Pil Italia: l’Istat indica una crescita nel secondo trimestre del +2,7%. È record serie storica, ecco perché

Non si tratta in realtà di una grande conquista, visto che il record positivo di cui parliamo nell’ambito della crescita del PIL italiano è strettamente legato al raggiungimento di un record negativo. In sostanza senza l’uno non ci sarebbe stato nemmeno l’altro.

L’Istat ha diffuso il dato relativo all’andamento dell’economia del Bel Paese, segnalando una crescita del PIL nel secondo trimestre 2021, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, del +2,7% rispetto al trimestre precedente.

La crescita del PIL italiano arriva invece al +17,3% se il confronto viene fatto con il secondo trimestre 2020, ed è proprio qui che si registra il suddetto record storico, cioè nel confronto con il periodo aprile – maggio – giugno 2020 che comprende oltre un mese del primo lockdown e il periodo immediatamente successivo.

Questo dato conferma le stime preliminari e vede per l’anno in corso una crescita del +4,7%. L’Istituto di statistica nazionale ha spiegato che la crescita annua durante la diffusione delle stime preliminari è la più alta mai registrata dall’inizio delle serie storiche che risale al 1995.

Un traguardo legato appunto al confronto con il picco minimo toccato dall’economia italiana per via della gestione dell’emergenza sanitaria Covid-19. Il rialzo del Pil registrato nel secondo trimestre del 2021 infatti pari al +17,3% risulta essere il più alto su base tendenziale che sia mai stato registrato dal 1995 anno in cui si è iniziato a registrate le attuali serie storiche.

Una osservazione che arrivava dall’Istat già all’inizio del mese scorso quando veniva diffuso il dato preliminare che vediamo oggi confermato. Ed è proprio l’Istat a sottolineare che “l’incremento deriva dal confronto con il punto di minimo toccato nel secondo trimestre dello scorso anno in corrispondenza dell’apice della crisi sanitaria” come leggiamo sull’Ansa.

Nel mese di agosto cresce l’inflazione in Italia

Nel mese di agosto in Italia si registra anche un aumento dell’inflazione con un indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) al loro dei tabacchi che registra un incremento del +0,5% su base mensile e del +2,1% su base annua. Nel confronto con il mese precedente l’aumento registrato si attesta sul +1,9%.

L’Istat ha anche evidenziato che il livello che registriamo ora è il più alto dal gennaio 2013 quando si registrò un rincaro del 2,2%. Un’accelerazione dell’inflazione dovuta principalmente all’aumento dei prezzi dei beni energetici che passa dal +18,6% di luglio all’attual +19,8% con un’incidenza più marcata sui beni energetici offerti dal mercato non regolamentato passando dal +11,2% al +12,8%.

Inflazione in crescita anche nel resto dell’Ue

L’inflazione continua a salire in tutta l’eurozona. È questo ciò che emerge dalle stime flash di Eurostat, che registra un tasso di crescita del 3% nel mese di agosto mentre nel mese di luglio si registrava un +2,2%.

Incidono soprattutto i costi dell’energia, che passa complessivamente dal 14,3% di luglio al 15,4% di agosto, e da quelli dei beni industriali al netto dell’energia, che comunque passano dallo 0,7% di luglio al 2,7% di agosto. In aumento anche alimentari, alcolici e tabacco (luglio +1,6%, agosto +2%) e servizi (luglio +0,9%, agosto +1,1%).

È in Estonia che si registra il tasso più alto, che si attesta sul 5%, seguito da quello della Lituania al 4,9% e da quello del Belgio al 4,7%. Siamo invece sul 2,6% per quanto riguarda l’Italia.

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