Il Congresso conferma Biden prossimo presidente Usa, ed ecco ora su quali settori conviene investire

Ora che il Congresso ha certificato la vittoria di Joe Biden cade anche l’ultimo ostacolo, seppur solo formale, che si frapponeva tra il candidato democratico e la Casa Bianca. Il prossimo governo si insedierà il 20 gennaio, ma lasciando da parte momentaneamente i risvolti politici, vediamo quali saranno gli effetti sull’economia, ed in particolare su quali settori conviene concentrarsi.

Gli analisti stanno cercando di valutare le conseguenze sui vari settori dell’economia, provando ad identificare i settori che potrebbero essere maggiormente colpiti da questa ‘ondata blu’, o meglio, visto che di ondata alla fine non si è trattato, da questa amministrazione a guida democratica.

Gli esperti di Link Securities hanno sottolineato che “il nuovo scenario favorisce le imprese di infrastrutture, le imprese di costruzione, quelle legate ai materiali, alle energie rinnovabili e, come si è visto ieri, gli investitori ritengono che anche alle banche, cosa che sorprende perché un controllo democratico del Congresso può portare a una maggiore regolamentazione del settore, in quanto è nel mirino di una parte importante del partito democratico”.

Da Renta 4 intanto si esprimono in termini molto simili, spiegando che “le banche e le small cap beneficierebbero di una economia più forte”, mentre Jack Janasiewicz di Natixis Investment Managers sottolinea che “i settori vincenti sarebbero ciclici, energia verde, finanza, biotecnologie, assicurazioni sanitarie e infrastrutture ACA (Affordable Care Act)”.

Anzi, viene evidenziato come “il comportamento scorretto dei principali titoli tecnologici sia in parte spiegato dai timori di un maggior controllo da parte del Congresso sulle loro pratiche commerciali e, probabilmente, di una nuova e più rigorosa regolamentazione“.

Secondo Janasiewicz non ne usciranno certo rafforzati settori come quello della difesa, dei combustibili fossili, della tecnologia e dei farmaci, con problemi legati al prezzo in quest’ultimo caso in particolare.

La vittoria dei democratici e l’insediamento di Joe Biden produrranno anche alcuni effetti decisamente negativi, a cominciare dall’innalzamento della pressione fiscale. Il cambio di amministrazione Usa con il passaggio dei poteri in mano democratica “può significare aumentare alcune tasse, sia quelle destinate ai privati e alle imprese, sia quelle sulle plusvalenze, misure che storicamente non sono state ben accolte dai mercati” spiegano gli esperti di Link Securities.

Il Congresso certifica la vittoria di Biden, le implicazioni sull’economia Usa secondo Schroders

Il Congresso ha certificato la vittoria di Joe Biden, mettendo a tacere, almeno per il momento, Trump e i Repubblicani che hanno continuato ad insistere sulle presunte irregolarità nelle operazioni di voto.

L’amministrazione democratica di Joe Biden si insedierà il 20 gennaio, tra meno di due settimane, ed è bene iniziare a farsi un’idea di quali saranno le implicazioni per l’economia USA di questo passaggio di poteri.

Vediamo quindi qual è l’analisi di Keith Wade, chief economist and strategist di Schroders, uno dei principali gruppi finanziari globali la cui fondazione risale al 1804.

Il primo dato di cui tenere conto è che per la prima volta dal 2009 i democratici controllano entrambe le Camere. Con la vittoria anche nel ballottaggio in Georgia infatti i democratici hanno conquistato anche il Senato, e questo si tradurrà nella possibilità per l’amministrazione Biden di implementare molti dei punti dell’agenda del candidato democratico.

Nell’immediato i primi effetti si vedranno sull’aumento della spesa fiscale. Biden ha già descritto il recente provvedimento da 900 milairdi di dollari come un ‘anticipo’ che sarà seguito con ogni probabilità da una legge rafforzata che preveda l’incremento da 600 a 2.000 dollari degli assegni destinati ai cittadini americani, anche grazie all’estensione dei sussidi di disoccupazione più elevati (da marzo a giugno) e l’aumento della spesa degli Stati e dei Governi locali. In questo modo si potrebbe andare verso una ulteriore spesa di 900 miliardi di dollari destinati alla spinta fiscale.

