Quasi pronto il Dpcm del 3 dicembre. Coprifuoco anticipato alle 21 dal 23 dicembre al 10 gennaio

Ancora non è pronta neppure la bozza del nuovo Dpcm che dovrebbe entrare in vigore a partire dal 4 dicembre, ma l’esecutivo sembra avere iniziato a tracciare uno schema abbastanza preciso di quali saranno le nuove limitazioni che accompagneranno gli Italiani in queste ormai prossime festività natalizie.

Si susseguono quindi gli incontri tra le forze che compongono la maggioranza, coi vari capi delegazione che si interfacciano costantemente con il presidente del Consiglio per approdare a quelle che saranno le norme definitive da rispettare durante il Natale.

Si parte dall’assunto che le ultime misure di contenimento, vale a dire la divisione in fasce di rischio delle regioni italiane, hanno funzionato, e che per merito di suddette limitazioni delle libertà individuali dei cittadini sia stato possibile abbassare l’indice di trasmissibilità del Coronavirus.

Adesso quello che il governo ritiene di dover fare è continuare su questa strada, quindi ulteriori restrizioni da imporre nel periodo natalizio per scongiurare il rischio di una terza ondata. Insomma si deve a tutti i costi (pagati chiaramente dai cittadini) “evitare la terza ondata” e come sottolinea un ministro “vietato sbagliare il Natale, facendo il bis di Ferragosto e ritrovarsi a gennaio con le terapie intensive e le aree mediche di nuovo al collasso. Con una nuova scia di morti” che peraltro a ferragosto non c’è stata, da cui qualche perplessità sul paragone fatto, ma andiamo avanti.

L’orientamento dell’esecutivo quindi – e qui si trovano d’accordo a quanto pare un po’ tutti, vale a dire il ministro della Salute Roberto Speranza, il ministro della Cultura Dario Franceschini, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e la ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova – è quello che si dovrà ‘blindare il Natale’.

Non ci sono ancora molti dettagli sulle norme che verranno imposte, soprattutto perché queste dipenderanno, o almeno così dicono fonti dell’esecutivo, dall’indice Rt, che probabilmente dopo il report settimanale di oggi indicherà un valore finalmente al di sotto di 1.

Un indice Rt sotto 1 significa in sostanza fascia gialla, certo insieme ad una serie di altre condizioni, e quando l’intero Paese sarà in fascia gialla serviranno delle “misure ad hoc per Natale per garantire la massima cautela”.

Quali saranno le misure di contenimento per Natale?

Per il periodo che va dal 23 dicembre al 10 gennaio il governo ritiene opportuno quindi introdurre una serie di limitazioni più stringenti rispetto a quelle che attualmente vigono nelle Regioni in fascia gialla.

Questo dovrà servire in teoria ad evitare “una nuova impennata dei contagi” e quindi si dovrà vietare la “tipica socialità del Natale, fatta di cenoni, tombolate, feste tra più nuclei familiari” dal momento che “l’80% dei contagi avviene in famiglia e bisogna tutelare le persone più fragili, gli anziani”.

I ministri Speranza e Franceschini, questa volta con l’appoggio del presidente del Consiglio, hanno proposto di limitare gli incontri in famiglia agli “affetti più stretti”, in altre parole ai soli conviventi, poi nel caso in cui i dati epidemiologici indichino via via una situazione più incoraggiante, allora si potrebbero estendere gli incontri anche a genitori e figli, fratelli e sorelle.

E naturalmente ci saranno tutte le raccomandazioni del caso, come quella di evitare di essere più di 6-10 persone sedute allo stesso tavolo, bambini esclusi, ma niente divieti in questo senso, perché “non si può entrare nelle case delle persone, speriamo nel buonsenso” dice Giuseppe Conte.

Il coprifuoco alle 21 invece che alle 22

Se con l’abbassamento dell’indice Rt sotto 1 ed il sussistere di altre particolari condizioni si passa alla fascia di rischio gialla, vale a dire la più bassa, con l’arrivo del Natale alcune norme saranno comunque più stringenti, a cominciare dal coprifuoco che verrà anticipato alle 21.

Questo dovrebbe avvenire a partire dal 23 dicembre e fino al 10 gennaio, insomma per l’intero periodo delle festività. Dovrebbe servire ad impedire i cenoni allargati e le feste di Capodanno, mentre per la Messa della Vigilia si sta pensando ad una possibile deroga anche se il ministro Speranza ha già detto di essere contrario.

