In base all’ultimo aggiornamento sulla situazione dei contagi in Italia, contenuto nel rapporto settimanale dell’ISS, sono solo due le Regioni italiane con una situazione di rischio alto: la Sicilia e la provincia autonoma di Bolzano. Ci sarebbe stata anche la Lombardia, se non fosse che la sua permanenza per una settimana in zona rossa era solo frutto di un errore nella valutazione dei parametri.

Per quanto riguarda la provincia autonoma di Bolzano però, anche se il governo centrale continua a decretare la zona rossa, inserendo il Sud Tirolo nella fascia di rischio più alta già dall’inizio della settimana scorsa, l’amministrazione guidata dal presidente Arno Kompatscher continua a decidere diversamente, lasciando l’intero territorio nella fascia di rischio più bassa.

Una differenza non da poco, specie se si considera che le restrizioni in vigore in Alto Adige ormai da giorni non prevedono neppure la chiusura dei ristoranti a cena. Per andare a cena fuori nel territorio della provincia autonoma di Bolzano basta prenotare e rispettare le misure di sicurezza previste, quelle stesse misure che i ristoratori di tutta Italia si sono attrezzati per mettere in campo, salvo poi essere stati costretti a chiudere.

Bolzano zona rossa con misure da zona gialla

Niente zona rossa quindi per la provincia autonoma di Bolzano, che invece resta in zona gialla. Si tratta in realtà di un giallo piuttosto sbiadito, visto che come accennavamo prima, alcune delle attività non consentite nelle zone gialle del resto d’Italia, sono invece ritenute perfettamente legittime in Alto-Adige.

E la cosa non va tanto a genio ad un parlamentare di Forza Italia, Dario Bond, il quale da una parte critica la scelta della provincia di Bolzano di applicare misure restrittive da zona gialla, ma dall’altra si scaglia contro il governo centrale, colpevole di non fare nulla, o comunque non abbastanza per riportare gli altotesini sulla retta via. 

Insomma, il governo nazionale ha decretato per la provincia autonoma di Bolzano la zona rossa, ma l’amministrazione ha deciso per la zona gialla. Questo è accaduto già dalla settimana scorsa, ed è stato confermato anche per la settimana dal 25 al 31 gennaio, il che significa che in tutto il territorio identificato dall’esecutivo a rischio alto, vengono applicate misure da zona con livello di rischio basso.

Pertanto in tutto il Sud Tirolo restano aperte le scuole in presenza di ogni ordine e grado, restano aperti tutti i negozi e le attività commerciali comprese quelle ritenute non essenziali, restano aperti i bar fino alle 18 ed i ristoranti restano aperti anche a cena ma solo su prenotazione e nel rispetto delle misure anti-contagio.

In Alto Adige ristoranti aperti anche a cena nonostante la zona rossa

Una gestione ben diversa da quella indicata dal governo Conte e dai suoi tecnici, che appunto trova aspre critiche da parte di Dario Bond, esponente di Forza Italia. “Il governo sa che oltre a rossa, arancione e gialla esiste anche la zona Sudtirol? E lo sa che a Bolzano fanno quello che vogliono?” è la domanda retorica del forzista.

“Delle due l’una: o il virus è talmente scaltro da riconoscere i confini delle Province autonome e da fermarsi prima di entrare in territorio altoatesino” spiega Bond “oppure siamo di fronte all’ennesima stortura che crea figli e figliastri, con danni enormi soprattutto per i territori contermini“.

Ed è sempre Bond a spiegare che “nell’ordinanza del 5 gennaio, rafforzata con atto del 15 gennaio, viene espressamente previsto di tenere aperti i bar, con servizio al tavolo; e per gli altoatesini è possibile cenare al ristorante, con prenotazione. Ma Bolzano non è in rossa da oggi?” Era in zona rossa già dalla settinana scorsa in realtà, ma appunto, è rimasta di fatto in zona gialla.

Bond: “vuol dire che tutto quello che stiamo sopportando per superare il virus è inutile”

Il problema, se non altro seguendo il discorso del deputato di Forza Italia, non è tanto che le scelte della giunta altoatesina possano mettere a rischio la salute dei cittadini della provincia autonoma, quanto quello della concorrenza sleale a danno dei territori confinanti.

“Lo trovo assurdo” spiega Bond “soprattutto per i territori bellunesi confinanti con l’Alto Adige che da sempre vivono questa concorrenza sleale e che adesso avvertono con maggior forza differenze quanto mai anacronistiche e impossibili da digerire”.

Eppure vista la situazione di emergenza e l’alto rischio per la salute pubblica rappresentato dal Covid, il cui unico argine pare sia rappresentato proprio dalle restrizioni messe in campo, più che per il malcontento dei confinanti ci si dovrebbe preoccupare per la salute degli altoatesini messa in pericolo da scelte scellerate dell’amministrazione locale.

Invece no, stranamente nessuno si preoccupa delle conseguenze di una politica così ‘irresponsabile’ e poco attenta ai rischi per la salute. Non se ne preoccupa il deputato di Forza Italia, e non se ne preoccupano gli altoatesini. Ma soprattutto è interessante notare come adottare misure da zona gialla in una zona rossa non provochi alcuna variazione significativa sull’andamento del contagio.

Nessuna ecatombe, né sistemi sanitari al collasso insomma, nonostante la zona giallo sbiadito. Infatti non è questo che preoccupa, bensì il problema della concorrenza sleale. “Se esiste la ‘zona Sudtirol’ nonostante i numeri di contagi e indici Rt da tali da rendere Bolzano zona rossa, vuol dire che tutto quello che stiamo sopportando per superare il virus è inutile” ha poi aggiunto Dario Bond.

Ed è proprio questa la brillante intuizione del deputato forzista, il quale in realtà intendeva probabilmente lanciare solo una provocazione. Eppure quelle parole ricalcano fedelmente un dubbio legittimo, condivisibile e sempre più ampiamente condiviso.

Le spiegazioni della giunta della provincia autonoma di Bolzano

La questione della mancata applicazione, nella provincia autonoma di Bolzano, di misure restrittive da zona rossa, era già stata affrontata la settimana scorsa, quando si è parlato in modo specifico dei dati in un confronto con la giunta guidata del presidente Arno Kompatscher.

Il presidente e l’assessore provinciale alla salute Thomas Widmann, nel corso di una conferenza stampa avevano fatto sapere: “i nostri esperti, sulla base dei dati sull’attuale situazione epidemiologica e degli sviluppi costantemente monitorati sono giunti alla conclusione che le regole attualmente in vigore possono essere confermate come tali, e che la classificazione dell’Alto Adige come ‘zona rossa’ è avvenuta valutando in modo inadeguato alcune delle specificità altoatesine”.

Le misure che restano in vigore in tutto l’Alto Adige sono quindi quelle dell’ordinanza n. 1 del 2021. Inoltre, con la nuova ordinanza, n. 2 del 2021, si confermano le misure fin ora tenute in vigore e si apportano alcune piccole modifiche.

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