Obbligo vaccinale docenti, la scuola non è pronta. Bisognerà chiamare in servizio “pensionati e studenti”

Scatterà il 15 dicembre l’obbligo vaccinale per tutti i docenti e per il personale ATA nelle scuole italiane, ma la reazione dei sindacati degli insegnanti non può certo definirsi positiva.

Con il decreto Super Green Pass, tra le varie novità, anche quella dell’obbligo vaccinale non solo per tutto il personale che lavora all’interno della scuola, ma anche per le forze dell’ordine. Non è da escludere che tale obbligo, che fino ad ora riguardava solo il personale sanitario e delle Rsa, possa essere ulteriormente esteso fino ad includere anche altre categorie di lavoratori.

Ed è proprio questo che, in modo nemmeno tanto indiretto, chiedono i sindacati docenti. Non solo, il rischio tutt’altro che remoto è che, con l’arrivo dell’obbligo vaccinale per i docenti, le scuole si ritrovino a corto di personale per garantire l’insegnamento, specie in quei territori, in particolare del nord-est italiano, in cui la percentuale di vaccinati è più bassa.

Gli istituti insomma rischiano di ritrovarsi scoperti a partire da metà dicembre, quando a scuola, a parte gli studenti, saranno ammessi solo vaccinati e guariti dal Covid da meno di sei mesi.

Nel frattempo in alcune Regioni si cerca di attrezzarsi per far fronte al disagio, ad esempio in Alto Adige, dove il problema riguarda soprattutto le scuole in lungua tedesca, dove la percentuale di docenti non vaccinati è molto alta, e l’assessore competente, Philipp Achammer sta valutando di chiamare “studenti e pensionati” per sopperire all’imminente carenza di personale docente.

Per la Gilda “l’obbligo vaccinale per soli docenti è una foglia di fico”

Non ha certo espresso soddisfazione per la decisione del governo di imporre l’obbligo vaccinale a soli docenti e personale Ata (oltre che per le forze dell’ordine) uno dei sindacati più rappresentativi del corpo docenti, la Gilda, che critica l’operato del governo guidato da Mario Draghi.

Noi da sempre siamo favorevoli ai vaccini, ma non possiamo tacere che l’obbligo deciso dal governo nei confronti del personale scolastico sia discriminatorio nel confronto con altre categorie lavorative, sia pubbliche che private” dice il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio.

“In questa maniera” dicono dalla Gilda “il governo non sta intervenendo sulle vere cause del contagio nelle scuole: due anni di pandemia non sono stati sufficienti all’esecutivo per intervenire sulle classi affollate, sul tracciamento dei contagi e sul problema dei trasporti, l’obbligo per gli insegnanti è semplicemente una foglia di fico”.

“Viene tolta la libertà di scelta” si lamenta Di Meglio che chiede che “l’obbligo vaccinale ci sia per tutti, studenti compresi, o per nessuno”.

Nelle province di Trento e Bolzano la situazione più precaria

Ma è nelle province di Trento e Bolzano che la situazione si presenta particolarmente complessa, e questo per via delle alte percentuali di personale non vaccinato all’interno delle scuole.

Su La Verità viene proposto un approfondimento riguardante proprio il Trentino Alto Adige, dove il 15 dicembre con l’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale i disagi potrebbero essere ulteriormente accentuati rispetto al resto del Paese, ed in particolare nelle scuole tedesche “dove è concentrato il più alto numero di non vaccinati”.

In tutto “si stima che siano 4.000 su un totale di 19.143 dipendenti provinciali e statali” spiegano su La Verità nell’articolo intitolato ‘Con l’obbligo di vaccino è caos prof. A rischio anche i docenti di sostegno”.

Nello stesso pezzo si parla anche dell’elevato numero di dimissioni dal servizio presentate tra insegnanti e personale Ata, in tutto una ventina, alle quali si aggiungono 58 sospensioni per mancanza di Green Pass. Non solo, si stima che la percentuale di docenti non vaccinati nella scuola sia del 35%.

La soluzione? Per ora ci sono solo delle ipotesi, ed una di queste è quella di chiamare in servizio “pensionati e studenti”. L’idea è dell’assessore provinciale all’Istruzione e cultura tedesca, Philipp Achammer, che ha pensato che potrebbero essere davvero pensionati e studenti a “coprire i buchi” che si formeranno dal 15 dicembre.

D’altra parte l’assessore è consapevole del fatto che “trovare supplenti sarà davvero dura”, come per sua stessa ammissione, ed è ancora lui a sottolineare: “noi proveremo di tutto per non far soffrire i bambini e gli studenti, ma temiamo riduzioni di orario scolastico o di Dad e allora utilizzeremo studenti universitari, futuri insegnanti, ma anche ex professori da poco pensionati che hanno voglia di darci una mano”.

Le carenze di personale nelle scuole italiane e in particolare in quelle del Nord Italia potrebbero riguardare anche gli insegnanti e il personale di sostegno per ragazzi con disabilità e situazioni critiche.

Un allarme questo che arriva in particolare dalla Regione Lombardia, e che viene lanciato dal Movimento genitori Lombardia, del quale fanno parte oltre 400 famiglie con figli disabili, per la maggior parte con problemi di autismo, o con gravi intolleranze alimentari e malattie croniche rare.

Il rischio insomma è che con l’obbligo vaccinale per docenti e personale Ata si causino enormi disagi non solo a quelle persone che, legittimamente, decidono di non vaccinarsi, ma anche agli studenti tra cui ci sono inevitabilmente anche situazioni delicate che richiedono attenzioni particolari.

E si torna quindi al parere espresso dalla Gilda degli Insegnanti, che parla di foglia di fico, e che tenta di indicare altri aspetti che invece continuano ad essere ignorati, come il sovraffollamento delle classi e dei mezzi di trasporto pubblici.

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