Tornano coprifuoco e mascherine all’aperto in Italia. Ecco dove e da quando

In Italia come nel resto d’Europa ma non solo, il numero dei nuovi casi positivi continua ad aumentare con l’approssimarsi della stagione autunnale. Il rischio è quello di ritrovarsi come Israele che, nonostante l’ottimo andamento della campagna vaccinale, e nonostante le varie misure di contenimento adottate e poi opportunamente reintrodotte in questi giorni, non riesce ad arginare la quarta ondata.

Anche nel nostro Paese la campagna vaccinale ha raggiunto risultati abbastanza buoni come numero di somministrazioni, avendo ormai completamente vaccinato oltre il 60% della popolazione, ma quello che sta accadendo è esattamente quello che vediamo succedere in Israele, aumentano nuovi casi e ricoveri anche gravi peraltro con numeri decisamente peggiori di quelli di un anno fa quando non c’era ancora il vaccino.

Sicilia e Sardegna verso la zona Gialla

Le prime Regioni a ritrovarsi con misure restrittive più severe rispetto a quelle da zona bianca che accomunano ancora oggi l’intero territorio nazionale, dovrebbero essere la Sicilia e poi anche Calabria e Sardegna.

Per quanto riguarda la Sicilia il passaggio in zona gialla potrebbe avvenire già a partire da lunedì ma non è da escludere un’altra settimana in zona bianca. Si attende solo la conferma ufficiale dell’Istituto Superiore di Sanità, dopodiché l’osservata speciale rimane la Sardegna dove il passaggio alla fascia di rischio immediatamente più alta dovrebbe avvenire con una settimana di ritardo circa, forse persino due.

In alcune zone però si sta pensando di correre ai ripari prima che sia ‘troppo tardi’, con l’intenzione di tentare di contenere i contagi per evitare di far finire poi l’intera Regione in una fascia di rischio più alta.

È il caso di alcuni Comuni che con delle ordinanze locali hanno già previsto la reintroduzione del coprifuoco (solo per le attività commerciali) e della mascherina obbligatoria anche all’aperto, come era previsto in zona gialla. Limitazioni che quindi varranno solo per il territorio del Comune che ha varato l’ordinanza e non per i paesi vicini.

Tornano coprifuoco e mascherina ma solo in alcuni Comuni

Il coprifuoco e la mascherina tornano, ma solo in alcuni territori circoscritti, quando ancora l’intero territorio nazionale si trova in zona bianca, dove si prevede la mascherina all’aperto solo in caso di assembramenti, e nessun coprifuoco.

Per l’esattezza le misure vengono reintrodotte dal Comune di Diamante, località situata sulla riviera tirrenica della provincia di Cosenza già a partire dalla giornata di ieri, 20 agosto.

L’ordinanza comunale prevede che su tutto il territorio di Diamante è fatto obbligo di portare con sé la mascherina e di indossarla anche all’aperto nel caso in cui non sia possibile mantenere in maniera continuativa la distanza di sicurezza interpersonale.

Sono esenti dall’obbligo di indossare la mascherina all’aperto solo i bambini di età inferiore a 6 anni, i soggetti portatori di disabilità che non sono compatibili con l’utilizzo del dispositivo di protezione individuale, ed eventuali accompagnatori che interagiscono con loro. 

Inoltre vi è una seconda ordinanza dello stesso Comune calabrese che stabilisce una sorta di coprifuoco. Non si tratta di una misura come quella del coprifuoco nazionale in base alla quale era fatto divieto di uscire di casa tra le 22 (in seguito dalle 23 e successivamente dalle 24) e le 5 del mattino, ma riguarda solo attività commerciali come bar o pub.

Infatti questa ordinanza stabilisce che bar, ristoranti, pizzerie ed altre attività che operano nell’ambito della cosiddetta ‘movida’ chiudano entro le 2.30. Vi è poi una specifica restrizione che riguarda le attività di intrattenimento musicale che presentano impianti acustici ed elettroacustici a diffusione, per le quali è fatto obbligo di chiudere entro le ore 1.30.

Si tratta di una decisione che il Comune di Diamante ha preso dopo che la giunta si è consultata con il Dipartimenti di Igiene e Sicurezza dell’Asp di Cosenza. L’obiettivo delle restrizioni dovrebbe essere quello di scongiurare o quanto meno ritardare il passaggio dell’intera Regione in zona gialla a causa dell’aumento del numero di ricoveri nei reparti ordinari e in quelli di terapia intensiva.

La Calabria infatti, dopo la Sicilia e a pari merito con la Sardegna, è tra le Regioni che maggiormente rischiano di passare in zona gialla. Le rilevazioni effettuate dall’Agenas nei giorni scorsi hanno evidenziato che la Calabria ha già superato uno dei criteri cardine su cui ci si basa per determinare il passaggio alla fasca di rischio immediatamente successiva.

Nei reparti ordinari infatti la percentuale di occupazione di posti letto da parte di malati Covid ha già superato la soglia del 15% attestandosi ora intorno al 16%. Inoltre anche l’altro parametro fondamentale che riguarda il livello di occupazione dei reparti di terapia intensiva è vicino alla soglia del 10% (al momento è al 7%).

L’altro Comune in cui scattano coprifuoco e mascherina nonostante la zona bianca si trova invece in Sardegna. Si tratta per l’esattezza del Comune di Samassi, situato nel sud della Sardegna, dove non solo viene imposto il coprifuoco per tutti dalle 23 alle 5 del mattino, ma sono anche vietate le feste private.

Una decisione a dir poco drastica, ma che sarebbe motivata dal fatto che sono stati registrati 34 casi positivi su una popolazione di meno di 5.000 abitanti.

E anche nel caso della Sardegna, come accennato, vi è il concreto rischio di passaggio in zona gialla probabilmente tra l’ultima settimana di agosto e la prima settimana di settembre, anche se ultimamente i dati hanno mostrato un lieve miglioramento.

Questi Comuni hanno quindi imposto alcune restrizioni che normalmente non vengono introdotte neppure con il passaggio in zona gialla, dove è previsto l’obbligo di portare con sé la mascherina e di indossarla in alcuni casi specifici anche all’aperto, e vi sono dei limiti circa il numero di persone che possono sedere al tavolo in bar e ristoranti sia all’aperto che al chiuso, ma non è previsto ad esempio il coprifuoco.

Le misure adottate dai Comuni di Diamante e di Samassi mirano a colpire in particolare la movida, perché si presume che in tal modo sia possibile ridurre la diffusione del virus tra i giovani, quel che è certo però è che colpiranno le attività commerciali locali e l’intero indotto della ristorazione e dell’intrattenimento nonché le attività locali che operano nel turismo e nell’accoglienza.

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