Le ulteriori restrizioni per i cittadini che hanno deciso (legittimamente secondo le norme attualmente in vigore) di non vaccinarsi saranno sempre più severe, arrivando nelle prossime settimane e nei prossimi mesi a vietare loro l’accesso a tutte quelle attività ritenute non strettamente necessarie.
I non vaccinati potranno ancora ottenere il Green Pass con un tampone antigenico o molecolare dall’esito negativo, ma potranno utilizzare questo lasciapassare solo per recarsi al lavoro, o per prendere mezzi di trasporto pubblico a lunga percorrenza (per quelli a breve percorrenza attualmente non è previsto che si debba esibire il Green Pass).
Le ulteriori restrizioni per i non vaccinati scatteranno dalla zona arancione
Per il momento, quanto meno finché l’intero territorio nazionale si trova ancora in zona bianca o gialla, non ci saranno ulteriori limitazioni alle libertà dei cittadini che hanno deciso di non sottoporsi alla terapia genica sperimentale contro il Covid-19, ma nelle prossime settimane le cose potrebbero cambiare.
Le ulteriori limitazioni infatti, stando all’esito degli ultimi colloqui che gli esponenti dell’esecutivo guidato da Mario Draghi hanno avuto coi vari governatori di Regione, dovrebbero scattare solo in zona arancione e rimanere naturalmente anche per eventuale ritorno in zona rossa.
Non tutti però sono d’accordo con questa linea, infatti i cosiddetti rigoristi si sono espressi a favore di ulteriori restrizioni per i non vaccinati sin da subito, cioè anche in zona gialla e zona bianca.
Un esito finale il dibattito non lo ha ancora avuto, quindi le ipotesi restano in campo tutte e due. Sembra però che le probabilità di far scattare le restrizioni maggiori per chi non accetta l’inoculazione scatteranno solo quando e dove saranno superate le soglie prestabilite per il passaggio in zona arancione.
Costa: “penso che queste limitazioni non debbano essere pagate da chi è vaccinato”
È di questo parere il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, che ha sottolineato come le ulteriori restrizioni previste per quelle Regioni in cui scatta la zona arancione non dovrebbero ricadere sulla totalità dei cittadini ivi residenti, ma solo su coloro che non hanno accettato di ricevere il salvifico siero.
Poco importa se sempre più numerose evidenze scientifiche dimostrano che tanto i vaccinati quanti i non vaccinati possono trasmettere il virus, e che sia gli uni che gli altri rischiano di contrarre la malattia in forma grave, a chi ha offerto il braccio alla siringa spetterà una sorta di premio, e sarà concesso loro di poter accedere a tutta una serie di servizi e attività a patto che esibiscano regolare tessera verde.
Ha parlato della strategia del governo, ascoltato durante il Tg2, il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, che ha infatti sottolineato che “con il peggioramento della situazione epidemiologica e il passaggio in arancione di alcune Regioni – un provvedimento che prevede già in automatico una serie di restrizioni – penso che queste limitazioni non debbano essere pagate da chi è vaccinato“.
A RaiNews24 il sottosegretario Costa ha anche speigato che le stesse ulteriori restrizioni per i non vaccinati dovrebbero scattare anche nel momento in cui il passaggio in zona arancione interessa singoli territori.
Le misure dovrebbero, a suo avviso, interessare appunto solo chi ha deciso di non vaccinarsi, nonostante in merito non sia mai stato imposto alcun obbligo. Ai non vaccinati quindi saranno garantiti solo i diritti che Costa definisce “diritti primari” e sarà concesso loro quindi di poter continuare a lavorare a pagamento (per via del costo dei tamponi) per i prossimi mesi.
Quali sono le attività precluse a chi non è vaccinato
È sempre il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, a spiegare quali saranno le attività e i luoghi pubblici ai quali ai cittadini non vaccinati non sarà consentito accedere. Chi non ha ricevuto il vaccino, pur potendo ancora andare al lavoro, non potrà svolgere diverse attività sportive, culturali e di svago.
I non vaccinati in zona arancione non potranno ad esempio andare in bar e ristoranti al chiuso, e non potranno frequentare piscine o palestre. Allo stesso modo sarà fatto loro divieto di andare al cinema, a teatro, nei musei. Probabilmente anche gli impianti sciistici saranno off limits per chi non ha ancora accettato il vaccino.
Per svolgere tutte queste attività sarà necessario infatti essere in possesso del cosiddetto Super Green Pass o green pass rafforzato, cioè quel lasciapassare che viene rilasciato solo a chi ha ricevuto la somministrazione del vaccino da non più di 9 mesi, oppure è guarito dal Covid da non più di sei mesi.
