La banca guidata da Andrea Orcel punta al dialogo con il governo. Rinviata al 9 luglio la decisione di merito sul decreto che vincola l’offerta su Banco BPM
UniCredit cambia strategia nella battaglia legale contro l’esecutivo e decide di non insistere sulla richiesta di sospensiva del decreto governativo che ha imposto condizioni all’offerta pubblica di scambio su Banco BPM. Durante l’udienza di questa mattina davanti al Tribunale amministrativo regionale del Lazio, l’istituto di credito ha comunicato la propria intenzione di ritirare l’istanza cautelare.
La mossa dell’amministratore delegato Andrea Orcel ha permesso di accelerare i tempi per la decisione definitiva: il TAR ha infatti calendarizzato l’udienza di merito per il prossimo 9 luglio, quando si entrerà nel vivo della controversia sul decreto del Consiglio dei ministri del 18 aprile scorso.
Un approccio più diplomatico
Il cambio di rotta di piazza Gae Aulenti sembra rispondere a una strategia più conciliante nei rapporti con palazzo Chiarella. “UniCredit ha ritirato la richiesta di misure provvisorie per consentire un dialogo costruttivo con il Ministero dell’Economia”, ha spiegato la banca in una nota diffusa al termine della camera di consiglio. L’istituto ha però precisato di mantenere “la propria posizione sul merito della Golden Power”, confermando che la battaglia legale proseguirà.
L’operazione da oltre 10 miliardi di euro su Banco BPM resta quindi sotto la lente del governo, che attraverso il Golden Power ha subordinato l’acquisizione al rispetto di specifiche prescrizioni volte a tutelare gli interessi strategici nazionali nel settore bancario.
I prossimi appuntamenti
Con la fissazione dell’udienza di merito al 9 luglio, UniCredit punta ora a ottenere “definitiva chiarezza” sulla legittimità delle misure imposte dall’esecutivo. Il verdetto del TAR del Lazio potrebbe rappresentare un passaggio cruciale per il futuro assetto del sistema bancario italiano e per le ambizioni di crescita del gruppo guidato da Orcel.
La decisione di oggi segna comunque un primo segnale distensivo dopo settimane di tensioni tra la banca e il governo, aprendo la strada a un possibile dialogo che potrebbe sbloccare una delle operazioni più importanti del settore finanziario europeo.
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