armonizzato con la versione approvata dalla Camera. Solo allora potrà essere inviato alla Casa Bianca per la firma definitiva del presidente.
Nel frattempo, l’Europa osserva con attenzione. Le mosse del Congresso americano potrebbero infatti influenzare indirettamente anche i programmi di investimento e transizione energetica del Vecchio Continente. Con il futuro della transizione verde globale sempre più legato a dinamiche geopolitiche e fiscali, il settore delle energie rinnovabili dovrà sapersi adattare con rapidità per non perdere slancio.
Aspetti da considerare:
- Reazione negativa immediata dei mercati europei
- Rischio elevato per la stabilità finanziaria delle aziende green
- Influenza delle decisioni USA sulle politiche europee
- Settore delle rinnovabili sotto pressione geopolitica e fiscale.
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