Serie TV e film made in Hollywood. Ora la Cina dice no

I rapporti tra Cina e USA sembrano peggiorare di mese in mese, e la recente vicenda che ha visto coinvolta la Huawei ne è un esempio abbastanza evidente. Ma non sarebbe stata quella la causa delle recenti decisioni del governo cinese, relative alle produzioni americane in ambito cinematografico.

Sarebbe infatti dal capodanno lunare, quindi dal mese di febbraio, che la Cina ha iniziato a bloccare i prodotti made in Hollywood, dimostrazione tangibile di quanto si siano deteriorati i rapporti tra i due Paesi. Si sposta quindi sul settore cinema la “guerra fredda” dopo che la Cina aveva progettato di limitare l’export dei preziosi minerali utilizzati nell’industria dell’high tech di cui è primo produttore mondiale.

Una controffensiva che ha determinato la cancellazione di alcune programmazioni, come ad esempio quella dell’ultima puntata della popolare serie TV Game of Thrones, mai andata in onda in Cina. Ma non è l’unico esempio. Infatti il settimanale d’intrattenimento Variety ha fatto sapere che il China Film Beaureau avrebbe sospeso l’approvazione di film americani, ad eccezione delle pellicole almeno in parte prodotte in Cina.

L’annuncio delle nuove misure adottate oltre Muraglia sono state rese note ufficiosamente durante il Festival di Cannes. Tuttavia la situazione sarebbe ancora confusa e caotica per gli addetti ai lavori. Jean Prewitt, presidente dell’Indipendnt Film & Television Alliance ha definito le politiche cinesi “una battuta d’arresto estrema.”

In alcuni casi le limitazioni alle produzioni americane non vengono applicate. Ad esempio il film Marvel Spider-Man Far From Home verrà regolarmente proiettato, ed è atteso nelle sale cinesi per il 28 giugno. Mentre con grande disapprovazione dei fans, come detto, non è stata trasmessa l’ultima puntata del Trono di Spade.

Un mercato ricco quello cinese, se si considera che il valore complessivo dello stesso viene stimato intorno ai 9 miliardi di dollari, e che la fetta relativa alle produzioni americane è di circa un terzo del totale. Inoltre secondo Pricewaterhouse Coopers, il mercato crescerà considerevolmente nei prossimi anni, arrivando a toccare entro il 2020 i 12,28 miliardi di dollari, superando quindi gli 11,93 miliardi di quello degli Stati Uniti.

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