L’Ema, Agenzia europea per i medicinali, ha avviato un’indagine sul vaccino Pfizer per il rischio di sindrome infiammatoria MIS, una malattia che prima dell’inizio della pandemia era abbastanza rara, ma ora si teme che anche questa possa rientrare tra i possibili effetti collaterali della campagna vaccinale.
Dopo l’annuncio da parte dell’Agenzia, in molti hanno cominciato a chiedersi: cos’è la sindrome infiammatoria MIS? E’ da includere tra gli effetti indesiderati gravi e pericolosi per la salute? Quali sono i rischi concreti per chi ha fatto il vaccino e qual è l’opinione dell’Ema a riguardo?
MIS, cos’è e la definizione dell’Ema
La MIS è una sindrome infiammatoria multisistemica abbastanza rara che però potrebbe comparire sia in seguito al contagio da Covid-19, sia dopo aver ricevuto una dose del vaccino per combattere tale virus. Secondo i dati attuali, il verificarsi di questa malattia consiste in una probabilità, non in una certezza, ma si stanno conducendo delle analisi per avere maggiore chiarezza a riguardo.
L’Ema ha definito la MIS come una “grave condizione infiammatoria che colpisce varie parti dell’organismo in contemporanea“. Inoltre questa può produrre sintomi di diversa natura, che in molti casi non risultano facilmente diagnosticabili con una auto diagnosi.
Quali sono i sintomi della MIS?
Secondo l’ultima dichiarazione rilasciata dall’Ema, i sintomi tipici della sindrome infiammatoria multisistemica sono molteplici e includono:
- febbre alta persistente;
- stanchezza;
- mal di stomaco;
- vomito;
- diarrea;
- dolore alla testa;
- dolore al torace con difficoltà respiratorie forti.
Quanto è frequente la MIS?
L’Agenzia europea per i medicinali ha ribadito che la sindrome infiammatoria multisistemica è una malattia abbastanza rara e il suo tasso d’incidenza prima dell’arrivo del Covid era davvero molto basso. Per i soggetti di età inferiore ai 20 anni era stimato tra i 2 e i 6 casi su 100mila abitanti all’anno.
Per i soggetti di età superiore ai 20 anni, invece, la stima indicava meno di 2 casi ogni 100mila abitanti. Mentra il Governo pensa alla terza dose, se sia necessaria o meno in questo momento, l’Ema ricorda a tutti di rivolgersi subito al proprio medico se dovessero presentarsi i sintomi elencati precedentemente.
Intanto diversi tecnici sono già al lavoro per analizzare tutti i dati disponibili sulla MIS e per stabilire se vi sia o meno una correlazione con il vaccino, e in quel caso apportare delle modifiche al prodotto.
Perché si sospetta di una correlazione tra vaccino Pfizer e MIS?
La scoperta di un possibile legame tra il vaccino anti-Covid Pfizer e questa malattia è avvenuta in Danimarca, dove un ragazzo di 17 anni ha riscontrato il problema – da cui si è fortunatamente ripreso – subito dopo essersi sottoposto a vaccinazione.
Inizialmente la sindrome infiammatoria multisistemica era stata indicata esclusivamente come possibile effetto collaterale del Covid-19. Tuttavia, il diciassettenne non aveva alcun episodio di Covid-19 nella sua storia clinica.
Per il momento, quindi, non si esclude che questa malattia possa verificarsi dopo il contagio da Covid-19, anche se per il momento è stato riscontrato come effetto collaterale dopo un ciclo vaccinale.
Partendo da questi dati, l’Ema e il Prac, ossia il Comitato di farmacosorveglianza dell’Ema stessa, stanno valutando quale sia il rischio effettivo di sviluppare la MIS in seguito alla somministrazione del vaccino anti-Covid Comirnaty di Pfizer-BioNTech, confermando, quindi, una correlazione tra i due.
MIS, non solo con Pfizer
Secondo quato riportato dall’Ema dopo l’ultima riunione del Prac del 30 agosto – 2 settembre, diversi casi di sindrome infiammatoria MIS sono stati registrati in più zone dell’Unione europea, anche in seguito alla somministrazione di vaccini differenti.
Nonostante i dati siano abbastanza chiari, l’Ue continua a rassicurare la popolazione e l’Ema sottolinea che per il momento non sono previste modifiche delle attuali raccomandazioni europee per l’uso dei vaccini e l’incentivo per la vaccinazione contro il Sars-CoV-2.
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