L’Italia può fare a meno del gas russo. Lo studio dell’Enea spiega come risparmiare energia

Mentre la guerra in Ucraina prosegue, con la Russia che continua a condurre l’operazione speciale iniziata il 24 febbraio scorso, l’Europa si accinge ad introdurre il quinto pacchetto di sanzioni contro Mosca, con il quale si va a toccare per la prima volta il settore energetico iniziando dall’importazione di carbone.

Nel frattempo Bruxelles sta valutando la possibilità di un totale imbargo del gas russo, che comporterebbe l’interruzione delle forniture sia attraverso il gasdotto Yamal che il Nordstream. In altre parole in questo scenario l’Europa, e quindi l’Italia, dovrà fare a meno di larga parte del gas su cui conta abitualmente.

Alcuni Paesi, come la Germania e l’Italia, sono esposti più di altri alle conseguenze di un eventuale embargo sul gas russo. Nel nostro Paese secondo le stime di Bankitalia il rischio è quello di una recessione economica lunga due anni, con un’inflazione all’8%, ma altre stime indicano scenari persino peggiori.

È possibile fare a meno del gas russo senza razionamenti?

Per l’Italia sarà molto difficile fare a meno del gas russo che, come evidenziato anche da Nomisma energia, non potrà essere interamente rimpiazzato da quello di altri fornitori nel giro di qualche mese. Il risultato dell’embargo rischia di essere un drastico cambiamento delle abitudini degli italiani, con razionamenti di luce e gas, e bollette con prezzi alle stelle.

Secondo uno studio di Enea, ente pubblico di ricerca che opera nei settori dell’energia, dell’ambiente e delle nuove tecnologie, l’Italia potrebbe però riuscire a cavarsela anche senza il gas russo, e senza ricorrere ai razionamenti.

L’Enea indica nel suo studio un margine di risparmio immediato, e spiega alcuni accorgimenti da adottare per far fronte alla carenza di gas. Il problema, come sappiamo, è che riducendo drasticamente la disponibilità di gas (ricordiamo che l’Italia riceve dalla Russia circa il 40% del gas che importa) rischiano di restare a secco sia le famiglie che le imprese.

Cercare di garantire continuità nel servizio alle prime significherebbe togliere il gas alle seconde, e viceversa. Ma stando a quanto afferma lo studio di Enea una soluzione, diversa dal razionamento, ci sarebbe.

È chiaro che non si può ancora contare sul risparmio energetico derivante dalle migliorie apportate agli edifici nei mesi scorsi anche grazie a forti incentivi come il Superbonus 110%, perché quegli effetti si potranno osservare solo nel lungo periodo mentre la carenza di gas potrebbe verificarsi nel giro di una manciata di mesi.

Cosa dice lo studio di Enea sul risparmio energetico

Dallo studio di Enea emergerebbero però dei margini per ottenere un risparmio energetico immediato. Ne parla Il Sole 24 Ore che cita il lavoro di Nicolandrea Calabrese, responsabile Enea del laboratorio efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano, secondo il quale “se si abbassa di un grado il riscaldamento di casa, una famiglia risparmia in media 118,6 metri cubi l’anno”.

A questo punto non resta che fare un rapido calcolo approssimativo sulla base del quale risulterebbe possibile risparmiare quantità di gas importanti anche nell’immediato. Se si moltiplica infatti il risparmio sopra indicato per 25,7 milioni di famiglie italiane, si potrebbero risparmiare circa 3,05 miliardi di metri cubi di gas.

Ma quanti sono 3,05 miliardi di metri cubi? Sono più o meno l’equivalente di gas che è stato estratto nel 2021 dai giacimenti italiani, che complessivamente si aggira intorno ai 3,3 miliardi di metri cubi.

“Bastano alcuni comportamenti quotidiani per risparmiare fino al 10% sulla bolletta: ad esempio spegnere le luci e il riscaldamento quando usciamo di casa, non aprire le finestre se c’è il riscaldamento acceso e spegnere il pc se non lo usiamo. Importante anche non eccedere con la temperatura nell’abitazione, ovvero oltre i 20 gradi” si legge nello studio di Calabrese dell’Enea.

In questo modo, sempre secondo questo studio, una famiglia italiana potrebbe risparmiare tra il 2 e il 10% di energia “in media si riscontra circa l’8%” spiega comunque l’esperto di Enea.

Insomma basterebbe ridurre gli sprechi, fare attenzione a una serie di accorgimenti, che possono riguardare la doccia, il riscaldamento o il televisore. Viene da domandarsi se, visti i prezzi di gas e luce e la drammatica situazione economica in cui si trova il Paese, buona parte delle famiglie italiane non abbiano già iniziato da tempo ad usare tutti questi accorgimenti e già azzerato tutti gli sprechi.

Questi accorgimenti comunque, secondo lo studio dell’esperto di Enea, permetterebbero di risparmiare circa 5,8 miliardi di metri cubi di gas l’anno. E non ci sarebbe nemmeno bisogno di imporre razionamenti.

I Paesi europei ancora divisi sull’embargo sul gas russo

Ma quante sono le probabilità che in Italia ci si ritrovi da un momento all’altro a dover fare a meno del gas russo? A quanto pare sono piuttosto alte, visto che l’Europa, come accennato in apertura, ha già fatto scattare il quinto pacchetto di sanzioni contro Mosca, un pacchetto che questa volta tocca anche il settore energetico con il carbone.

Per quanto riguarda l’embargo del gas però i Paesi europei sono divisi, mentre alcuni esperti si mostrano sempre più convinti che sia un passo che bisogna assolutamente compiere.

Ne parla nel corso di un’intervista a Money.it Elio Calcagno, ricercatore del programma Difesa dell’Istituto Affari Internazionali (Iai), che ha commentato la strategia adottata dall’occidente la quale si basa su sanzioni contro Mosca, e invio di armi all’Ucraina.

“Senza l’invio di armi l’Ucraina si troverebbe in una situazione sempre più precaria” evidenzia Calcagno “nel conflitto che stanno vivendo le munizioni finiscono velocemente” e con esse finirebbe anche il conflitto, verrebbe da far notare all’esperto, che infatti non si sofferma su quali sarebbero per il popolo ucraino gli enormi vantaggi derivanti dalla fine della guerra.

Sembra tuttavia che la guerra non debba terminare, non con il raggiungimento degli obiettivi della missione russa se non altro, e quindi si deve andare avanti con sanzioni contro Mosca e invio di armi all’Ucraina.

E tornando alle parole di Elio Calcagno, l’esperto evidenzia che “con le armi occidentali gli Ucraini riescono ad abbattere gli aerei russi. Sull’invio di carri armati i Paesi sono divisi. C’è chi teme che se un carro armato proveniente da un Paese occidentale ne abbatte uno russo, il Cremlino potrebbe considerare quel Paese coinvolto nel conflitto. Per quanto riguarda le sanzioni, finché si compra energia dai russi la situazione è paradossale” conclude l’esperto.

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