Barclays ha rivisto al rialzo il proprio giudizio su De’Longhi SpA, passando da underweight a equal weight, e ha aumentato il target price da 23 a 30 euro per azione.
A determinare questa promozione è stata la pubblicazione dei risultati del primo trimestre 2025, superiori alle aspettative, unita a un impatto più contenuto del previsto dei dazi imposti dagli Stati Uniti.
De’Longhi batte le stime: ricavi e margini in crescita
I dati finanziari di inizio anno hanno mostrato una crescita del 15% nei ricavi annui e un aumento del 24% dell’EBITDA rettificato, numeri che hanno superato sia le previsioni degli analisti Barclays sia il consenso generale del mercato.
Nonostante ciò, il titolo ha perso circa l’1% dopo la pubblicazione dei conti, risultando sotto la performance dello STOXX Europe 600.
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Dazi USA: impatto reale inferiore alle attese
In un primo momento, Barclays aveva espresso timori per i margini di De’Longhi a causa dei potenziali effetti dei dazi americani, oltre a un’elevata esposizione alla congiuntura economica globale, dato che il settore degli elettrodomestici da caffè è ritenuto altamente discrezionale.
Tuttavia, la stessa azienda ha rivisto al ribasso l’impatto stimato dei dazi sull’EBITDA 2025 da 20 a 15 milioni di euro, segnale che le contromisure adottate stanno funzionando.
Secondo Barclays, ciò dimostra una maggiore capacità di gestione del rischio rispetto al 2019 e una valutazione prudente ma solida da parte del management.
Fondamentali solidi e strategia efficace
Gli analisti sottolineano che De’Longhi viene attualmente scambiata a circa 7 volte l’EBITDA previsto per il 2025, un multiplo interessante considerando i 400 milioni di euro di liquidità netta e un free cash flow stimato in 300 milioni di euro. Questa solidità finanziaria, unita a un’esecuzione strategica efficace, ha contribuito all’upgrade del rating.
Inoltre, Barclays ha alzato la previsione per il margine EBITDA 2025 al 16%, rispetto al precedente 14%, citando maggiore fiducia nella strategia di pricing e nel posizionamento geografico del gruppo. Anche le stime di utile per azione sono state migliorate, passando da 1,96 a 2,28 euro.
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Cautela su scenari futuri e incertezze globali
Nonostante il miglioramento dell’outlook, Barclays mantiene una posizione prudente, non spingendosi fino al rating “overweight”. Le incertezze legate alla politica tariffaria statunitense restano un fattore di rischio. Tra gli scenari più delicati ci sono:
- Possibili rincari trasferiti ai consumatori da parte di rivenditori come Walmart, con conseguente rischio inflattivo e calo della domanda.
- Pressioni sui margini, nel caso in cui i distributori decidano di assorbire i costi extra anziché ritoccare i prezzi al pubblico.
Va detto che De’Longhi ha già avviato una strategia di delocalizzazione produttiva, spostando circa il 95% della produzione di NutriBullet destinata agli USA fuori dalla Cina entro l’estate, mossa che conferma l’impegno dell’azienda a ridurre l’esposizione diretta ai dazi.
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