Secondo quanto riferito dall’Istat nella sua nota mensile, la tendenza alla flessione per l’economia italiana si sarebbe finalmente interrotta, ed ora ci si aspetta un miglioramento della produzione. La nota mensile dell’Istat, resa nota dall’Ansa a pochi giorni dalla pubblicazione dei dati sul PIL, che nel secondo trimestre del 2019 è rimasto fermo, preannuncia quindi una ripresa dell’economia italiana.

L’Istat afferma che nel mese di luglio “l’indicatore anticipatore ha interrotto la tendenza alla flessione in atto dalla fine dello scorso anno, prospettando uno scenario di lieve miglioramento dei livelli produttivi”. Secondo l’Istat infatti vi è stato un marcato aumento nel clima di fiducia dei consumatori, un aumento esteso a tutte le componenti, con un recupero della fiducia anche per le imprese, con l’unica eccezione di quelle del manifatturiero.

Negative rimangono invece le prospettive per gli scambi internazionali, visto il protrarsi di pesanti tensioni commerciali e per via del rallentamento dell’attività economica in Cina. In base alla stima preliminare fatta dall’Istat, nel secondo trimestre del 2019 il Pil dell’Italia registra una “variazione congiunturale nulla, a sintesi di una diminuzione del valore aggiunto dell’industria e di un contenuto incremento in quello dei servizi”.

L’Istat ricorda anche che, sempre in base alla stima preliminare “a giugno l’indice destagionalizzato della produzione industriale, dopo l’ampio incremento di maggio, si è ridotto marginalmente in termini congiunturali”.

Nella prima parte dell’anno si è concretizzata una evoluzione positiva con una sostanziale stabilizzazione dell’occupazione, ma soprattutto un tasso di disoccupazione che è andato riducendosi. l’Italia, stando ai dati sull’occupazione resi noti dall’Istat nel mese di maggio, ha toccato il valore di occupazione più alto dal 1977, mentre il tasso di disoccupazione in Italia risulta quello più basso registrato dal febbraio del 2012. Tuttavia il dislivello rispetto alla media degli altri Paesi di area Euro rimane notevole.

Secondo i dati della nota mensile dell’Istat inoltre “sotto la spinta dei ribassi dei beni energetici, a luglio l’inflazione ha continuato a rallentare e si è ampliato il differenziale negativo con la dinamica dei prezzi al consumo nell’area euro e nei principali partner europei.”.

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