trader con tasca bucata e logo di Amplifon
Crollo azioni Amplifon - BorsaInside.com

Giornata disastrosa per le azioni Amplifon. La quotata del Ftse Mib fin dal primo minuto di scambi è stata letteralmente travolta dalle vendite tanto da finire in asta di volatilità per eccesso di ribasso. In pratica per intervento diretto di Borsa Italiana è stata decisa la sospensione non riuscendo il titolo a fare prezzo. Questo provvedimento estremo si rende necessario nel momento in cui le vendite in atto sono talmente massicce da impedire alla domanda e all’offerta di allocarsi su un prezzo sostenibile.

Dinanzi al disastro in atto sulle azioni Amplifon è inevitabile interrogarsi sulle ragioni alla base del sell-off. I numeri sono drammatici: un crollo teorico di oltre il 25 per cento, il prezzo delle azioni è precipitato a quota 15,27 euro contro i 20,03 euro. In pratica nel giro di una seduta ogni singola azione Amplifon ha perso quasi 5 euro di valore! Logicamente una performance simile non può non impattare sull’andamento di lungo termine della quotata. E infatti, anche su quel fronte, i numeri sono impietosi con un ribasso del 22 per cento su base mensile e del 47 per cento anno su anno.

Il punto è che dinanzi a performance simili a qualcuno potrebbe venire in mente anche di comprare proprio per sfruttare i prezzi bassi. Teoricamente una mossa di questo tipo ha sempre senso, tuttavia, nel caso di Amplifon, forse è meglio inquadrare per bene le ragioni alla base del sell-off prima di posizionarsi.

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Crollo azioni Amplifon: perchè tutti corrono a vendere

Gli investitori sembrano quasi essersi messi in fila a vendere azioni Amplifion a seguito della pubblicazione dei conti semestrali della quotata avvenuta ieri sera. E’ proprio lì, infatti, che si potrebbero annidare i motivi alla base di questo sell-off mostruoso.

Vediamo allora nel dettaglio.

Amplifon ha chiuso il primo semestre del 2025 con ricavi pari a 1,18 miliardi di euro, in linea con quelli registrati nello stesso periodo del 2024. A cambi costanti, la società avrebbe registrato un incremento dell’1,6 per cento ma l’apprezzamento dell’euro nel cambio con il dollaro Usa ha impedito che si realizzasse questa performance positiva.

Sul fronte della redditività, il margine operativo lordo adjusted al termine del primo semestre 2025 era pari a 287,65 milioni di euro in ribasso del 3,2 per cento rispetto ai 297,06 milioni dello scorso anno. Il calo è stato conseguenza della minore leva operativa e del mix geografico meno favorevole nell’area EMEA. A causa della flessione del MOL, inevitabilmente, la marginalità si è contratta al 24,4 per cento.

Scendendo ancora nel conto economico, l’utile netto adjusted al termine del primo semestre era pari a 90,56 milioni di euro, rispetto ai 107,91 milioni di un anno fa. I maggiori ammortamenti legati agli investimenti effettuati sono stati alla base della flessione.

Volendo già tirare una linea possiamo dire che, eccezione fatta per i ricavi rimasti stabile, per il resto sono presenti tante variazioni negative.

Note dolenti, purtroppo, sono arrivate anche dal fronte debito con l’indebitamento finanziario netto che alla fine del semestre era pari a 1,11 miliardi di euro in aumento rispetto ai 961,81 milioni di inizio anno. Secondo i vertici della quotata, l’incremento è da imputare agli investimenti per Capex e alle operazioni di M&A (oltre al buyback e al pagamento di dividendi).

Tagliate le stime su tutto l’esercizio 2025

I conti semestrali di Amplifon non saranno brillanti, tuttavia se il titolo arriva a perdere il 23 per cento non può essere solo a causa di quello che è stato (anche perchè gli analisti avevano previsto una semestrale infarcita di segni rossi). E allora cosa sta scatenando vendite così forti?

La sola spiegazione possibile riguarda il futuro della quotata. Il management, accanto ai conti semestrali, ha anche reso noti i target sul 2025. Ebbene molti di essi sono stati rivisti al ribasso anche in modo marcato e questo non può che impensierire gli investitori e qui, appunto, il sell-off.

In particolare ricavi sono ora visti in aumento di circa il 3 per cento (a cambi costanti) mentre in precedenza erano visti in rialzo tra il 5 e il 10 per centro. Giù, sia pure di poco, anche le previsioni sul margine EBITDA che, su base ricorrente, dovrebbe attestarsi al 23 per cento mentre il precedenza il management lo vedeva ad almeno il 24 per cento.

C’è quindi un netto peggioramento delle stime che è innegabile ed è probabilmente il responsabile della corsa a vendere in atto dall’apertura di Piazza Affari.

Ad aggiungere ulteriore apprensione, però, è il fatto che i vertici di Amplifon, pur avendo già tagliato le previsioni sul 2025, hanno evidenziato che questi nuovi target sono basati sull’assunto che non ci siano altri rallentamenti nelle attività globali causate dalla situazione geopolitica e macroeconomica. Viene da pensare che se invece dovessero esserci dei rallentamenti, gli stessi target già peggiorati correrebbero il rischio di essere rivisto ancora al ribasso.

Insomma il quadro è rischioso ed è proprio questo che preoccupa il mercato.

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