Quali sono i sintomi del nuovo Coronavirus? Ecco come riconoscere il virus

Nelle ultime ore i casi confermati di contagio da coronavirus si sono rapidamente moltiplicati in Italia, facendo diventare il nostro Paese, con oltre 150 casi confermati, il terzo al mondo come numero di persone colpite, dopo Cina e Corea del Sud.

Inevitabile quindi iniziare a domandarsi, per chi non lo avesse già fatto quando in Italia i contagi confermati erano ancora solo i due cinesi ricoverati presso l’istituto Spallanzani di Roma, quali siano le misure preventive da adottare per ridurre le probabilità di contrarre il coronavirus.

Quali sono quindi le precauzioni utili a tutelare la nostra salute, e quando invece si entra nell’ambito della psicosi? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza, basandoci sulle informazioni diffuse del ministero della Salute e dai vertici della protezione civile.

Le autorità sanitarie lombarde hanno avviato un programma volto a ridurre il rischio della diffusione del contagio, con particolare attenzione e quindi specifiche misure che riguardano il Lodigiano, la provincia che al momento risulta la più colpita in Italia. Affinché il piano messo a punto dal ministero della Salute possa risultare efficace è però necessaria la massima collaborazione da parte di tutti.

Ai cittadini si chiede di prestare attenzione ad alcune semplici norme. Tutti coloro che sono entrati in contatto con persone infette è bene che si rivolgano alle strutture sanitarie per rendere possibile la valutazione delle condizioni di salute, e l’esecuzione dei test necessari a verificare l’eventuale presenza del virus.

In ogni caso, anche per coloro che non si trovano nelle aree attualmente interessate dall’epidemia, è importante informarsi, sapere quali sono le precauzioni da prendere, cosa è bene evitare in quanto possibile fonte di contagio, e cosa invece non comporta alcun rischio reale per la salute. Cominciamo quindi dall’inizio.

Cos’è il Coronavirus COVID-19 e come si diffonde

Con la sigla COVID-19 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) indica la malattia causata dal nuovo ceppo di coronavirus (SARS-CoV-2). “CO” sta per “corona”, “VI” sta per virus e “D” sta per Disease, che in inglese vuol dire “malattia”. Il numero 19 si riferisce, come è facile intuire, all’anno di identificazione.

In pratica quindi il virus SARS-CoV-2 è ciò che causa la COVID-19, ma come avviene il contagio? È un virus che si diffonde per via aerea, quindi attraverso le piccolissime gocce di saliva che emettiamo con la respirazione, ed in particolare quando tossiamo o starnutiamo.

Il contagio può avvenire in diversi modi. Direttamente, se ci si trova vicini ad un soggetto infetto che starnutisce o tossisce, oppure indirettamente, se ad esempio il virus si trova su oggetti e superfici.

Le vie di contagio indiretto seguono sostanzialmente lo stesso schema delle altre malattie virali. Un soggetto infetto starnutisce, o tossisce, e si porta una mano alla bocca. Poi con la mano tocca un oggetto o una superficie, che poco dopo viene toccato o toccata da un soggetto sano, il quale si porta la mano al viso o alla bocca, e in questo modo fa entrare il virus a contatto con le proprie mucose, infettando quindi il proprio organismo.

La malattia poi non si manifesta subito, perché naturalmente bisogna considerare il tempo di incubazione, vale a dire il lasso di tempo che intercorre dal momento in cui si entra in contatto col virus al momento in cui si manifestano i primi sintomi.

Per quel che riguarda il Coronavirus si è riscontrato che tale tempo di incubazione va dai 2 ai 14 giorni, anche se alcuni esperti ritengono che tale conclusione possa essere inesatta, e che il tempo di incubazione del coronavirus potrebbe essere addirittura di 24 giorni.

Il punto è che sulla COVID-19 le certezze sono ancora meno di quelle che vorremmo. Ad esempio non si sa esattamente da quando, dopo aver contratto il virus, il soggetto inizia a diventare contagioso. Per molte malattie si può iniziare a trasmettere il virus solo dopo la comparsa dei primi sintomi, ma per alcune patologie si è contagiosi anche durante il periodo di incubazione.

