Niente tredicesima a dicembre? Ecco chi non la riceverà e per quale motivo

Non si tratta certo di una buona notizia, e non solo per quei lavoratori dipendenti che si ritrovano senza tredicesima e quindi dovranno stringere la cinghia anche nel periodo natalizio, ma anche per quei commercianti che naturalmente di fronte a consumi più bassi non potranno che registrare incassi più bassi.

Una situazione tutt’altro che incoraggiante visto che, come vediamo in questo caso, a frenare i consumi non sono soltanto le misure restrittive attualmente in vigore, ma anche gli effetti devastanti sull’economia causati dalle misure restrittive adottate nei mesi scorsi, a cominciare dal periodo di lockdown a cavallo tra i mesi di marzo e aprile 2020.

Un 2020 cominciato male che finisce peggio per tutti quei lavoratori dipendenti che a dicembre non riceveranno la tredicesima, e secondo i dati dell’analisi della Cgia di Mestre, non sono pochi.

La tredicesima a dicembre 2020 arriverà in tutto nei portafogli di circa 16 milioni di pensionati e 18 milioni di lavoratori, ma in tutto saranno versati, secondo quanto spiegato negli studi della Cgia di Mestre, circa 3 miliardi di euro in meno.

Paolo Zabeo dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre ha spiegato che “il Covid purtroppo ha alleggerito le tredicesime di tanti dipendenti del settore privato. Dall’inizio dell’emergenza, infatti, almeno 6,6 milioni di lavoratori sono finiti in cassa integrazione e molti di questi a zero ore. Questa situazione non ha consentito a tante persone di maturare il rateo mensile che definisce economicamente la gratifica, alleggerendone quindi l’importo finale di circa 100 euro per ogni mese di indennità ricevuta”.

Niente tredicesima a dicembre, quindi meno consumi

Inizia così il “Natale più sereno” di cui parlava il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con circa 3 miliardi di euro di tredicesime in meno nelle tasche dei lavoratori dipendenti italiani, il tutto grazie ad un approccio alla pandemia all’insegna di misure di contenimento che si sono dimostrate ampiamente insostenibili dal punto di vista economico.

E se vengono meno 3 miliardi di euro di tredicesime, è chiaro che anche i consumi non potranno che risentirne. È lo stesso Paolo Zabeo a ricordare che “con meno soldi a disposizione e tanta sfiducia che assilla le famiglie italiane, gli acquisti di Natale rischiano di subire una contrazione fino al 15%”.

“Se l’anno scorso la spesa complessiva ha sfiorato i 10 miliardi di euro, quest’anno potrebbe scendere a 8,5-9 miliardi, una riduzione che rischia di penalizzare soprattutto le botteghe artigiane e i negozi di vicinato che faticano a reggere la concorrenza sempre più spietata del commercio on line” spiega ancora Zabeo.

Nessun problema invece per il fisco, che nonostante la scomparsa di molte tredicesime continuerà ad incassare, infatti secondo le previsioni dovrebbero entrare nelle casse dello Stato circa 10,4 miliardi di euro.

Renato Mason, segretario della Cgia di Mestre, ha spiegato che “con l’aumento dei risparmi privati e la caduta verticale dei consumi delle famiglie, il Paese sta scivolando pericolosamente verso la deflazione”.

Mason ha ricordato che “dallo scorso mese di maggio, infatti, l’indice dei prezzi al consumo è negativo. La deflazione, ricordiamo” ha detto il segretario della Cgia di Mestre “si manifesta attraverso una progressiva contrazione dei prezzi dei beni e dei servizi. Apparentemente la cosa può sembrare positiva: se i prezzi scendono, i consumatori ci guadagnano”.

In realtà però non funziona così, fa sapere Mason, che spiega: “nella realtà le cose assumono una dimensione completamente diversa: nonostante i prezzi siano in calo, le famiglie non acquistano, a causa delle minori disponibilità economiche e delle aspettative negative, quel poco che viene venduto comporta, per i negozianti, margini di guadagno sempre più contenuti”.

“La merce non venduta innesca una situazione di difficoltà per i commercianti, ma anche per le imprese manifatturiere che, a fronte delle mancate vendite, sono costrette a ridurre la produzione e in prospettiva anche l’occupazione” conclude il segretario della Cgia di Mestre.

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