Elon Musk ufficialmente proprietario di Twitter fa pulizia dei vertici della censura

Elon Musk è ormai ufficialmente il nuovo proprietario di Twitter, il social network noto per aver avuto, specie negli ultimi anni, la mano piuttosto pesante per quel che riguarda la censura dei contenuti.

Ma soprattutto è apparso evidente, in particolare nel periodo delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti, come il social network dell’uccellino fosse politicamente orientato a favore dei Democratici.

L’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk però non è andata esattamente liscia come l’olio, anzi. Il miliardario sudafricano si è ritrovato a dover affrontare una causa legale proprio per via del mancato raggiungimento dell’accordo sull’acquisto del noto social network, salvo poi prendere la difficile decisione di acquistare effettivamente Twitter.

Il 28 ottobre 2022 il team dei legali di Elon Musk ha ufficialmente chiesto al tribunale del Delaware di fermare il procedimento nei confronti del proprio cliente affermando: “ieri sera Elon Musk e Twitter hanno chiuso la transazione secondo il contratto stipulato il giorno 25 aprile 2022″.

Il completamento della transazione per l’importo inizialmente concordato di 45 milioni di dollari ha quindi reso Elon Musk il nuovo proprietario di Twitter, e questo ha innescato tutta una serie di cambiamenti per il social network, con la rimozione immediata di diverse figure che hanno ricoperto un ruolo di primo piano nella censura dei contenuti.

Com’è finita la causa di Twitter nei confronti di Elon Musk

La causa era stata intentata nei confronti di Elon Musk in quanto il patron di Tesla si era rifiutato di pagare la somma pattuita per l’acquisto di Twitter in quanto alcune specifiche aziendali gli sarebbero state taciute al momento dell’acquisto.

Elon Musk lamentava in particolare che il valore di Twitter era di gran lunga inferiore a quello pattuito per l’acquisto, pari a 45 milioni di dollari, in quanto il social network è poi risultato pieno di bot e di profili falsi. A seguito di una richiesta di chiarimenti senza alcuna risposta da parte di Twitter, Musk aveva deciso di sospendere l’acquisizione per investigare più a fondo.

La compagnia ha quindi fatto causa al miliardario chiedendo che rispettasse l’accordo iniziale e provvedesse al pagamento della somma pattuita.

Ed eccoci al 28 ottobre, a pochi giorni dalla prima udienza, con Musk che insieme al suo team di legali decide di completare la transazione nonostante tutto. Al tempo stesso il miliardario si è dichiarato ben lontano dall’essere soddisfatto e nei giorni seguenti ha dato una bella ripulita all’azienda partendo proprio dai vertici.

Licenziati i vertici della censura di Twitter

Nella giornata di giovedì Elon Musk ha iniziato a fare pulizia su Twitter, e ha licenziato diversi dirigenti tra cui anche il Ceo Parag Argwal e Vijana Gadde, capo della sezione legale.

Sia il primo che il secondo sono noti per le loro politiche di censura facile, e hanno dovuto lasciare i propri uffici a seguito della decisione di Elon Musk. La Gadde inoltre non solo è una nota attivista del partito democratico, cui nel tempo ha donato ingenti somme di denaro, ma è al tempo stesso conosciuta come “colei che bannò permanentemente l’account di Donald Trump”.

Non a caso Musk aveva in più occasioni dichiarato di non aver fiducia nella dirigenza di Twitter e nelle sue politiche restrittive. Ma dopo l’acquisto, e dopo una bella ripulita ai vertici dell’azienda, Musk ha twittato che l’uccellino blu è tornato di nuovo libero.

Twitter non era una libera piazza, ma uno spazio per l’espressione di pensieri allineati, o comunque compatibili, con quello democratico, e aveva un chiaro orientamento progressista divenendo luogo di propaganda e di censura per molti.

Gran parte degli utenti di area conservatrice si sono infatti ritrovati più volte con l’account sospeso o addirittura chiuso in maniera permanente.

Twitter non si limita ad attaccare solo la libertà di espressione in quanto tale, ma così come accade anche con Facebook, gioca un ruolo chiave nel modellare il discorso politico. Sia l’uno che l’altro hanno infatti impedito che la vicenda che ha visto protagonista il figlio di Joe Biden, Hunter, e del suo laptop, venisse alla luce a ridosso delle elezioni presidenziali del 2020.

A mettere la firma al provvedimento con cui si impediva la condivisione di un link del New York Post che trattava dei file contenuti nel computer di Hunter Biden fu infatti proprio la Gadde.

Nasce il Consiglio per la moderazione dei contenuti di Twitter

Elon Musk ha quindi avviato i lavori per la creazione di un consiglio composto da persone di diversi orientamenti politici e opinioni che si occuperà del problema della censura su Twitter.

Musk ha fatto sapere che nessuna decisione importante sarà presa prima che il consiglio si sia riunito, e la stessa cosa sarà valida anche per il ripristino degli account bloccati.

Non poteva che esserne soddisfatto l’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha commentato con queste parole la linea del miliardario sudafricano: “sono molto felice che Twitter sia ora in mani sicure e che non sarà più gestito dalla sinistra radicale completamente fuori di testa, nonché da maniaci che tutto hanno a cuore tranne il nostro Paese”.

“Twitter ora deve liberarsi dai bot e dagli account falsi che hanno danneggiato il social in maniera così impattante. Sarà più piccolo ma anche molto meglio” ha aggiunto ancora Donald Trump.

E per quanto riguarda Trump, sono in molti a chiedersi se ora che è stata fatta pulizia nei vertici della compagnia farà il suo ritorno su Twitter. Ci si chiede se il consiglio appena creato da Musk riaprirà il suo account oppure no, e se Trump tornerà ad utilizzare Twitter dal momento che ora ha il suo social network Truth.

La domanda è stata evidentemente rivolta anche allo stesso Elon Musk, il quale ha pubblicato un post su Twitter con il quale afferma: “se guadagnassi un dollaro per ogni volta che qualcuno mi chiede se Trump tornerà su questa piattaforma, Twitter sarebbe una miniera d’oro”.

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