Il mercato immobiliare sta per esplodere a causa del cambiamento climatico? Uno studio allarma gli investitori

A distanza di oltre un decennio dal crollo dei mutui statunitensi, un pericolo che ha minacciato di ledere in maniera irreversibile il sistema finanziario internazionale, c’è un pericolo ancora più grande che potrebbe profilarsi all’orizzonte.

Ad affermarlo è Dave Burt, amministratore delegato della società di ricerca sugli investimenti DeltaTerra Capital, non nuovo a previsioni nefaste, ma corrette: è infatti stato uno dei pochi scettici a riconoscere che il mercato immobiliare era sull’orlo del collasso nel 2007.

Ebbene, ora Burt ritiene che un rischio climatico trascurato potrebbe far sì che la storia si ripeta, e con danni ancora maggiori. In particolare, Burt ha affermato che una ricerca di DeltaTerra Capital suggerisce come il 20% delle case statunitensi abbia una “significativa esposizione” a un problema di errata valutazione a causa del rischio di alluvione. Se si dovesse realizzare, le conseguenze potrebbero assomigliare alla straordinaria correzione registrata durante la crisi finanziaria globale.

Pensiamo che questo problema di repricing sia forse un quarto delle dimensioni e della portata della [crisi finanziaria globale] in aggregato, ma ovviamente molto, molto dannoso all’interno delle comunità esposte”, ha detto Burt.

Peraltro, per Burt i problemi stanno già iniziando a manifestarsi. L’esperto afferma che iniziano a farsi piuttosto chiare alcune crepe nei termini del costo delle assicurazioni. Ha infatti notato che la ripresa in Florida dall’uragano Ian è un problema che sta osservando da vicino, perché l’ondata di maltempo ha messo a nudo l’incubo dell’assicurazione contro le inondazioni per i proprietari di case.

mercato immobiliare

Il mercato immobiliare USA è sopravvalutato?

Anche se la maggior parte degli investitori rimane scettica sull’impatto dei rischi climatici sui loro portafogli, un recente studio ha avvertito che il mercato immobiliare statunitense potrebbe essere sopravvalutato di circa 200 miliardi di dollari a causa dei rischi di alluvione non valutati.

L’analisi è stata pubblicata a metà febbraio sulla rivista Nature Climate Change e, redatta tra gli altri da ricercatori dell’Environmental Defense Fund, della First Street Foundation e della Federal Reserve degli Stati Uniti, lo valutazione ha modellato i cambiamenti a livello di proprietà del rischio di inondazioni negli Stati Uniti nei prossimi tre decenni, avvertendo che le famiglie a basso reddito sono particolarmente vulnerabili alla svalutazione del valore delle case.

“La ragione più importante dal nostro punto di vista è che il rischio climatico non è stato inserito nel mercato immobiliare“, ha dichiarato Jeremy Porter, responsabile delle implicazioni climatiche della First Street Foundation. “I costi attuali o le valutazioni delle case non tengono conto della realizzazione del rischio effettivo di alluvione, e questo non tiene conto del fatto che abbiamo un’enorme quantità di sopravvalutazione delle proprietà in tutto il Paese“.

Porter ha poi avvertito che se le persone continuano a non avere informazioni sufficienti sul rischio climatico al momento dell’acquisto della casa, persiste il pericolo che le famiglie possano perdere da un giorno all’altro una parte significativa del valore della loro proprietà.

Attualmente, secondo lo studio, quasi 15 milioni di proprietà statunitensi hanno una probabilità annua dell’1% di subire inondazioni, con danni annui previsti per le proprietà residenziali che superano i 32 miliardi di dollari. Lo studio avverte inoltre che l’aumento della frequenza e della gravità delle inondazioni in seguito all’aggravarsi dell’emergenza climatica potrebbe far aumentare dell’11% il numero di proprietà statunitensi esposte alle inondazioni e far lievitare le perdite medie annue di almeno il 26% entro il 2050.

“Quando si acquista una casa, una delle considerazioni più importanti è il costo della sua manutenzione e credo che molte decisioni importanti vengano prese in base a questo“, ha detto Burt. “In definitiva, fino a quando le persone non avranno buone informazioni su quali saranno i costi legati al clima, creeremo ogni giorno nuovi problemi. Credo che questo sia il nocciolo della questione”.

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