L’inflazione continua a salire. La Banca Centrale Russa alza ancora i tassi di interesse portandoli all’8,5%

La repentina crescita dell’inflazione ha indotto la Banca Centrale Russa ad alzare ancora una volta i tassi di interesse. Si tratta del settimo aumento consecutivo il cui scopo dovrebbe essere proprio quello di contrastare il rialzo dell’inflazione, ed ora i tassi d’interesse sono aumentati fino all’8,5%.

Un aumento di un punto che arriva dopo il dato sul rialzo dell’inflazione all’8,14% di novembre con conseguenti possibili ripercussioni sull’economia.

Quello attuale è il tasso di interesse principale più alto dall’autunno del 2017, come la stessa banca centrale russa ha sottolineato in un recente comunicato. “L’inflazione sta aumentando più velocemente di quanto ci si aspettasse” dicono dalla banca centrale ricordando poi i dati di ottobre e novembre, che hanno fatto registrare il picco massimo da 6 anni a questa parte.

Dalla banca centrale russa fanno sapere che “in questo contesto, date le aspettative per un ulteriore aumento, ci sono rischi e ci potrebbe essere una prolungata deviazione verso l’alto dell’inflazione rispetto ai target”.

La Banca centrale russa ha quindi deciso di non escludere ulteriori rialzi anche in futuro, e questo ha subito impattato sul rublo aumentandone la volatilità. La moneta di Mosca scende ora dello 0,2% rispetto al dollaro a 73,89, e sempre dello 0,2% anche rispetto all’euro a 83,71.

Ad infuire non è solo la recente decisione della banca centrale di aumentare i tassi di interesse, ma anche la delicata situazione nello scacchiere internazionale, con i governo dell’Ue preoccupati per la situazione al confine con l’Ucraina ed il recente schieramento di forze armate russe.

Da Mosca però tentano di minimizzare ricordando di avere tutto il diritto di spostare reparti dell’esercito sul proprio territorio nazionale del tutto liberamente.

Intanti gli analisti di Promsvyazbank ritengono che il rublo potrebbe superare quota 74 nel cambio con il dollaro se non vi sono variazioni significative sotto l’aspetto geopolitico. Al tempo stesso tassi più alti rendono più remunerativi gli investimenti in asset russi, anche se da un lato potrebbero avere un impatto negativo sulla crescita economica per via dell’aumento del costo dei prestiti.

“Il rublo rimarrà sostenuto da tassi elevati. Potremmo vederlo rafforzarsi verso la fascia 72-73 rispetto al dollaro prima della fine dell’anno” ha prospettato a Reuters Dimitry Polevoy, capo degli investimenti di Locko-Invest.

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