Coronavirus, in Cina superato il numero di vittime della SARS. Si registra il primo morto fuori dal Paese

Il conteggio delle vittime del nuovo coronavirus (2019-nCoV) continua a salire. Stando agli ultimi aggiornamenti il totale ha raggiunto quota 362, con la prima vittima fuori dalla Cina. Se si prende in considerazione il dato relativo al numero di morti nel territorio cinese, questo risulta aver ormai superato il conteggio delle vittime complessive causate dalla SARS tra il 2002 e il 2003.

All’epoca infatti morirono 349 persone in Cina a causa della diffusione della malattia, mentre il totale mondiale arrivò a 774. Questa epidemia, a differenza di quella della SARS, è perlopiù contenuta nei confini cinesi infatti, con una sola vittima fuori dal Paese, registrata proprio nella giornata di ieri nelle Filippine.

Il virus 2019-nCoV, dichiarato nei giorni scorsi emergenza sanitaria globale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha infettato in tutto 150 persone fuori dalla Cina, sparse in un totale di 23 Paesi. Per quel che riguarda il continente asiatico, i Paesi più colpiti sono il Giappone con 20 contagi accertati, la Thailandia con 19, e Singapore con 18.

Negli Stati Uniti ad aver contratto il virus sono 11 persone, tutte in condizioni stabili al momento, mentre in Europa i casi confermati di contagio sono 10 in Germania, 6 in Francia, 2 in Italia e 2 nel Regno Unito, mentre in Svezia, in Spagna e in Finlandia 1 caso soltanto.

A Hong Kong, dove il numero dei contagi ha raggiunto le 15 unità, circa 9 mila medici stanno protestando per chiedere alle autorità cinesi di chiudere le frontiere con l’entroterra, ribadendo quanto già chiesto nei giorni scorsi dalle organizzazioni sindacali.

In Cina nuove città in quarantena

In tutto il mondo diversi Paesi hanno adottato precauzioni per contenere il rischio di contagio da coronavirus. L’Italia è l’unico Paese in Europa ad aver del tutto bloccato i voli da e per la Cina, mentre molti altri Paesi hanno comunque imposto restrizioni per gli spostamenti da a verso l’entroterra cinese.

Misure precauzionali sono state adottate nei confronti di chi arriva dalla Cina da diversi Paesi tra cui Stati Uniti, Australia, Giappone, Corea del Sud, Vietnam, Israele, Russia, Nepal, Oman, Arabia Saudita, Nuova Zelanda e Papua Nuova Guinea.

Talvolta la decisione di ridurre o bloccare del tutto lo spazio aereo non è arrivata dalle istituzioni ma dalle stesse compagnie aeree, come nel caso della British Airways, tra le prime a sospendere il traffico aereo, ma anche dalla Air France, Air Canada, Lufthansa, American Airlines, Delta e United Airlines.

In Cina nel frattempo vengono ampliate le misure di contenimento con nuove città messe in quarantena con rigide restrizioni agli spostamenti delle persone. Dopo Wuhan la città della Cina più colpita dal coronavirus è Huanggang, dove agli abitanti è fatto divieto di uscire di casa e solo una persona per nucleo familiare è autrizzata ad uscire di casa per comprare cibo e beni di prima necessità. Misure simili sono state adottate anche a Wenzhou una città situata nella vicina provincia di Zhejiang.

Arriva nel frattempo la notizia che nella giornata di oggi sarà già operativa la seconda delle due strutture ospedaliere realizzate in tempi record proprio per accogliere i pazienti infetti dal coronavirus. Il nuovo ospedale è stato realizzato utilizzando anche degli elementi prefabbricati in un’area in cui avrebbe dovuto sorgere una struttura ricettiva destinata ai lavoratori della regione.

Invece del villaggio vacanze, nei pressi del lago è sorto quindi un ospedale con 1.000 posti letto, che si estende su un’area di 25 mila metri quadrati.

Tornano in Italia i cittadini bloccati a Wuhan

Nella giornata di oggi è atteso anche l’aereo proveniente da Wuhan sul quale sono saliti 56 dei 67 Italiani che erano rimasti bloccati nella città cinese dopo lo scoppio dell’epidemia del coronavirus.

