Nessun obbligo di Super Green Pass per i rifugiati per i mezzi pubblici. In arrivo la circolare del ministero

In Italia bisogna essere vaccinati contro il Covid-19 (o guariti) per poter prendere l’autobus, il treno o la metropolitana, ma non se sei un rifugiato che proviene dall’Ucraina. Questo è quanto stabilirà la circolare del ministero della Salute che il sottosegretario Pierpaolo Sileri ha annunciato nella giornata di ieri, 3 marzo.

I cittadini italiani sono obbligati a ricevere entrambe le dosi di vaccino, e a fare la terza dose eventualmente, per poter prendere i mezzi di trasporto pubblico sull’intero territorio italiano.

Senza super green pass un cittadino italiano al momento non può accedere a bar e ristoranti, non può andare in palestra, al cinema, a teatro, insomma non può prendere parte alla normale vita sociale e soprattutto, se ha più di 50 anni, non può lavorare e non ha diritto ad alcuna forma di sussidio che gli permetta di soddisfare i bisogni essenziali suoi e di un’eventuale famiglia.

Tutto questo vale però solo per i cittadini italiani, e in realtà anche per eventuali turisti che hanno la fortuna di trovarsi in questo periodo nel nostro Paese. Ma non vale a partire dall’entrata in vigore della circolare del ministero della Salute cui ha accennato il viceministro Sileri) per i rifugiati che giungono in Italia dall’Ucraina.

Draghi: “se non ti vaccini ti ammali e muori” ma per Sileri ai rifugiati ora “serve un abbraccio”

“Lo status di rifugiato consente l’accesso alla nostra sanità, oggi o domani uscirà la circolare del nostro ministero, verranno fatte tutte le procedure, compreso il tampone per chi arriva e verrà offerta loro la possibilità di vaccinazione” spiega il sottosegretario Sileri parlando a Rai Radio1.

Il vaccino, stando a quanto le autorità italiane hanno sostenuto fino ad oggi, è indispensabile per essere protetti dal virus, al punto che il presidente del Consiglio Mario Draghi in conferenza stampa mesi fa fu molto chiaro in proposito: “se non ti vaccini ti ammali, muori. Oppure contagi e lui/lei muore, questo è”.

La questione, nella sintesi del premier, appare di carattere meramente sanitario, e viene dipinta come una questione di vita o di morte. Eppure per quei rifugiati che in questi giorni dall’Ucraina raggiungono l’Italia si preferisce adottare un approccio molto diverso che è il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, a spiegare personalmente.

Lo status di rifugiato, ha precisato Sileri “non prevede l’obbligo del Super Green Pass, è chiaro che noi offriremo la vaccinazione ma quello che serve alle persone che giungono da noi ora è un abbraccio”.

A questo punto delle due l’una: o non è vero che “se non ti vaccini ti ammali e muori”, oppure stiamo dando “solo un abbraccio” a dei rifugiati che, non vaccinandosi, andranno incontro a morte certa, e forse non è il modo più responsabile di fare accoglienza.

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