Emergenza coronavirus, per il Sud una corsa contro il tempo. Servono più posti in terapia intensiva

La speranza è che il ritmo di crescita dei contagi rallenti e dia alle regioni del Sud il tempo per prepararsi al picco che, ormai se ne ha la certezza, arriverà nel Meridione anche se non così presto.

In Puglia il coordinamento è stato affidato all’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, la Sicilia sta progettando di ricavare un ospedale all’interno di una nave da crociera, e nelle altre regioni tutti sono all’opera per rendere possibile la riapertura di ospedali, per reperire nuove forniture ed assumere personale per permettere al sistema sanitario di reggere l’impatto.

Fino alla serata di ieri i contagi confermati nel Sud Italia erano 455, ma ci si aspetta che i numeri crescano rapidamente nelle prossime settimane, e quando succederà il sistema sanitario dovrà essere pronto a gestire l’emergenza.

I posti disponibili in terapia intensiva, fino a poche settimane addietro erano in totale 1.076 in tutto il Mezzogiorno. Ora, grazie ad accordi con la sanità privata e al potenziamento delle strutture pubbliche, si conta di approntarne altri 510. Un incremento dei posti del 50% o poco meno in appena 15 giorni, con la speranza che nei prossimi giorni le misure di contenimento imposte dal Governo si dimostrino efficaci.

In Puglia una task force guidata da Lopalco

La Puglia è stata una delle prime regioni meridionali ad aumentare la capienza dei reparti. La task force di Lopalco partiva da 150 posti letto nei reparti di terapia intensiva, ma il numero è già salito a 209 e si prevede di toccare quota 300 nei prossimi giorni.

Inoltre sono stati ricavati altri 680 posti letto per chi contrae il Covid-19 e necessita di ricovero. Si sta valutando poi la riapertura degli ospedali di San Pietro Vernotico e Terlizzi che potranno ospitare i pazienti che hanno contratto il coronavirus ma sono in via di guarigione. Infine altri 495 posti letto dovrebbero arrivare dalla sanità privata.

Questo è quanto illustrato mercoledì dall’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, cui è stato affidato il coordinamento della task force costituita dal governatore della Regione Puglia Michele Emiliano.

Ma quando potrebbe arrivare il picco di contagi in Puglia? Secondo le previsioni potrebbe arrivare tra fine marzo e inizio aprile, e l’obiettivo è quello di contenere il numero dei contagi entro i 2.000. Metà di questi, stando alle percentuali fin qui evidenziate nel resto del Paese, in particolare in Lombardia, dovrebbe essere sufficiente l’isolamento domiciliare.

Gli altri 1.000, ammesso che i numeri siano questi, necessiteranno di cure maggiori e saranno ricoverati. Il 15% del totale avrà bisogno della terapia intensiva. Ad oggi i casi di contagio confermati in Puglia sono 98, e se queste previsioni dovessero risultare corrette, il sistema sanitario pugliese sarebbe in grado di reggere l’urto.

In Calabria si tenta di quintuplicare i posti letto

La situazione in Calabria è più complessa e ne ha parlato chiaramente la governatrice Jole Santelli. “Una sanità come quella calabrese, vessata da anni da tagli selvaggi, non è in grado di reggere una situazione di totale emergenza” ha spiegato la Santelli.

Si contano fortunatamente ancora 33 casi soltanto, ma aumentare il numero di posti letto è una priorità in vista del picco atteso tra due, massimo tre settimane. In terapia intensiva in Calabria si può contare al momento su 107 posti letto suddivisi tra 12 strutture. Il maggior numero è a Cosenza dove ce ne sono 17, mentre nell’ospedale di Catrovillari il minore, solo 2.

Il commissario straordinario Saverio Cotticelli ha quindi approntato un piano che prevede l’attivazione di 400 posti letto. Saranno approntati altri 90 letti tra Cosenza, Castrovillari, Rossano, Crotone, Cetraro, il Pugliese Ciaccio di Catanzaro, il Mater Domini di Catanzaro, Lamezia, Crotone, Reggio Calabria, Polistena e Vibo Valentia.

Altri 110 posti letto saranno invece allestiti nelle strutture ospedaliere di Paola, Rogliano e Rossano, più 100 posti nell’area centrale della Calabria, tra le strutture di Germaneto e Tropea, e altri 100 posti letto saranno messi a disposizione nell’area sud della regione, tra le strutture di Gioia Tauro, Locri, Melito Porto Salvo.

Per le strutture da adibire a locali in grado di ospitare persone sottoposte alla quarantena, la Regione ha pensato sia agli ambienti di proprietà regionale, ad una collaborazione con l’Agenzia dei Beni Confiscati e con l’Esercito al fine di individuare strutture che rispondano alle esigenze.

In Sicilia si approntano posti letto su una nave da crociera

Come per le altre regioni del Sud, anche in Sicilia ci si prepare ad affrontare il picco dei contagi che è previsto tra un paio di settimane. Il governatore della Regione Nello Musumeci ha iniziato quindi a pensare al piano B, visto che l’attuale offerta del sistema sanitario locale non è in grado di soddisfare le richieste di posti letto che ci si aspettano nel prossimo futuro.