Tra le limitazioni che dovrebbero entrare in vigore per il periodo natalizio c’è anche la possibile chiusura dei confini regionali, e qualcuno nel governo chiede che ad essere chiusi siano anche i confini dei Comuni, e questo dovrebbe servire ad evitare le “migrazioni natalizie” da Nord a Sud che secondo i tecnici cui si affida il governo sono “pericolosissime per la diffusione del virus”.

Si cerca quindi di impedire il ricongiungimento tra nuclei familiari diversi, con una probabile deroga per i genitori anziani che vivono soli, cosa che però dovrà avvenire “con la massima cautela”. Forse, in realtà, perché non è ancora deciso, e qualora si decidesse di fare questa generosa concessione, sarà solo un figlio a poter vedere a Natale il genitore anziano che vive da solo. Tutto questo naturalmente nell’interesse del genitore anziano.

Tuttavia, anche in questo ambito “vigilare sarà molto difficile” dice la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, che quindi conclude che “ci dovremo affidare al senso di responsabilità”. Cioè contare sul fatto che i figli decidano di lasciare il genitore anziano da solo anche a Natale per evitare il remoto rischio che sia contagiato da perenti asintomatici, e l’ancor più remota possibilità che ciò ne renda necessario il ricovero.

Nemmeno presa lontanamente in considerazione quindi l’ipotesi che possa essere in genitore anziano che vive da solo a decidere se intende correre il rischio o meno, visto che in gioco c’è la sua di salute, sia quella fisica che quella mentale.

Il caso dell’apertura degli impianti sciistici

Un altro nodo da sciogliere è quello dell’apertura degli impianti sciistici, cosa che il governo italiano ha già annunciato che non sarà resa possibile. In linea con Roma anche Berlino, e anche a Parigi sembrano essere sulla stessa lunghezza d’onda seppur non si siano sbilanciati ancora del tutto. 

Non verranno chiuse invece le piste da sci in Austria, e questo potrebbe rappresentare un problema visto che un ipotetico turismo dalle regioni del nord Italia oltre il confine vanificherebbe la chiusura degli impianti italiani, senza contare che arrecherebbe un danno a quel punto del tutto inutile all’intero comparto.

Italia e Germania, insieme alla Francia probabilmente, spingono quindi per un “coordinamento europeo per i vaccini e le misure per il Natale”, ma una fonte diplomatica da Bruxelles ricorda che dall’Ue “possono arrivare raccomandazioni, non regole”.

Conte quindi pensa già a come metterci una pezza, essendo deciso ad assestare questo ennesimo duro colpo al settore turistico italiano. La soluzione potrebbe essere quella di ridurre il più possibile i “trasferimenti transfrontalieri” e per farlo sarà necessario imporre “controlli sanitari al rientro in Italia”.

Dovrebbe essere un deterrente efficace per evitare che gli Italiani decidano di andare a trascorrere qualche giorno in montagna per le festività. Nel governo si parla anche di “due settimane di quarantena obbligatoria”, da notare tra l’altro che la quarantena ora, salvo eccezioni, è ridotta a dieci giorni, il che induce a pensare più ad una ‘sanzione’ che ad una precauzione in ambito sanitario.

Si parla infatti senza mezzi termini di una misura che a giudizio del governo dovrà fungere da “deterrente per scongiurare vacanze e pendolarismo sciistico oltreconfine”.

Negozi aperti fino alle 22

A partire dal 4 dicembre tutti i negozi che si trovano in regioni classificate in fascia gialla potranno restare aperti fino alle 22, e questo dovrebbe consentire di evitare il fenomeno delle resse natalizie per lo shopping natalizio.

Un altro provvedimento cui si sta pensando è quello di riservare le prime due ore di apertura dei negozi alle persone anziane, in modo da tutelare le fasce più a rischio.

Viene anche confermata la regola degli ingressi contingentati nei locali e il divieto assoluto di assembramenti sia nelle strade che nelle piazze. Al tempo stesso resta attivo l’obbligo di chiusura alle 18 per bar e ristoranti, tanto “sono già pronti i ristori, inutile accrescere i rischi” dice una fonte che sta seguendo il dossier.

Tra i nuovi divieti che dovrebbero entrare in vigore per il periodo delle festività natalizie troviamo anche quello per i fuochi artificiali, accompagnato ovviamente dal divieto di festeggiamenti in piazza e nelle abitazioni private.

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