Il Regno Unito dice no alle vaccinazioni agli under 15: “sono a basso rischio di malattia”

Il Regno Unito dice no alle vaccinazioni ai bambini di 12-15 anni. In questa particolare fascia d’età, infatti, il governo britannico invita a sottoporsi a vaccinazione solamente coloro che appartengono a gruppi ad alto rischio per patologie pregresse.

Robert Dingwall, membro del Comitato congiunto per la vaccinazione e l’immunizzazione del Governo UK (Joint Committee on Vaccination and Immunization), e professore emerito e direttore e fondatore dell’Istituto di Scienza e Società, Università di Nottingham, ha affermato che “gli adolescenti sono intrinsecamente a basso rischio rispetto al Covid”.

“I vaccini devono essere eccezionalmente sicuri per poterli inoculare. Dato il basso rischio di Covid per la maggior parte degli adolescenti, non è immorale pensare che possano essere protetti meglio dall’immunità naturale generata dall’infezione piuttosto che chiedere loro di correre il possibile rischio di un vaccino“.

Durante un’intervista rilasciata a “il fatto quotidiano”, è stato chiesto a Dingwall quale fosse la strategia vaccinale adottata per il momento nel Regno Unito per la fascia d’età 12-15: “non vengono vaccinati generalmente, in questo momento. La strategia è in fase di revisione da parte della JCVI.”

“Un numero molto piccolo di bambini ad alto rischio è stato vaccinato a discrezione individuale di pediatri specializzati. C’è anche un gruppo specifico che può essere considerato. La vaccinazione, in questa fascia d’età, può essere considerata per alcuni gruppi specifici di bambini con gravi neuro-disabilità che tendono ad avere infezioni ricorrenti del tratto respiratorio, e con bisogni complessi”.

Per quanto riguarda la fascia 16-18, invece, i giovani nei gruppi clinicamente vulnerabili possono essere sottoposti a vaccinazione. Un dato ormai certo è che la probabilità di contrarre le forme più gravi del Covid-19, tra i più giovani, è molto bassa, così come lo è la probabilità di morire a causa dell’infezione.

A tal proposito il direttore ha affermato: “i gruppi di età più giovani hanno molte meno probabilità di soffrire di malattie gravi e di morire. Il 99,995% dei CYP (Children and Young people, ossia bambini e giovani adulti) con un test Sars-CoV-2 positivo è sopravvissuto. I 25 morti (CYP) per Sars-CoV-2 equivalgono a un tasso di mortalità di 2 per milione per gli oltre 12 milioni di CYP che vivono in Inghilterra”.

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