Per quel che riguarda il coronavirus c’è il sospetto che il contagio possa avvenire anche da parte di persone che non hanno manifestato ancora alcun sintomo. Nel merito gli esperti stanno ancora effettuando le dovute ricerche e si attendono quindi eventuali conferme.

Alcuni ipotizzano invece che in un certo numero di soggetti la COVID-19 causi sintomi molto lievi, sicché questi individui, non consapevoli di aver contratto il coronavirus, restano attivi, continuano ad andare a lavoro e ad avere una vita sociale, e così facendo diventano un perfetto tramite per la diffusioine del virus.

Quali sono i sintomi del coronavirus?

Ma come si fa a capire se si è contratto il coronavirus? Quali sono insomma i sintomi della COVID-19? Come accennato, la malattia può anche essere asintomatica per alcuni soggetti, ma in genere causa gli stessi sintomi di una classica influenza, vale a dire febbre, tosse, difficoltà respiratorie; meno frequenti il naso che cola e il mal di gola.

Di solito l’organismo riesce a contrastare l’infezione e a fermare la moltiplicazione del virus, portando alla guarigione dell’individuo che lo ha contratto nel giro di un paio di settimane.

Se però la malattia si evolve, il paziente rischia di sviluppare una polmonite le cui complicazioni possono portare anche alla morte. Un rischio di morte che è più elevato nel caso di soggetti già affetti da altre patologie, come il diabete, o carenze del sistema immunitario, e naturalmente per gli anziani.

Ciò detto, è facile scambiare la COVID-19 per una banale influenza, così come può accadere l’esatto contrario. È naturale quindi porsi qualche domanda in più nel momento in cui ci accorgiamo di aver iniziato ad accusare questi sintomi, ed in quel caso è opportuno perciò ridurre i contatti con altre persone, adottando le dovute precauzioni onde evitare di esporre gli altri al contagio.

Per avere maggiori informazioni su come gestire la malattia è sempre consigliabile rivolgersi al proprio medico curante, il quale sarà in grado di fornire maggiori indicazioni su come affrontare la situazione.

Se riscontriamo un rapido peggioramento dei sintomi, è sconsigliabile recarsi al pronto soccorso. Si suggerisce invece di chiamare il 112 ed illustrare il proprio stato di salute, avendo l’accortezza di fornire tutte le informazioni che riteniamo utili al fine di ottenere una valutazione quanto più attendibile possibile.

Inoltre, per tutti coloro che necessitano di maggiori informazioni e consigli sulla COVID-19, il ministero della Salute ha messo a disposizione il numero 1500.

La situazione è davvero così preoccupante?

I dati che continuano ad arrivare sull’evolversi della situazione presentano un quadro ancora suscettibile di interpretazioni che spesso finiscono per essere anche alquanto distanti.

Il rapporto più completo sulla COVID-19 diffuso ad oggi si basa soprattutto sui dati rilevati nella Cina continentale, e indica un 81% dei casi nei quali la malattia si sviluppa con sintomi perlopiù moderati, e sono soprattutto le persone più anziane, o con patologie pregresse ad essere a rischio.

In un altro 13,8% dei casi i sintomi della COVID-19 si manifestano in forma grave, e solo in un 5% dei malati portano a condizioni critiche.

In conclusione, non ci troveremo di fronte ad alcuno scenario apocalittico. Anche se spesso si respira un clima di allarmismo, e ci si trovi di fronte ad episodi che assumono i caratteristici tratti delle psicosi di massa, come la caccia a mascherine e amuchina (ormai introvabili nelle località più colpite dal coronavirus), non è il caso di lasciarsi prendere dal panico.

Le misure di prevenzione da adottare sono le stesse cui è bene attenersi tutti i giorni, indipendentemente dall’epidemia di coronavirus. Si tratta delle comuni pratiche igieniche da sempre consigliate, come lavarsi spesso le mani, evitare di toccarsi il viso con le mani sporche, e avere l’accortezza di starnutire o tossire nell’incavo del gomito.

Infine, se si risulta positivi al contagio da coronavirus, limitarsi a rispettare le norme di sicurezza definite dal ministero della Salute, al fine di tutelare nel migliore dei modi la propria salute ed evitare di mettere a rischio quella degli altri.

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