Terza dose obbligatoria per sanitari e anticipata a 5 mesi
Tra le poche certezze per quel che riguarda le novità che verranno introdotte dal prossimo decreto Covid, l’obbligo della terza dose per quei soggetti per i quali attualmente è già previsto l’obbligo vaccinale. In questo caso quindi l’obbligo di ricevere la terza dose, che scatterà nel momento in cui entrerà in vigore il nuovo decreto e con esso le modifiche al Green Pass, sarà in capo a tutti i sanitari e al personale delle Rsa.
Ne ha dato conferma il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, nell’illustrare il piano del governo Draghi per affrontare la ‘quarta ondata’.
I rigoristi chiedono Green Pass rafforzato fin da subito
L’obiettivo, ancora una volta, sarebbe quello di stringere ora per salvare il Natale, esattamente come un anno fa. Allora infatti si decise che era necessario sacrificare il Natale per provare a salvare la Pasqua, poi si decise però che bisognava sacrificare la Pasqua per salvare l’estate, e alla fine con l’arrivo della bella stagione, e grazie al carattere stagionale dell’infezione, è stato possibile finalmente lasciarsi alle spalle la maggior parte delle restrizioni.
Il copione, nella sua nuova versione a carattere spiccatamente discriminatorio, sembra riproporsi. Questa volta a subire le limitazioni delle libertà personali dovranno essere però soprattutto i cittadini che hanno deciso di non ricevere il vaccino.
La stretta che dovrebbe essere introdotta con il Green pass rafforzato previsto dal nuovo decreto Covid dovrebbe innescarsi solo nelle zone arancioni, mentre per zone bianche e gialle dovrebbe continuare ad essere valido il solito Green Pass che, ricordiamo, viene rilasciato a vaccinati, guariti e persone risultate negative al tampone.
Ai cosiddetti rigoristi però questa soluzione non piace, e chiedono al governo di operare una stretta fin da subito su tutto il territorio nazionale, introducendo il Green Pass ‘a due tempi’ anche in zona bianca e gialla.
“Servono al più presto misure differenziate in modo da favorire l’adesione alla campagna vaccinale degli ultimi indecisi e dare certezze ai ristoratori, agli albergatori, ai negozianti” ha detto il governatore del Friuli Venezia Giulia, prima Regione a rischiare la zona gialla. “Non è una discriminazione” ha tentato di dire Fedriga “è la garanzia per non chiudere tutto”.
Cosa potranno fare i non vaccinati con tampone negativo?
Sembra che il governo sia più o meno concorde sul precludere a chi non ha ricevuto il vaccino tutte la maggior parte delle attività ricreative, sportive e culturali. Vietato quindi l’accesso a cinema, musei, teatri, stadio, palestre, piscine, e probabilmente impianti sciistici.
I non vaccinati con Green Pass rilasciato con tampone potranno continuare ad andare al lavoro, pagando di tasca proprio il prezzo del tampone, e potranno prendere i mezzi di trasporto. Per i mezzi a breve percorrenza il Green Pass non è necessario, ma serve per treni ad alta velocità e aerei, e quello rilasciato a seguito di tampone negativo dovrebbe bastare.
Non si sa se il governo deciderà di rendere obbligatorio il Green Pass anche per metro o autobus, ma anche in quel caso, eventualmente, dovrebbe essere sufficiente il pass ottenuto con tampone negativo. Il problema è di natura pratica a quanto pare, in quanto sarebbe difficile garantire controlli adeguati per assicurare che non salgano a bordo persone sprovviste del lasciapassare.
La validità dei tamponi sarà ridotta di 24 ore
I non vaccinati potranno continuare ad andare al lavoro utilizzando il Green Pass rilasciato a seguito di esito negativo di tampone antigenico o molecolare, e i costi restano a carico dell’utente. Non solo, la durata del pass potrebbe essere ridotta di 24 ore, il che creerà ulteriore disagio a chi non ha accettato di ricevere il farmaco anti-Covid.
La validità del pass rilasciato a seguito di tampone molecolare con esito negativo potrebbe essere ridotta dalle attuali 72 a sole 48 ore, mentre per il test antigenico la durata passerebbe dalle attuali 48 a sole 24 ore con conseguente impennata dei costi per chi non si vaccina ma ha bisogno di esibire la tessera verde per andare al lavoro.
Obbligo vaccinale anche per forze dell’ordine e personale scolastico?
Quanto alla possibilità che venga introdotto invece l’obbligo vaccinale per tutti, il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ha spiegato che il ministero sta valutando se estendere l’obbligo, attualmente circoscritto a personale sanitario e delle Rsa, anche a tutte le categorie di lavoratori che sono maggiormente esposte al pubblico come forze dell’ordine e personale scolastico.
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