Covid: l’Ue pronta ad approvare almeno 5 nuove terapie per il trattamento della malattia

Iniziano ad arrivare notizie incoraggianti dall’Ue, che finalmente sembra aver deciso di puntare qualcosa anche sulle cure della malattia data dal Sars-nCoV-2 e non solo sulla prevenzione attraverso le varie misure restrittive di contenimento, o tramite l’inoculazione dei diversi sieri sperimentali la cui effettiva efficacia non è ancora sufficientemente comprovata.

Per curare la Covid-19, acronimo che sta per COrona VIrus Disease, ci sono almeno 5 trattamenti in fase di studio che stando a quanto comunicato dalla Commissione Europea, “potrebbero essere presto disponibili per curare i malati nell’Ue”.

Ma di quali terapie si tratta esattamente? Quattro di queste si basano sull’utilizzo di anticorpi monoclonali che come riferito dall’Adnkronos sono al momento in rolling review da parte dell’Ema (European Medicines Agency).

Il quinto farmaco che potrebbe essere approvato per il trattamento del Covid-19 nei prossimi mesi è invece un immunosoppressore, attualmente già autorizzato per la commercializzazione ma non è ancora previsto l’utilizzo appunto per il trattamento dei malati di Sars-nCoV-2.

La Commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides, ha ricordato che “anche se la vaccinazione sta prendendo velocità, il virus sparirà e i pazienti avranno bisogno di cure sicure ed efficaci per ridurre il peso della Covid-19″.

La Commissione Ue ha spiegato che i cinque prodotti sono attualmente in una fase di sviluppo “avanzato” e che hanno un “elevato potenziale” per diventare alcune delle “nuove terapie per la Covid-19 che riceveranno l’autorizzazione entro ottobre 2021″.

L’approvazione entro l’inizio dell’autunno prossimo è infatti l’obiettivo da raggiungere, ma tutto dipenderà dal grado di efficacia e di sicurezza dei farmaci.

Uno dei farmaci al vaglio dell’Ema in realtà non è sperimentale ma già commercializzato, si tratta dell’immunosoppressore Baricitinib, in grado di ridurre l’attività del sistema immunitario, prodotto da Eli Lilly.

Per quanto riguarda invece gli altri farmaci che l’Ema sta prendendo in esame, e che al momento si trovano in rolling review, si tratta di quattro diversi trattamenti a base di anticorpi monoclonali. L’ente regolatore europeo sta valutando la validità di queste soluzioni seguendo una procedura accelerata di revisione dei dati clinici.

In modo particolare, leggiamo ancora sull’Adnkronos, “si tratta di una combinazione del Bamlanivimab e dell’Etesevimal di Eli Lilly; di una combinazione di Casirivimab e Imdevimab di Regeneron Pharmaceuticals e Roche; del Regdanivimab di Celltrion; del Sotrovimab di GlaxoSmithKline e Vir Biotechnology”.

L’Ue ha quindi deciso di adottare per la ricerca di terapie efficaci nel trattamento della Covid-19 la stessa strategia che è stata adottata per i vaccini. Si tratta a tutti gli effetti dello stesso metodo che prevede la centralizzazione a livello della Commissione Europea, dell’acquisto dei farmaci per conto dei 27 Paesi membri.

La Commissione ha già annunciato in via ufficiale le intenzioni di procedere in questo modo il 6 maggio scorso. La strategia verrà quindi applicata all’intero ciclo di vita dei farmaci, dalla ricerca allo sviluppo fino alla manifattura, all’acquisto e alla distribuzione.

Sullo sfondo campeggia il progetto che la Commissione europea sotto la guida di Ursula von der Leyen intende portare avanti, quello di una Unione della Salute che si prefigge tra gli obiettivi primari quello di autorizzare tre cure per il Covid-19 entro il mese di ottobre, e altre due entro la fine del 2021.

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