Lo sport fa bene anche in tempi di Covid. Ecco cosa ha rivelato uno studio dell’Ulss 1

Che lo sport faccia bene alla salute in realtà non dovrebbe essere una grande novità per nessuno, eppure da mesi lo sport in molte sue varianti è osteggiato come possibile causa di contagi e focolai, e additato quindi come minaccia alla salute pubblica.

Non sarebbe certo la prima volta che le indicazioni ed i timori espressi dal Comitato Tecnico Scientifico, sulla base dei quali vengono stabilite le regole anti-Covid da rispettare in tutto il Paese, vengono smentiti da studi e ricerche che in sostanza indicano una direzione da seguire completamente diversa.

E forse è anche il caso dello sport, che secondo uno studio del Dipartimento di Medicina dello sport dell’Ulss 1 Dolomiti, fa bene alla salute anche in tempo di Covid-19.

I ricercatori sono partiti dall’analisi degli effetti del Coronavirus sugli atleti che sono risultati positivi, ed in base ai dati è emerso che la pratica dell’attività sportiva, che ricopre un ruolo di fondamentale importanza, può proseguire anche nei soggetti che sono risultati positivi al Coronavirus.

Si tratta di un’analisi tra le prime del genere in Veneto e non solo, come ha spiegato lo stesso medico dello sport Guido Ciccarone, che ha sottolineato l’importanza dello studio svolto.

“Pochi lavori sono stati pubblicati negli ultimi mesi su questo argomento a livello internazionale” ha evidenziato il dottore “fra questi cito lo screening del gruppo del prof. Palmieri di Roma (studio su un limitato numero di atleti) e 2 lavori statunitensi: il primo del Department of Orthopaedic Surgery, Division of Sports Medicine della Stanford University, con rilevazioni su 55 atleti covid positivi, e il secondo invece della Mayo Clinic Health System su 170 atleti studiati con Ecg”.

La ricerca svolta dal Dipartimento di Medicina dello sport “si basa su dati ancora parziali” come lo stesso Ciccarone sottolinea. Uno studio che è stato condotto in collaborazione con la dottoressa Lucia Scotton e la Cardiologia di Feltre, sotto la direzione di Aldo Bonso, nell’ambito del quale sono stati studiati i casi di 71 atleti risultati positivi al Sars-nCoV-2.

14 di questi atleti sono risultati completamente asintomatici, mentre 52 di essi hanno mostrato una sintomatologia lieve. Sono stati solo 5 i casi in cui sono apparsi sintomi lievi o moderati, con febbre alta per qualche giorno oltre i 38,5 gradi e anosmia, ageusia e tosse.

Dei risultati dello studio ha parlato il professor Ciccarone spiegando che “i sintomi che abbiamo rilevato più frequentemente sono stati: febbre, ageusia e anosmia, tosse e dolori muscoloscheletrici; sono stati segnalati anche tre casi di acrocianosi alle estremità degli arti superiori e inferiori”.

“Tutti i controlli medico – cardiologici sportivi con test da sforzo, controlli della saturometria a riposo, al picco dello sforzo e nel recupero, così come l’ecocardio, non hanno, al momento, individuato niente di importante che possa controindicare la ripresa dell’attività sportiva. L’unica malformazione cardiaca riscontrata, un forame ovale pervio in una prima visita, era preesistente al Covid; anche in questo caso però, non c’è alcuna controindicazione alla pratica sportiva”.

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