Stando a quanto afferma una recente ricerca condotta da JPR, nel 2017, i miners di criptovaluta hanno acquistato circa tre milioni di unità di elaborazione grafica (GPU) per potenziare i loro impianti di “estrazione” criptovalutaria. Ne deriva che, complessivamente, lo scorso anno le vendite di GPU ai miners di criptovaluta hanno raggiunto quota 776 milioni di dollari, anche se – probabilmente – c’è stato un rallentamento nell’ultimo quarto del 2017, quando le spedizioni di GPU dei produttori sono diminuite dell’1,5% su base trimestrale e del 4,8% su base annua.
In tal senso, l’agenzia di ricerca afferma che AMD è riuscita ad aumentare ulteriormente la propria quota di mercato delle schede grafiche dell’8,1%, in gran parte a causa del fatto che la gamma di GPU dell’azienda è la più adatta per calcoli complessi. La quota di Nvidia del 2017 è invece calata del 6%, mentre quella di Intel è diminuita del 2%.
Il mercato della GPU e del componente aggiuntivo (AIB) sta subendo delle oscillazioni evidenti a causa dell’interesse per le criptovalute. Bitcoin, Ethereum e altre monete virtuali vengono infatti estratte quando i computer risolvono equazioni complesse e, mentre la rarità di Bitcoin in natura rende il suo mining non più economicamente redditizio – portando alla creazione di cosiddetti pool di data mining – l’estrazione di altre criptovalute sembra esserlo ancora, contribuendo ad incrementare la popolarità di questa attività.
Ad ogni modo, è anche vero che per poter creare un impianto di successo, è necessario dotarsi di un hardware sufficientemente potente per supportare queste attività. Le GPU non sono mai state originariamente progettate per l’estrazione, ma sono l’opzione più vicina e più economica disponibile oggi sul mercato.
“Il gioco è stato e continuerà ad essere il driver principale per le vendite della GPU, accresciuto recentemente dalla richiesta dei miners di criptovalute” – ha affermato il dott. Jon Peddie, presidente dell’area ricerca di Jon Peddie. “Prevediamo che la domanda diminuirà dai miners man mano che i margini caleranno, in risposta ai crescenti costi dell’energia e alle forze di domanda e offerta che fanno salire i prezzi dell’AIB”.
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