Nel medio periodo secondo Schroders dovremo aspettarci un disegno di legge sulle infrastrutture “con particolare enfasi sull’energia pulita”. Potremmo però trovarci anche davanti ad aliquote fiscali più alte, in particolare nel settore corporate, che andranno a pesare sui profitti.

Se inizialmente Schroders prevedeva un Congresso diviso, adesso si trova a dover rivedere le previsioni economiche al rialzo già da quest’anno. Siamo sì in un periodo ancora delicato soprattutto per via dell’emergenza sanitaria ancora in corso, con l’aumento dei casi di Covid-19, ma si deve tener conto secondo gli esperti del gruppo dei dettagli degli stimoli fiscali.

“I moltiplicatori suggeriscono di aggiungere un punto percentuale al Pil USA per quest’anno e il prossimo. Ciò porterebbe le nostre stime al +4,8% per il 2021 e +4,5% per il 2022, in rialzo dai +3,8% e +3,5% precedenti” spiegano da Schroders.

Grazie ad una crescita così significativa secondo gli esperti si andrebbe ad incidere positivamente sul tasso di disoccupazione negli Usa, e ciò permetterebbe anche di chiudere “più rapidamente l’output gap, provocando a sua volta una maggiore pressione inflazionistica. Di conseguenza” spiegano gli esperti “prevedremmo un aumento più precoce del target della Fed sui tassi di interesse, potenzialmente nel 2023 invece che nel 2024″.

In conclusione secondo Schroders, nonostante i disordini che si sono verificati a Washington il 6 gennaio che dimostrano che i rischi per una transazione tranquilla non sono ancora del tutto fugati, sono aumentate le probabilità di una ripresa globale a V.

Il Congresso certifica la vittoria dei democratici: il commento di Union Bancaire Privée

Vediamo ora qual è il commento che ha rilasciato Norman Villamin, Chief Investment Officer Wealth Management di Union Bancaire Privée (UBP) dopo l’ufficializzazione da parte del Congresso Usa della vittoria di Joe Biden.

Quali saranno dunque le implicazioni per gli investitori secondo UBP? L’analisi parte dal dato riguardante il ristretto margine con cui i democratici sono riusciti a conquistare la vittoria. La tanto attesa e dai media preannunciata “ondata blu” di fatto non si è mai verificata, e questo non può essere ignorato.

Se Biden avesse conseguito la vittoria con il margine che la maggior parte dei sondaggisti si aspettava allora “la politica degli Stati Uniti avrebbe potuto essere più ridistributiva che fondata sugli stimoli, con la proposta di finanziare la spesa fiscale con un aumento quasi simultaneo delle tasse sulle imprese e delle imposte sui redditi più elevati – il che avrebbe probabilmente significato imitare gli errori commessi dal Giappone nelle sue battaglie deflazionistiche”.

Gli esperti di Ubp spiegano che “all’amministrazione di Biden viene invece offerta la copertura politica della ‘budget riconciliation’ che consente di far passare le misure fiscali e di spesa se finanziate tramite nuove tasse o compensazioni di spesa entro un periodo di 10 anni”.

Anche da Ubp confermano la linea degli aiuti economici che l’amministrazione Biden avvierà molto presto, portando “gli assegni di sostegno personale da 600 a 2.000 dollari, fornendo alle famiglie un supporto di 300-450 miliardi di dollari come era già stato fatto a febbraio e guadagnando così il tempo sia per l’implementazione della campagna vaccinale sia per finalizzare le priorità di spesa, compresi i programmi per le infrastrutture e l’energia pulita previsti per aprile-maggio”.

Il controllo di entrambe le Camere da parte dei democratici permetterà all’amministrazione Biden di “anticipare la spesa nel 2021 e spingere gli aumenti delle tasse che serviranno a finanziare i programmi nell’arco dei prossimi 10 anni”. Secondo Ubp quindi gli investitori possono aspettarsi che le riforme fiscali verranno posticipate rispetto a quanto inizialmente previsto, mentre vi sarà probabilmente un anticipo della spesa fiscale.

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