In molti hanno avuto il Covid-19 ma non lo sanno. Ecco quali sono i sintomi che ti dicono se lo hai avuto

Sappiamo che solo una parte delle persone che entrano in contatto con il Sars-nCoV-2 vengono sottoposte al tampone e quindi solo una parte delle persone che hanno il Coronavirus viene effettivamente registrata tra i casi positivi.

Non si sa però quante sono le persone che hanno avuto il Covid-19 senza saperlo, perché in molti – secondo gli esperti una fetta considerevole della popolazione mondiale – hanno contratto il Sars-nCoV-2 senza mostrare i sintomi e senza saperlo.

Si tratta di un virus che, che piaccia o no, nella stragrande maggioranza dei casi non sai nemmeno di averlo perché se mostra dei sintomi sono spesso gli stessi di un comune raffreddore o estremamente simili a quelli di una banale influenza. Sappiamo infatti che solo una minima percentuale dei positivi mostra sintomi gravi che possono arrivare a comportare il ricovero.

Molti di noi quindi hanno probabilmente contratto il virus senza nemmeno saperlo, ed ecco quali potrebbero essere i sintomi in grado di dirci se abbiamo effettivamente avuto il Coronavirus oppure no.

Quali sono i sintomi che ci dicono se abbiamo contratto il Coronavirus

Gli esperti, mettendo insieme diversi studi e ricerche, sono giunti alla conclusione che ci sono dei sintomi generalmente ignorati in quanto molto lievi, che potrebbero essere invece indice del fatto che si è entrati in contatto con il Sars-nCoV-2.

I ricercatori del College of Optometrists fanno sapere che “è riconosciuto che qualsiasi infezione del tratto respiratorio superiore può provocare congiuntivite virale come complicanza secondaria“. Quindi se nel corso dei mesi passati abbiamo avuto occhi arrossati e congiuntivite, non è da escludere che sia stato per via del Coronavirus in quanto tali lievi disturbi, associati a molte infezioni virali, sono comuni anche al Covid.

Secondo uno studio pubblicato di recente dall’American Journal of Gastroenterology, spesso i disturbi allo stomaco sono collegati alla manifestazione del virus. In particolare i ricercatori hanno evidenziato come il 48,5% su un totale di 204 persone che sono risultate positive al Covid nella provincia cinese dello Hubei aveva manifestato sintomi che coinvolgevano l’apparato digerente.

Si ritiene pertanto che chi abbia avuto sintomi quali un mal di stomaco persistente ma in assenza di altre complicazioni, non ha associato il malessere al Covid-19 e per questo motivo potrebbe aver superato la malattia senza sapere di aver contratto in realtà il Coronavirus.

Al Covid-19 sono da associare anche sintomi quali diffusa stanchezza e affaticamento, che molti dei pazienti risultati positivi hanno manifestato sia durante l’infezione che in seguito nel periodo di convalescenza.

Ci sono diversi studi fatti nei mesi scorsi che hanno preso in esame proprio sintomi quali affaticamento e confusione, e stando alle conclusioni tratte dai ricercatori questi disturbi possono essere considerati a tutti gli effetti riconducibili al Covid-19.

C’è da dire però che, come per gli altri sintomi che abbiamo visto fin qui, anche nel caso di stanchezza e affaticamento si tratta di disturbi molto comuni che possono essere legati alle cause più disparate. La differenza tra il Covid-19 ed una banale influenza si fa via via più sfuggevole infatti, e nel caso di stanchezza e fatica si tratta di sintomi spesso associati a semplici fattori di stress quotidiano.

È molto probabile quindi che anche in questo caso chi ha avuto sintomi di questo tipo non abbia minimamente pensato che potesse trattarsi del Covid, e specie nei casi in cui questi lievi sintomi si siano protratti per 3 o 4 giorni consecutivi, è possibile che la causa fosse il Coronavirus.

D’altra parte è ormai noto che il Sars-n-CoV-2 circolava in Italia già dalla fine del 2019, probabilmente addirittura dal mese di novembre, e a tal proposito è molto interessante osservare questa analisi dei dati Istat relativi a quel periodo che indicano come nonostante la totale assenza di misure restrittive non si registrava alcuna emergenza sanitaria per almeno i due/tre mesi seguenti.

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