Dei 67 che si trovavano a Wuhan, 10 hanno infatti deciso di rimanere in Cina, mentre ad uno di loro non è stato consentito di lasciare il Paese in quanto è risultato avere la febbre. All’arrivo in Italia sono previsti controlli medici a seguito dei quali scatterà il trasferimento presso la cittadella militare della Cecchignola, un quartiere che si trova nella periferia sud di Roma. Lì rimarranno in quarantena per due settiman, ospitati nel Centro olimpico dell’esercito.

Lo Spallanzani isola il virus, ricercatori italiani primi in Europa

Era già stato isolato dai ricercatori cinesi, il nuovo ceppo di coronavirus 2019-nCoV, ma fino all’isolamento realizzato dai ricercatori italiani dell’Istituto Spallanzani di Roma, in Europa erano disponibili solo i dati di sequenza del virus pubblicati da Pechino. Pur avendo isolato il virus infatti, i Cinesi non lo avevano “fatto uscire dalla Cina”.

“In queste ore allo Spallanzani è stato isolato il Coronavirus” ha annunciato il ministro della Sanità Roberto Speranza “è una notizia importante a livello globale. Significa avere più possibilità di studiarlo, capirlo e sapere cosa fare per contenerlo. Sarà messo a disposizione di tutta la comunità internazioinale. Ora sarà più facile trattarlo”.

I virologi dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani infatti, a meno di 48 ore dalla diagnosi di positività per i primi due pazienti ricoverati in Italia, sono riusciti, primi in Europa, ad isolare il virus.

Avere a disposizione in modo così tempestivo il virus è un passo fondamentale che permetterà di perfezionare i metodi diagnostici esistenti e di allestirne di nuovi” spiegano dallo Spallanzani “la disponibilità nei laboratori del nuovo agente patogeno permetterà inoltre di studiare i meccanismi della malattia per lo sviluppo di cure e la messa a punto del vaccino”.

Primo decesso fuori dalla Cina nelle Filippine

Mentre il numero dei contagi continua a crescere, sia in Cina che nel resto del mondo, arriva la notizia della prima vittima registrata fuori dalla Cina. Si tratta di un cittadino cinese di 44 anni che era stato ricoverato nelle Filippine il 25 gennaio insieme alla sua compagna.

Si trattava del primo caso di contagio accertato nelle Filippine. Il segretario della Salute ha dichiarato: “nel corso del ricovero il paziente ha sviluppato una grave polmonite che lo ha portato alla morte“.

Chiede intanto aiuto a Bruxelles l’ambasciatore cinese, che lamenta la mancanza di risorse e forniture mediche per contrastare l’emergenza coronavirus, e su Twitter il commissario europeo per la gestione delle crisi, Jenez Lenarcic, ha annunciato che “dodici tonnellate di dispositivi di protezione sono già in viaggio verso la Cina”.

“Siamo con voi” ha scritto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una lettera indirizzata a Pechino. “Nell’affrontare l’emergenza sanitaria la Cina può contare sulla disponibilità della Repubblica Italiana per ogni assistenza che venisse ritenuta utile” si legge nella lettera “partecipiamo al dolore delle famiglie di quanti hanno perso la vita e auguriamo ai malati, assistiti dal coraggioso personale medico-sanitario cinese, un pronto e completo ristabilimento”.

In Thailandia guarita una 71enne con farmaci contro l’AIDS

Nel frattempo una buona notizia arriva dalla Thailandia, dove, stando a quanto annunciato dai medici, una paziente cinese di 71 anni, per la quale era stato accertato il contagio da coronavirus, è stata guarita usando un vaccino antinfluenzale e due medicinali specifici per i trattamenti contro l’AIDS.

Il Bangkok Post ha riportato che due medici dell’ospedale Rajavithi di Bangkok, Kriangsak Atipornwanich e Subsai Kongsangdao, in conferenza stampa hanno spiegato che tramite l’utilizzo di questi farmaci si riescono a ridurre considerevolmente i sintomi della polmonite causata dal coronavirus nell’arco di appena 48 ore dall’inizio del trattamento.

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