Decreto salva-Italia sospende il patto di stabilità. Misure per i lavoratori e garanzie per le banche

Il Governo Conte ha varato il decreto salva-Italia, nel quale sono contenute tutte le misure che dovrebbero, in questa emergenza, sostenere il Paese dal punto di vista economico.

Il dl prevede misure cosiddette salva-posto per tutti i lavoratori, ma anche garanzie per le banche che dovrebbero essere sufficienti per muovere 340 miliardi di euro, più 10 miliardi di euro per famiglie e imprese, e 3 miliardi per la sanità e per la protezione civile.

L’esecutivo agisce quindi principalmente su 4 fronti per affrontare l’emergenza, varando al contempo alcune misure settoriali. L’intervento si concentra principalmente su:

  • Finanziamento e più in generale potenziamento del sistema sanitario nazionale, ma anche della protezione civile e degli altri soggetti pubblici che si trovano impegnati sul fronte dell’emergenza
  • Sostegno dell’occupazione, con misure in difesa del lavoro e del reddito, volte anche a garantire che nessuno perda il lavoro a causa dell’emergenza Covid-19
  • Iniezione di liquidità nel sistema del credito in modo da assicurare l’afflusso di 340 miliardi di euro nell’economia reale. Sospese le rate dei prestiti e dei mutui, attraverso fondi e garanzie
  • Sospensione degli obblighi di versamento per tributi e contributi, ma anche per gli altri adempimenti fiscali.

Le altre misure già adottate per far fronte all’emergenza

Non si tratta degli unici interventi adottati dal Governo, che ha già provveduto a varare alcune misure di urgenza volte a supportare le attività economiche nella prima fase di difficoltà dovuta all’espandersi in Italia del contagio da coronavirus, misure grazie alle quali si punta a proteggere specialmente quelle realtà che hanno subito maggiormente l’impatto dell’emergenza e che rischierebbero altrimenti di scomparire definitivamente.

Già dal 24 febbraio il Governo ha provveduto ad alleviare gli impegni finanziari di famiglie e imprese più colpite. Il ministero di Economia e Finanza ha infatti provveduto a sospendere gli adempimenti tributari per i contribuenti delle zone rosse.

In seguito, il 2 marzo, il Governo ha varato un altro decreto legge, che ha esteso l’intervento ai pagamenti di contributi, mutui e bollette. Sono stati quindi aperti ammortizzatori sociali anche per soggetti che normalmente non ne potrebbero beneficiare, sono state potenziate le modalità di smart working, ed è stato garantito il massimo sostegno al settore del turismo.

Dopo il decreto salva-Italia misure per il rilancio dell’economia

La strategia che il Governo sta adottando oggi ha l’obiettivo di ridurre il più possibile l’impatto sull’economia che l’emergenza potrebbe avere anche nel lungo termine. Si tratta però di un contesto completamente nuovo nel quale l’esecutivo si trova a muoversi, così come il virus stesso risulta nuovo e sconosciuto alla comunità scientifica.

Il Governo assicura che la strategia adottata è a un tempo lungimirante e flessibile. Inoltre il decreto appena emanato sarà seguito nel mese di aprile da un nuovo decreto che prorogherà alcuni provvedimenti, prolungando la durata di alcune delle misure adottate adesso, introducendone al contempo di nuove volte a rilanciare l’economia.

I principi generali del decreto salva-Italia

Il decreto interviene in modo straordinario sul profilo di finanza pubblica, con tutte le difficoltà rappresentate da un momento storico drammatico. In questi pochi giorni è stato approntato un pacchetto di norme alquanto corposo, non solo sotto l’aspetto degli importi stanziati, ma anche per quel che riguarda gli interventi sull’ordinamento volti a semplificare molte procedure.

Attraverso le misure contenute nel decreto salva-Italia l’esecutivo punta a dare respiro, protezione e strumenti a tutto il Paese, supportando le attività economiche e le famiglie in una crisi di portata globale, una crisi nella quale l’Italia si è trovata suo malgrado in prima fila, essendo il Paese per primo colpito da un massiccio numero di contagi.

La strategia adottata dall’Italia, cui molti Paesi europei guardano con interesse, prevede in primo luogo di garantire le dotazioni a chi sta combattendo la pandemia in prima linea, vale a dire medici, infermieri, Protezione Civile.

Per quel che riguarda Sistema Sanitario Nazionale e Protezione Civile, il decreto prevede lo stanziamento di risorse finanziarie e l’introduzione di semplificazioni, in modo particolare per aumentare la capacità delle unità di terapia intensiva.

