Stipendi in Italia, ecco quali sono i lavori più pagati e le 10 regole per ottenere un aumento

Le maggiori probabilità di ottenere un buon stipendio le hanno coloro che operano nel settore delle vendite e customer service e chi si occupa di ricerca & sviluppo. Più basse invece le prospettive di guadagno di chi è impegnato nell’universo Ict (Informations and Communications Technology) che si ritrova generalmente con buste paga meno entusiasmanti.

Buone le prospettive di guadagno invece per chi fa esperienza nei servizi finanziari, ma anche per chi ne accumula nelle utilities, al contrario di chi lavora nel campo dell’edilizia e in quello dell’agricoltura.

Ci sono diversi fattori che incidono sul valore di mercato di ogni tipologia di lavoro: il settore economico, il territorio o la dimensione aziendale, che anche a parità di mestiere possono determinare una sostanziale differenza in termini di guadagno mensile. Da non tralasciare poi altri fattori che sono comunque di rilevante importanza come il livello d’istruzione, l’età e qualche volta anche il genere.

L’osservatorio di Jobpricing, una società che è specializzata in indagini incentrate sulle retribuzioni, ha approfondito l’aspetto del livello d’istruzione, ed ha concluso che lo stipendio più alto lo si può ottenere con un master di secondo livello, che permetterebbe di mettere in tasca mediamente 47 mila euro annui.

Trovare lavoro sfruttando la propria laurea generalmente garantisce uno stipendio di poco inferiore ai 40 mila euro annui, se invece il titolo di studio è il diploma si scende intorno ai 30 mila, mentre con le scuole medie ci si ferma intoro ai 25 mila. In generale è stato rilevato che il gap medio tra i lavoratori laureati e quelli non laureati si aggira intorno al 43,2%.

Ci sono poi differenze in busta paga anche in base al genere. Le donne, per guadagnare quanto gli uomini devono mediamente lavorare un mese in più. Lo stipendio destinato a chi appartiene al gentil sesso si aggira intorno ai 27.617 euro annui, mentre quello degli uomini arriva a 30.368 euro annui.

Ma quali sono i lavori più pagati? Per un quadro vendite e customer service permettono di mettere in tasa circa 57 mila euro annui, ma le stesse prospettive le offre l’ambito legale&compliance o il lavoro in amministrazione, finanza e controllo.

Invece per quanto riguarda gli impiegati, ricerca e sviluppo offrono le più interessanti prospettive di guadagno, con stipendi che si aggirano intorno ai 32,458 euro annui. Seguono vendite&customer service e produzione&qualità.

In sintesi, vediamo quali sono i lavori più pagati per i quadri dando uno sguardo agli stipendi lordi annui

  • Vendita&customer service: 56.954 euro
  • Legale&compliance: 55.163 euro
  • Amministrazione finanza e controllo: 54.905 euro
  • Mareting&comunicazione: 54.721 euro
  • Acquisti, logistica&supply chain: 54.332 euro
  • Risorse umane e organizzazione: 53.798 euro
  • Produzione&qualità: 52.892 euro
  • Ricerca&sviluppo: 52.821 euro
  • It&web: 52.258 eiro

Ed ecco invece i lavori più pagati in Italia per quel che riguarda gli impiegati (stipendi lordi annui)

  • Ricerca&sviluppo: 32.458 euro
  • Vendite&costumer service: 31.974 euro
  • Produzione&qualità: 31.947 euro
  • Legale&compliance: 31.244 euro
  • It&web: 30.420 euro
  • Marketing&comunicazione: 30.236 euro
  • Amministrazione, finanza&controllo: 29.889 euro
  • Acquisti, logistica&supply chain: 29.637 euro
  • Risorse umane e organizzazione: 29.125 euro

Le 10 regole per ottenere un aumento di stipendio

Non dimentichiamo però che lo stipendio che viene determinato in un’offerta di lavoro, così come un eventuale aumento, dipendono anche dall’esito della trattativa con il dipendente. A tal proposito la società di consulenza di The Adecco Group, Spring professional, specializzata nella ricerca, selezione e valutazione dei profili di middle management, ha individuato le 10 regole d’oro per ottenere uno stipendio più alto.

1.Conoscere il pricing del proprio ruolo professionale

La prima regola è quella di stabilire un punto di riferimento solido e oggettivo per intavolare la trattativa. Dal momento che ogni ruolo professionale ha un suo specifico valore di mercato, questo deve essere il punto di partenza per la negoziazione con il datore di lavoro finalizzata a determinare l’entità dello stipendio.

