Reddito di cittadinanza, si parte con convocazioni per patti di lavoro e sanzioni

I centri per l’impiego si sono finalmente attivati per provvedere all’offerta di un posto di lavoro per coloro che stanno percependo, ormai da mesi, il reddito di cittadinanza. Sono state infatti evase circa 200mila convocazioni e sono stati già completati oltre 70mila colloqui di lavoro, che hanno dato come risultato la sottoscrizione di circa 50mila Patti per il Lavoro.

Reddito di cittadinanza, 200mila convocati per colloqui

Secondo un primo monitoraggio, peraltro ancora incompleto, che le Regioni hanno avviato per tenere sotto controllo la partenza della cosiddetta “Fase 2” del Reddito di Cittadinanza, i percettori del sussidio che sono stati convocati dai centri per l’Impiego sarebbero già 200mila.

La Fase 2 prevede infatti che chi percepisce il Rdc venga avviato al mondo del lavoro, condizione indispensabile affinché quella del Rdc non rimanga una misura meramente assistenziale. E stando a quanto riferisce l’edizione online del Giornale di Sicilia, i dati relativi all’avvio di questa fase sono stati illustrati ieri da Cristina Grieco, assessora al Lavoro della Toscana e coordinatrice della Commissione Lavoro della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome a seguito di un incontro con il ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo.

Le Regioni chiedono una data unica per le sanzioni

Le Regioni, stando a quanto reso noto dalla stessa fonte, avrebbero anche chiesto al ministro del Lavoro “una data unica” per poter far scattare le sanzioni previste per coloro che non rispondono alla convocazione per il colloquio di lavoro, senza avere una ragione valida.

L’assessora al Lavoro, Cristina Grieco, ha fatto sapere che in assenza di “risposte” prossime “faremo un accordo interregionale e partiremo in maniera omogenea tutti insieme”. Il punto è, spiega la Grieco, che in generale è necessario “dare ai centri per l’Impiego strumenti fondati su regole e procedure condivise e su una uniformità di comportamento”.

L’assessora toscana ha spiegato che, su sollecitazione delle stesse regioni, la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo ha già predisposto l’avvio in tempi brevi di un team di lavoro che avrà la funzione di affrontare insieme ai Comuni alcune questioni relative “alle politiche sociali, alle ore di lavoro utili per la collettività, ai rapporti con gli enti proprietari delle sedi dei centri per l’Impiego e alla relazione tra i Cpi e gli uffici dei Comuni”.

Serve un atto interpretativo del Ministero del Lavoro, con particolare riferimento alle conseguenze della mancata presentazione dei beneficiari del Reddito di cittadinanza alle convocazioni da parte dei Centri in assenza di un giustificato motivo” ha spiegato l’assessora Cristina Grieco “c’è bisogno di una attuazione uniforme sui territori delle disposizioni in materia di sanzioni, individuando una data unica nazionale per l’avvio dell’attuazione dei meccanismi di condizionalità”.

Rdc: servono norme condivise su offerte di lavoro

Le Regioni hanno messo in evidenza diverse priorità per quel che riguarda i meccanismi alla base della cosiddetta Fase 2 del Reddito di Cittadinanza. Anzitutto, per l’inserimento in percorsi lavorativi per i percettori del Rdc, è indispensabile che lo strumento dell’Assegno di Ricollocazione diventi operativo, ma è altrettanto fondamentale che vengano fissate delle regole condivise che rendano applicabili le norme sull’offerta congrua di lavoro, al fine di evitare distorsioni o effetti discriminatori.

Un altro punto da non trascurare è quello che riguarda l’aspetto dell’informazione. Viene evidenziata infatti la necessità di una campagna di comunicazione nazionale rivolta ai beneficiari del Reddito di Cittadinanza, con l’obiettivo di renderli consapevoli dei vari obblighi di attivazione connessi alla fruizione del reddito previsti dalla normativa.

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