Morgan Stanley ha rivisto al ribasso la sua valutazione su Elisa, storico operatore di telecomunicazioni finlandese, abbassando il rating da overweight a equal weight e tagliando il target price a 43 euro, contro i precedenti 58. Una decisione che riflette un quadro più cauto sulle prospettive a breve e medio termine del gruppo, penalizzato da una crescita rallentata nel segmento mobile e da una concorrenza sempre più aggressiva.
Il fulcro del declassamento è il freno evidente dei ricavi da servizi mobili, settore storicamente centrale per il modello di business di Elisa. Dopo diversi anni di espansione costante e lineare, con incrementi a media singola cifra tra il 2021 e il 2024, Morgan Stanley stima ora che nel 2025 la crescita sarà limitata a circa il 3%, nonostante i risultati del terzo trimestre mostrassero ancora un +3,3% a 263 milioni di euro.
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Tuttavia, dietro questi numeri apparentemente positivi, emergono segnali strutturali di debolezza. Il tasso di abbandono dei clienti post-pagati ha raggiunto il 22,3%, sei punti in più rispetto all’anno precedente.
Secondo Morgan Stanley, si tratta di un fenomeno non ciclico ma strutturale, legato all’ingresso in mercato di nuovi operatori a basso costo, all’elevata aggressività promozionale e a una pressione sui prezzi destinata a intensificarsi. Gli analisti prevedono che il churn resterà sopra il 20% anche nel quarto trimestre, complici le tradizionali offerte di fine anno e l’espansione degli MVNO.
La revisione si inserisce in un quadro che contrasta nettamente con gli obiettivi aziendali annunciati durante il Capital Markets Day di marzo 2025. Elisa aveva infatti indicato come target una crescita annua superiore al 4% sia nei ricavi sia nell’EBITDA tra il 2024 e il 2027, ma Morgan Stanley ritiene tali ambizioni poco realistiche, stimando una crescita annua più contenuta, tra il 2 e il 3%.
Questa visione più prudente ha portato alla riduzione delle stime su EPS (-4/-7%) e ricavi (-1/-2%) tra il 2025 e il 2027, con l’ulteriore impatto di spese in conto capitale attese leggermente più elevate, fattore che ha contribuito all’abbassamento del prezzo obiettivo.
Sul fronte del mercato, il titolo Elisa ha perso circa il 10% da inizio anno, con una valutazione passata da circa 11 a 9 volte l’EBITDA 2026, ora maggiormente allineata ai competitor nordici. Questo ridimensionamento riflette una fase di normalizzazione, con minori margini di vantaggio competitivo e una redditività meno brillante rispetto al passato.
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Resta comunque interessante il profilo dividendi, ma anche qui emergono perplessità: il dividendo per azione ha superato l’EPS stimato, alimentando i timori sulla sostenibilità futura della politica di distribuzione, soprattutto in presenza di margini sotto pressione.
In sintesi, Morgan Stanley evidenzia una combinazione di fattori che limita la visibilità su un potenziale rialzo del titolo nel breve periodo:
• Pressione sui prezzi e concorrenza crescente, inclusi nuovi entranti e MVNO
• Tasso di abbandono clienti elevato e strutturale
• Margini di efficienza limitati rispetto ai concorrenti
• Obiettivi aziendali considerati troppo ambiziosi rispetto allo scenario attuale
Secondo gli analisti, Elisa potrebbe dunque avviarsi verso una fase di crescita più moderata e meno brillante, in attesa che il contesto competitivo si stabilizzi e che eventuali nuove iniziative strategiche riescano a generare valore nel medio periodo.
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