Per potersi muovere in maniera sufficientemente abile è necessario quindi essere a conoscenza di quale sia esattamente il “pricing” del proprio ruolo o di quello che stiamo per andare a ricoprire.

2.Capacità di autovalutarsi

E’ fondamentale, per poter conseguire risultati apprezzabili in sede di negoziazione salariale, saper fare un’attenta autovalutazione delle proprie competenze e sostanzialmente essere in grado di rispondere a domende quali: che riconoscimenti hai ricevuto in passato? Che target sei riuscito a raggiungere? In che modo hai contribuito e quindi potrai contribuire al raggiungimento dei target dell’azienda?

3.Definire il valore economico della richiesta

Quando si tratta di chiedere un aumento di stipendio, una domanda sorge spontanea: ma quanto posso chiedere? Per rispondere a questa domanda conviene tenere sempre presente che ogni datore di lavoro può applicare, nella scelta dei termini retributivi, principi diversi, ed è bene essere a conoscenza il più possibile di quale sia la reward policy dell’azienda.

Se la conoscenza della reward policy non è approfondita, visto che la maggior parte delle aziende tende ad avere standard abbastanza simili in materia di aumenti retributivi, ci si può basare sulla matrice sottostante, che mette in relazione il valore di mercato e il valore della risorsa.

4.Cercare di capire se c’è compatibilità tra aspettative e politica retributiva

E’ necessario tenere sempre in considerazione quali sono gli obiettivi che il datore di lavoro si prefigge, e comprendere quali sono le priorità per l’azienda in linea generale o in una specifica fase.

Gli obiettivi possono variare notevolmente da un datore di lavoro ad un altro. Ci sono ad esempio obiettivi di meritocrazia, in base ai quali si opta per una retribuzione più gratificante per i dipendenti che conseguono meriti particolari, oppure obiettivi di equità, in base ai quali si prevede una retribuzione uguale per dipendenti che ricoprono gli stessi ruoli, escludendo la possibilità che si facciano distinzioni immotivate.

Possono esserci obiettivi di competitività, in base ai quali si prevedono retribuzioni che permettano di competere nel mercato garantendo all’azienda determinati standard in fatto di reclutamento e turnover, oppure obiettivi legati a un discorso di costi, che portano il datore di lavoro a limitare il budget, massimizzando le risorse in un’ottica di maggiore efficienza.

Maggiore la conoscenza di questi aspetti, più alte le probabilità di intavolare una trattativa efficace volta al conseguimento di un aumento di stipendio.

5.Il tempismo

Per chiedere un aumento di stipendio è fondamentale saper scegliere il momento giusto. Si dice che il tempismo è tutto, ed effettivamente si tratta di un aspetto molto importante anche in questo contesto.

Se si vuole avere buone probabilità di riuscire nell’intento di ridefinire la propria posizione salariale, conviene sicuramente tenere conto del particolare momento che l’azienda sta attraversando, evitando prima di tutto le fasi di risultati non positivi o comunque al di sotto delle aspettative.

Se l’azienda sta riscontrando difficoltà nel raggiungere gli obiettivi che erano stati prefissati per un determinato periodo, conviene rimandare la trattativa ad un momento più positivo. Non andrà bene però nemmeno il momento in cui l’azienda sta affrontando importanti cambiamenti, come l’ingresso di un nuovo Amministratore Delegato, oppure di un nuovo HR manager o ancora il cambio del responsabile.

Meglio quindi raccogliere tutte le informazioni in grado di fornirci un quadro più dettagliato possibile della particolare fase che l’azienda sta attraversando, prima di tentare la richiesta di un aumento di stipendio, o la negoziazione per un nuovo impiego.

6.Il motivo

Prima di chiedere un aumento di stipendio, conviene prima di tutto farsi la più semplice, eppure non altrettanto scontata, delle domande: perché? Il motivo per il quale riteniamo sia giusto che la retribuzione che percepiamo meriti un ritocco in positivo è di primaria importanza.

Chi dovrebbe accordarci un aumento, che sia l’HR manager o l’imprenditore, perché dovrebbe farlo? Bisogna tenere conto di due aspetti principalmente: il primo riguarda la convergenza di interessi, il secondo invece il punto di vista del datore di lavoro.