Secondariamente si punta a dare sostegno a quelle famiglie, quelle aziende e quei lavoratori che sono stati maggiormente colpiti dalla crisi. L’esecutivo ha quindi l’obiettivo di impedire che gli effetti di una crisi transitoria si possano tradurre in conseguenze permanenti che potrebbero portare alla chiusura definitiva di imprese e alla perdita di posti di lavoro.

In che modo agisce il decreto salva-Italia

Al potenziamento della sanità e della Protezione Civile, ma anche alla sicurezza sul posto di lavoro, il decreto salva-Italia destina oltre 3 miliardi di euro.

Grazie a queste risorse saranno implementate le capacità di approvvigionamento di dispositivi medici e medico-chirurgici, a cominciare dalle mascherine e dagli altri dispositivi di protezione individuale dal contagio, fino ai respiratori e le altre attrezzature per le unità di terapia intensiva.

Altri 10 miliardi vengono stanziati per i lavoratori. La somma va negli ammortizzatori sociali per il sostegno dell’occupazione e per la difesa del reddito di tutte le categorie di lavoratori, compreso un assegno di 600 euro per i lavoratori autonomi per il mese di marzo.

In considerazione della sospensione delle attività scolastiche inoltre, le risorse stanziate permetteranno anche una considerevole estensione del congedo parentale.

Il governo ha inoltre messo a disposizione 5 miliardi di liquidità e garanzie che assicurano all’economia reale liquidità e maggiore accesso al credito per un totale di 340 miliardi di euro. Il provvedimento serve ad evitare una stretta creditizia prodotta dalle conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria globale, che possa poi portare alla chiusura delle imprese.

Alla base di questo provvedimento vi è l’accordo stretto con il sistema bancario, che collabora in modo costruttivo al fine di evitare che imprese e famiglie rimangano tagliate fuori dall’accesso al credito.

Contestualmente l’esecutivo provvede a sospendere gli obblighi fiscali per le piccole e medie imprese, ma anche per tutte le aziende dei settori colpiti al fine di evitare che vengano sottratte risorse preziose agli operatori economici.

In sostanza si punta ad evitare che una impresa si trovi costretta a chiudere a causa delle tasse, quindi ogni azienda che non sarà in grado di far fronte alle scadenze contributive e fiscali potrà beneficiare di un rinvio dei termini.

La misura è indirizzata solo ed esclusivamente a quelle aziende che effettivamente si trovano in condizioni di difficoltà tali da non poter sostenere le spese relative alle scadenze, mentre le altre aziende, che non si trovano in reali difficoltà, dovrebbero evitare di ricorrere a questo beneficio per non sottrarre risorse a quelle che ne hanno veramente bisogno, o ne avranno bisogno in futuro.

Il decreto sospende anche le attività di riscossione coattiva, dalle cartelle alle notifiche. Vengono egualmente sospesi i pagamenti di ritenute, contributi e IVA per tutte le imprese sotto i 2 milioni di fatturato e senza limite di fatturato per le imprese dei settori più colpiti come quello dei trasporti, del turismo, la ristorazione, ma anche cinema, teatri, sport, istruzione, fiere ed eventi.

Il coordinamento con i Paesi dell’Unione Europea

Il Governo assicura che le misure contenute nel decreto salva-Italia rappresentano un passo in una strategia di sostengo e di rilancio dell’economia, la cui efficacia dipende anche dal livello di coordinamento con gli altri Paesi dell’Ue.

In questi ultimi giorni si è inevitabilmente diffusa la consapevolezza che ci si trova davanti ad una crisi eccezionale, e lo dimostra lo stesso fatto che la Commissione Ue ha proposto di escludere dal deficit tutte quelle spese che sono connesse all’emergenza coronavirus, nonché la sospensione dell’applicazione delle stringenti regole sugli aiuti di Stato.

L’Italia si è sin da subito attivata affinché la risposta dell’Europa fosse coordinata con gli sforzi dei singoli Paesi membri al fine di contenere l’epidemia e le sue conseguenze sul piano economico. Serve quindi un forte stimolo comune di bilancio, da raggiungere attraverso la sospensione del Patto di Stabilità.

Si ritiene in questo contesto che una risposta decisa e unita da parte dell’esecutivo comunitario possa giovare all’Europa fino a renderla più forte di prima. Si tratterebbe di una risposta in linea con le esigenze dei cittadini, nell’ambito di garanzie democratiche, frutto di un dialogo trasversale tra le forze politiche.

Si prende atto senz’altro del fatto che la sanità non è settore in cui l’Unione Europea abbia competenze, ma è vero al tempo stesso che l’elevato rischio per la collettività pone in essere dinamiche inedite. L’Europa come istituzione si trova inevitabilmente a dover dare una risposta nell’ambito della protezione di beni cruciali a cominciare proprio da quello della salute.

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