UBS ha aggiornato la propria visione sul comparto europeo delle bevande, tracciando una netta linea di demarcazione tra birre e superalcolici. Secondo la banca, il 2026 sarà un anno di svolta soprattutto per i produttori di birra, mentre per i distillati lo scenario resta complesso e appesantito da una domanda debole in mercati fondamentali come Stati Uniti e Cina.
Birre in risalita: promozioni, rialzi e nuove previsioni
Il caso più emblematico è Carlsberg, che da “neutral” passa a “buy”. UBS indica un target di 1.060 corone danesi, valore che implica un rialzo potenziale di oltre il 30% rispetto ai livelli attuali.
La banca ritiene che la società sia pronta a tornare a una crescita sostenuta dei volumi, favorita da tre fattori principali:
• l’ingresso nel segmento delle bevande analcoliche ad alta crescita grazie a Britvic
• maggiori investimenti in Cina, dove nel terzo trimestre le spese commerciali sono balzate del 14%
• una gestione più prudente dei capitali, che libera risorse e rafforza il free cash flow
Le stime interne di UBS vedono un flusso di cassa libero circa 15% superiore rispetto al consenso.
Anche per AB InBev, il gigante mondiale della birra, l’analisi è costruttiva. Con un target fissato a 68 euro, UBS ritiene che i volumi possano tornare a crescere già dal secondo trimestre 2026, sostenuti dal miglioramento della domanda in Brasile e Cina.
Secondo la banca, il gruppo potrebbe mantenere una crescita dei volumi dell’1-1,5% annuo, base che supporterebbe un incremento dell’EPS intorno al 13% su base composta. Da non sottovalutare anche il possibile ampliamento del programma di buyback: dagli attuali 6 miliardi di dollari a un range compreso tra 10 e 11 miliardi, se la liquidità extra venisse interamente redistribuita.
Restando nel comparto birrario, Heineken si conferma “buy”, con target a 84 euro. UBS prevede un ritorno alla crescita dei volumi già nel primo trimestre 2026 grazie a:
• confronti più favorevoli nel retail europeo
• domanda in accelerazione in Messico e Brasile, anche in vista dei Mondiali
• un forte dinamismo del mercato in Vietnam e India
• acquisizioni e sinergie operative, come l’integrazione di FIFCO
Le previsioni sull’EPS di Heineken restano tra il 5% e il 7% superiori al consenso.
Superalcolici in difficoltà: tagli ai rating e prospettive più caute
Se il comparto birrario guarda al 2026 con ottimismo, quello dei distillati presenta molte incognite. UBS rivede al ribasso le valutazioni dei principali operatori del settore.
Diageo, leader mondiale del settore, passa da “buy” a “neutral”, con target ridotto a 18,5 sterline. Le vendite negli Stati Uniti, mercato cruciale, hanno mostrato un calo del 9% tra settembre e ottobre, mentre la categoria della Tequila è scesa del 17%. Anche brand iconici come Don Julio perdono quote in una categoria in contrazione.
UBS stima per il 2026 un calo del 5% nelle vendite organiche in Nord America, dato giudicato peggiore rispetto alle attese degli analisti.
Ancora più severo il giudizio su Remy Cointreau, declassata a “sell” con target a 33 euro. Il business del cognac continua a soffrire: negli Stati Uniti le vendite restano in flessione del 9%, mentre in Cina aumentano le pressioni promozionali con il rischio di un destoccaggio successivo alle festività. La banca definisce il 2026 un “anno di transizione”, segnato da utili deboli e da un rapporto debito netto/EBITDA di 3 volte, ritenuto elevato.
Restano invece “neutral” i giudizi su Pernod Ricard e Campari.
Per Pernod, UBS prevede un calo dei ricavi organici del 2,6% nel 2026 e una leva finanziaria destinata a salire fino a 3,6x.
Campari, invece, deve fronteggiare una domanda più debole in Europa e Stati Uniti, oltre all’impatto dell’uragano che ha colpito la Giamaica. La nota positiva arriva dai costi in calo dell’agave, che dovrebbe sostenere i margini. Target fissato a 6,2 euro.
Bevande analcoliche: chi continua a correre
Nel segmento delle bevande non alcoliche, UBS conferma il giudizio “buy” per Coca-Cola Europacific Partners, sostenuta dalla crescita accelerata delle bevande energetiche e da una strategia commerciale giudicata molto efficace.
Il target sale a 105 dollari, mentre il rendimento combinato dato da dividendi e buyback supera il 6% della capitalizzazione.
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La fotografia del settore secondo UBS
La banca conclude che l’intero comparto viene trattato dal mercato con un forte sconto di valutazione. Tuttavia, non tutte le aziende si muovono allo stesso modo:
• le birrerie sono le prime candidate a beneficiare dell’allentamento delle pressioni cicliche
• i superalcolici restano frenati da problemi strutturali e da una domanda globale meno dinamica
Per gli investitori, il 2026 potrebbe dunque rappresentare l’anno del grande ritorno del settore birra rispetto ai distillati premium.
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