Per quel che riguarda il primo dei due punti cui abbiamo appena accennato, è bene non dimenticare che per ottenere un aumento di stipendio, è fondamentale che sia nell’interesse anche della controparte, altrimenti per quale ragione dovrebbe concedere un ipotetico aumento di stipendio?

Quanto al secondo punto, quello che riguarda il punto di vista del datore di lavoro, è importante non dimenticare che per chi deve decidere se accordarci un aumento di stipendio, il livello della retribuzione dipende dal valore del lavoro, che viene determinato dal mercato e dal peso organizzativo del ruolo che si svolge, e dal valore della persona, cioè il contributo che il dipendente è in grado di dare in questo momento, e quello che potrebbe dare in futuro.

Se si vuole chiedere un aumento di stipendio quindi è necessario che le argomentazioni che adduciamo includano tutti questi aspetti, in modo tale che la controparte si convinca che il valore del ruolo svolto non trova giusto riscontro nel livello della retribuzione, oppure che il valore della persona nell’azienda non è adeguatamente ricompensato.

7.Pianificare bene la trattativa

È importante, quando si vuole chiedere un aumento di stipendio, pianificare la negoziazione nel dettaglio, e cercare di arrivare al momento della trattativa preparati. Significa che le eventuali controproposte che il datore di lavoro potrebbe sottoporci dovremmo averle già ipotizzate e considerate, ed eventuali obiezioni dovremmo averle già previste.

Conviene avere una vera e propria strategia ben definita, sapere cosa possiamo aspettarci in termini di controfferte e risposte negative, e come reagire. Non solo, perché è anche importante porsi degli obiettivi ben precisi, e stabilire prima fino a che punto si è disposti a spingere la trattativa.

8.La questione della riservatezza

Fondamentale la questione della riservatezza. Generalmente le aziende non gradiscono che in seguito ad una trattativa salariale, indipendentemente da quale ne sia l’esito, si inneschino dinamiche spiacevoli nella gestione di altri dipendenti.

Meglio quindi mantenere il giusto livello di riservatezza quando si prova a richiedere un aumento di stipendio, per evitare che ad esempio altri dipendenti possano maldigerire la decisione dell’azienda di fare eventuali concessioni, e che la stessa si trovi poi a dover affrontare ulteriori pressioni da parte di altre figure professionali in cerca di aumenti retributivi.

9.Evitare gli ultimatum

Anche se in alcuni casi può diventare l’unica strada percorribile, tentare di mettere il datore di lavoro con le spalle al muro, dettando condizioini, o ricorrendo a minacce finalizzate all’ottenimento di un aumento salariale non è una buona strategia.

Dare al datore di lavoro la sensazione che gli si stia presentando un aut-aut è generalmente sconsigliabile. Si predispone meglio l’interlocutore se gli si trasmette la sensazione di avere il controllo, e ci si pone in maniera positiva. Meglio quindi non evidenziare gli aspetti negativi del proprio impiego e dell’attuale retribuzione, quanto quelli positivi che si potrebbero riscontrare qualora le nostre richieste venissero accolte.

10.Il problema delle trappole cognitive

Le decisioni che le persone prendono, stando a quanto rivelato dagli studiosi di economia comportamentale, non dipendono esclusivamente da elementi di natura razionale, ma sono pesantemente influenzate dal “bias”, vale a dire pregiudizi.

Questo significa che spesso alla base di una decisione non ci sono logiche razionali, ma emozioni, persino quando si tratta di concedere o meno un aumento salariale ad un proprio dipendente.

Quando si intavola un negoziato bisogna quindi tenere conto di tutto ciò, ed evitre alcune “trappole” cognitive. Non conviene ad esempio essere eccessivamente fiduciosi in se stessi, ma raggiungere la consapevolezza dell’importanza della propria figura nel contesto lavorativo è fondamentale.

Tuttavia, nell’ambito di una trattativa finalizzata ad un aumento di stipendio, bisogna evitare in ogni caso di porci in maniera aggressiva, anche quando siamo certi di ricoprire un ruolo fondamentale per l’azienda, perché il rischio è che la controparte reagisca in maniera emozionale e percepisca attraverso il nostro eccesso di fiducia, il messaggio: “prendere o lasciare”. L’esito a quel punto potrebbe essere segnato, e il tentativo destinato a fallire.

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