10 falsi luoghi comuni su come difendersi dal coronavirus, ecco una breve lista delle informazioni errate

Il coronavirus si diffonde attraverso l’aria, e per l’esattezza si può contrarre se le mucose della persona sana entrano in contatto con le goccioline di saliva del portatore, il che può avvenire in maniera più o meno diretta, da cui una serie di misure preventive da adottare.

Ma tra i sistemi di protezione da utilizzare, come le mascherine per coprire naso e bocca, o i guanti usa e getta, e i comportamenti da adottare, come evitare di toccarsi il volto con le mani sporche, tossire nell’incavo del gomito o in un fazzoletto, lavare spesso le mani e via dicendo, vi sono anche dei luoghi comuni del tutto falsi che sentiamo il dovere di sfatare.

Per fare maggiore chiarezza su quali sono le misure efficaci e quali invece non servono a nulla al fine di prevenire il contagio da coronavirus, ci rifacciamo alla lista delle fake news aggiornata dal ministero della Salute.

  • L’uso dell’ozono per sanificare gli ambienti. Si tratta di una delle informazioni riportate come errate dal ministero della Salute. L’uso dell’ozono per ‘sterilizzare’ l’aria e rendere più sicuri gli ambienti non ha alcuna efficacia dimostrata
  • Bere latte per curare chi contrae il virus. Non vi è alcuna evidenza scientifica del fatto che bere latte possa produrre degli effetti positivi su chi abbia contratto il coronavirus, né che possa in qualche modo prevenire dal contagio le persone sane.
  • Disinfettare le mani con raggi ultravioletti. Anche questa è una informazione del tutto errata. Il ministero della Salute ricorda che le lampade a raggi ultravioletti (UV) non devono essere usate per disinfettare le mani né altre zone del corpo. Le mani devono essere lavate spesso, specie se si è fuori casa, con acqua e sapone, oppure con un apposito igienizzante a base alcolica.
  • Mangiare peperoncino protegge dal Covid-19. È una informazione totalmente priva di fondamento, e per quanto il peperoncino possa produrre effetti benefici per l’organismo, non vi è alcuna correlazione tra il suo consumo e le possibilità di contrarre il virus, o di curare il paziente che lo ha contratto.
  • Le mosche diffondono il virus? Decisamente no. Come abbiamo già chiarito, il virus si diffonde per via aerea, attraverso le goccioline che si generano quando una persona parla, tossisce o starnutisce. In gergo queste goccioline vengono chiamate “droplets”. Può capitare che intacchino superfici che poi qualcuno finisce per toccare ad esempio con le mani, e portandole alla bocca, al naso o agli occhi fa entrare il virus a contatto con le mucose provocando il contagio.
  • Si può curare il coronavirus con acqua e bicarbonato. Anche in questo caso, semplicemente non vi è alcuna prova scientifica che bere acqua e bicarbonato possa provocare un maggior livello di protezione delle persone sane, o che possa curare chi ha contratto il covid-19.
  • Gli oli essenziali di piante aromatiche come rosmarino, origano o basilico proteggono dal virus. Si tratta di un’altra falsa convinzione del tutto infondata. Non risulta esistere alcuna correlazione tra piante aromatiche e coronavirus.
  • Le zecche sono in grado di trasmettere il coronavirus. Dal momento che il coronavirus si trasmette per via aerea da uomo a uomo, come abbiamo detto per mezzo delle goccioline di saliva, le zecche non hanno nulla a che fare con la trasmissione del contagio del Covid-19.
    Sebbene non vi sia ad oggi alcuna evidenza scientifica della trasmissione del nuovo coronavirus attraverso artropodi vettori, come zecche appunto, o zanzare a altri insetti, questi possono essere responsabili della trasmissione di altre malattie, come ad esempio la dengue o la febbre gialla, ma ribadiamo che con il coronavirus non hanno alcun nesso.
  • Pulire pavimenti e superfici col vapore aiuta a prevenire il contagio da coronavirus. La pulizia e in particolare la sanificazione degli ambienti è sicuramente utile in quanto norma igienica basilare che dovrebbe essere sempre rispettata. Tuttavia non vi è alcuna dimostrazione scientifica che l’utilizzo del vapore sia quello più indicato per sanificare un ambiente in considerazione del pericolo rappresentato dal Coronavirus.
    Il ministero della Salute consiglia invece di utilizzare una soluzione di cloro attivo allo 0,1% per disinfettare le superfici dopo che queste sono state pulite con metodi tradizionali come una semplice soluzione di acqua e sapone.
    La soluzione di cloro attivo deve invece essere realizzata allo 0,5% quando si tratta di igienizzare i servizi igienici o le superfici che vengono toccate con maggiore frequenza, come le maniglie delle porte, delle finestre, i telefoni cellulari, le tastiere dei pc e così via.
    Se ci sono poi delle superfici che potrebbero essere danneggiate dall’ipoclorito di sodio, si consiglia di applicare dopo l’utilizzo di un detergente neutro, un disinfettante a base di alcol.
  • Le superfici calpestabili come le strade se non igienizzate possono contribuire alla diffusione del virus. Inizialmente si era ipotizzato che potesse essere necessario provvedere alla sanificazione anche delle superfici aperte, come le strade appunto, ma stando a quanto riportato sul sito del ministero della Salute non ci sono evidenze che le superfici calpestabili siano coinvolte nella trasmissione del virus.
    Non solo, se si usa l’ipoclorito per sanificare gli ambienti esterni tramite nebulizzazione, la sua diffusione nell’ambiente potrebbe portare all’aumento di sostanze pericolose. Si consiglia quindi di continuare con l’ordinaria pulizia tramite uso di saponi e detergenti convenzionali.

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