Anche in Sicilia molti fuorisede sono rientrati nei giorni scorsi dalle regioni del Nord, i contagi però, almeno per ora, sono solo 111. Il Governatore ha spiegato in che modo la regione si preparerà al diffondersi del virus che dovrebbe produrre il temuto picco non troppo presto fortunatamente.

“Ho parlato con l’Autorità portuale di Palermo che mi conferma esserci un armatore disposto a mettere al molo una nave da crociera con un centinaio di posti letto e personale sanitario” ha annunciato Nello Musumeci nei giorni scorsi. Una soluzione di ripiego che potrebbe tornare utile qualora i posti letto nelle strutture ospedaliere alla fine non dovessero risultare sufficienti.

In Sicilia, per far fronte all’emergenza si sta cercando anche la collaborazione delle cliniche private. Il sistema sanitario della regione può contare al momento su 252 posti letto in reparti di Malattie infettive, solo un quarto dei quali in isolamento e perlopiù concentrati in provincia di Catania, ma soprattutto per buona parte già occupati da prima dell’epidemia.

La regione Sicilia può contare poi su 346 posti letto in terapia intensiva, ma di questi solo 50 sono in isolamento, con una distribuzione tutt’altro che omogenea sul territorio. Si contano infatti 6 posti ad Enna, 12 a Caltanissetta, 16 a Ragusa, Messina e Agrigento, dove però manca il reparto malattie infettive. A Trapani ce ne sono 12, e altri 18 a Siracusa.

In Campania previsto un picco di 3.000 contagi

Per passare dagli attuali 320 posti letto a poco meno di 500 nei reparti di terapia intensiva della regione Campania servono circa 30 milioni di euro. Questa la cifra messa sul piatto dalla Regione per prepararsi ad affrontare il picco dei contagi da coronavirus.

Al momento il numero dei casi di contagio confermati in Campania è di 200, dato aggiornato a ieri pomeriggio, ma se la crescita dovrebbe subire la temuta impennata, il sistema sanitario, così com’è, non sarebbe in grado di far fronte all’emergenza.

Il governatore della Campania Vincenzo De Luca sta quindi strutturando il piano di potenziamento delle strutture sanitarie, con l’ampliamento dei posti letto, sulla previsione di un picco di contagi di 3.000 unità. Tra le opzioni valutate dall’amministrazione De Luca, quella di trasformare in Covid hospital l’ospedale Loreto Mare e il Cotugno di Napoli.

Basilicata: 30 posti letto in malattie infettive e 49 in terapia intensiva

In Basilicata al momento il sistema sanitario può contare su un totale di 30 posti letto in reparto malattie infettive, e 49 posti letto in terapia intensiva.

Ernesto Esposito, responsabile della task force istituita per affrontare l’emergenza coronavirus, ne ha parlato con Ilfattoquotidiano. “Ci stiamo attrezzando per fronteggiare un’emergenza simile a quella della Lombardia” ha detto Esposito “il piano è in via di definizione in questi giorni”.

La Basilicata per ora è una delle regioni meno colpite d’Italia, con solo 8 casi positivi confermati al 12 marzo. Il piano però sarà attivo in tempi brevi, garantisce il responsabile della task force. “Contiamo di completare l’80% del piano in 7-10 giorni, per il restante 20 per cento ci vorrà un po’ più di tempo” ha fatto sapere Esposito.

In Molise si valuta la riapertura di due ospedali

In Molise si può contare al momento su 30 posti letto tra strutture pubbliche e private, con la possibilità di arrivare fino a 45. Al momento in Molise si sono contati 16 casi di coronavirus, e in vista dell’aumento del numero dei contagi atteso per le prossime settimane, si progetta di riaprire due ospedali.

Le strutture interessate sono quelle di Larino e Venarfo, che andrebbero così ad aggiungersi al Veneziale di Isernia, al Cardarelli di Campobasso, e al San Timoteo di Termoli.

Un aiuto è stato promesso dai privati, coi gruppi Neuromed e Cattolica che hanno dato disponibilità di 17 posti di terapia intensiva. Nello specifico si tratta di 11 posti letto nell’Irccs di Pozzilli, ma 4 di questi sono in sub-intensiva, e altri 6 posti letto al Gemelli Molise.

Per affrontare il picco dei contagi si pensa di aumentare ulteriormente la dotazione a seconda delle esigenze. Il piano è quello di utilizzare i centri privati per i pazienti che necessitano della terapia intensiva ma non per il coronavirus, mentre i posti letto in terapia intensiva nelle strutture pubbliche sarebbero destinati ai pazienti affetti da Covid-19.

Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento. Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa scritti direttamente dai nostri Clienti.
I lettori sono tenuti pertanto a effettuare le proprie ricerche per verificare l’aggiornamento dei dati. Questo sito NON è responsabile, direttamente o indirettamente, per qualsivoglia danno o perdita, reale o presunta, causata dall'utilizzo di qualunque contenuto o servizio menzionato sul sito https://www.borsainside.com.

Rimani aggiornato con le ultime novità su investimenti e trading!

Telegram
Regolamentazione Trading