Sono circa 7 milioni in Italia le persone che non si possono permettere di fare nemmeno una settimana di vacanza. Il dato può sembrare poco significativo visto che tutto sommato andare in vacanza non è una cosa di fondamentale importanza come avere un tetto sulla testa o di che mangiare, eppure il dato è di una certa gravità.

7 milioni di persone che non possono permettersi neanche una settimana di vacanza lontano da casa sono oltre il 10% dell’intera popolazione italiana. Significa che una persona su 10 si trova in un tale stato di difficoltà economica da non poter nemmeno andare qualche giorno al mare o in montagna.

Il dato, evidenziato dalla Confederazione europea dei sindacati, mette in evidenza un problema di disuguaglianze economiche proprio della società contemporanea. Se per la maggior parte dei cittadini andare in vacanza è un fatto del tutto normale, per molti non è affatto così.

A vedere le vacanze come un privilegio per pochi sono in tanti in Italia ma anche nel resto d’Europa. Infatti secondo la Confederazione europea dei sindacati sarebbero circa 35 milioni in tutto il Vecchio Continente a non potersi permettere nemmeno un breve viaggio estivo.

Mediamente in Europa le vacanze costituiscono un privilegio inaccessibile per circa il 59,5% delle persone considerate a rischio povertà. In questa categoria confluiscono tutti coloro che hanno un reddito inferiore al 60% del reddito medio nazionale del Paese in cui vivono.

Tra tutti i Paesi dell’Ue è l’Italia ad avere il maggior numero di persone che non possono permettersi di andare in vacanza per problemi meramente economici. Con i suoi 7 milioni di cittadini ai quali le vacanze lontano da casa sono un tabù, l’Italia ha il 71% di coloro che vivono sotto la soglia di rischio povertà che non possono andare in vacanza.

Negli altri grandi Paesi dell’Ue le cose non vanno bene ma vanno decisamente meglio. Basti pensare che in Francia con una popolazione di poco superiore a quella dell’Italia, le persone che non possono permettersi una vacanza sono circa la metà (3,6 milioni) il che la dice lunga sulla differenza di benessere tra i due Paesi.

In Spagna con meno di 50 milioni di abitanti sono 4,7 milioni le persone che non possono andare in vacanza, e scendono a 4,3 milioni nel caso della Germania, e a 3,1 milioni in Polonia.

Il Paese che ha la più elevata percentuale sul totale delle persone considerate nella fascia a rischio povertà è la Grecia (88,9%) seguita dalla Romania (86,8%), quindi dalla Croazia (84,7%), da Cipro (79,2%) e dalla Slovacchia (76,1%).

Si tratta di un segnale d’allarme che non dovrebbe essere sottovalutato visto che mostra una disuguaglianza “estiva” in crescita invece che in diminuzione in 16 Stati dell’Ue.

La segretaria della Confederazione dei sindacati, Esther Lynch, ha anche sottolineato un altro aspetto. “Una vacanza non dovrebbe essere un lusso riservato a pochi. Mentre milioni di lavoratori sono via da casa godendosi il tempo libero insieme alla famiglia e agli amici, milioni non possono permetterselo per via dei salari bassi” ha evidenziato la Lynch.

“L’aumento della disparità nell’accesso alle vacanze mostra che i benefici della crescita economica degli ultimi dieci anni non sono stati ripartiti equamente” ha quindi concluso.

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