Istat, cresce il numero degli occupati, soprattutto donne e giovani. Ed è record di lavoratori precari

L’Istat ha pubblicato in questi giorni i dati riguardanti i livelli di occupazione raggiunti nel mese di marzo 2022, e ne è emerso un quadro apparentemente confortante in considerazione della grave crisi energetica, dell’aumento dell’inflazione e delle prospettive economiche legate agli effetti delle sanzioni imposte contro la Russia nel contesto della crisi ucraina.

Nel mese di marzo 2022, secondo quanto emerge dai dati ufficiali Istat, il mercato del lavoro in Italia gode tutto sommato di buona salute, se non altro per quelli che sono i bassi standard cui siamo abituati.

Il dato più eclatante, specie in questo contesto di grave crisi determinato dalla gestione dell’emergenza Coronavirus prima, e dalla gestione della crisi ucraina poi, è quello che evidenzia livelli di occupazione in Italia superiori al periodo pre Covid.

Istat: occupazione marzo 2022 oltre i livelli pre Covid

I dati dell’Istat indicano che il numero complessivo degli occupati in Italia ha raggiunto il suo massimo superando il livello pre pandemia. A marzo 2022 infatti si raggiunge il picco di 23.400.000 occupati, con i lavoratori a tempo indeterminato che sono in aumento di 103 mila unità rispetto a febbraio, i lavoratori a termine in aumento di 19 mila unità, e i lavoratori autonomi in diminuzione di 41 mila unità.

Un dato che sembra dipingere una situazione complessivamente persino migliore di quella del periodo pre pandemia, ma che stride fortemente con il dato relativo alla povertà assoluta.

È sempre l’Istat ad indicare intorno ai 5,6 milioni il numero di persone che si trovano in condizioni di povertà assoluta in Italia nel 2021, cifra che ricalca quella del 2020, ma che indica anche un aumento di circa 1 milione rispetto al 2019 (periodo pre Covid) quando le persone in condizioni di povertà assoluta erano 4,6 milioni.

Per quel che riguarda il mercato del lavoro in Italia, notiamo comunque che cresce soprattutto il numero dei lavoratori precari, che salgono a quota 3.159.000 e toccano così il livello più alto dal 1977, data in cui si è iniziato a registrare le serie storiche. Se a marzo 2022 i lavoratori a tempo indeterminato sono 312 mila in più rispetto al mese di febbraio, i lavoratori precari sono 430 mila in più.

Tra i nuovi occupati in Italia soprattutto donne e giovani

I livelli di occupazione nel mese di marzo 2022 in Italia sono cresciuti soprattutto per via dell’aumento del numero di donne e giovani che hanno iniziato a lavorare. Le donne occupate risultano infatti 85 mila in più rispetto al mese di febbraio, e 442 mila in più facendo il raffronto con lo stesso periodo dell’anno precedente.

Abbiamo quindi secondo l’Istat un aumento del tasso di occupazione femminile fino al 51,2%, in crescita di 0,5 punti percentuale sul mese di febbraio e di 2,9 punti percentuale sul mese di marzo 2021. Complessivamente le donne occupate risultano essere 9 milioni 776 mila, e dai dati emerge che l’incremento riguarda soprattutto le donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni.

Dai dati Istat emerge anche che la disoccupazione è in calo, infatti nel mese di marzo la percentuale di persone che cercano lavoro ma non lo trovano è diminuita dall’8,5% di febbraio all’8,3% di marzo, arrivando così ai livelli del 2010.

Si rileva nel confronto con il mese di marzo 2021 una flessione dei livelli di disoccupazione dell’1,8%, e osserviamo al contempo un aumento del numero di occupati di 81 mila unità rispetto al mese di febbraio, che diventano 804 mila in più se si fa il confronto con il mese di marzo 2021.

Nel complesso il tasso di occupazione, vale a dire le persone che lavorano sul totale di quelle in età lavorativa, cresce fino al 59.9%, che è il valore più alto registrato in Italia dal 2004.

Gli inattivi invece, cioè le persone che non hanno un lavoro e hanno rinunciato a cercarne uno, di età compresa tra i 15 ed i 64 anni diminuiscono di 72 mila unità. Abbiamo infatti un calo del tasso di inattività che dal mese di febbraio al mese di marzo scende di 0,2 punti percentuale arrivando al 34,5%. In tutti gli inattivi risultano 747 mila in meno nel confronto con il mese di marzo 2021.

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