Influencer, la fine di un’era. Qual è la proposta del Codacons?

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Influencer: è la fine di un’era? Ecco qual è la proposta di AgCom per disciplinare chi lavora con i social media!

Negli ultimi anni, il fenomeno degli influencer ha preso d’assalto il mondo dei social media, rivoluzionando il modo con cui si fa pubblicità e si promuovono di prodotti e servizi.

Influencer social media sanzioni
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La verità è che la natura dell’influencer è per l’appunto influenzare la percezione degli utenti social (Instagram, TikTok, YouTube e altri) e orientare il loro comportamento verso un prodotto o un servizio specifico.

L’influenza degli influencer è indiscutibile e milioni di persone li seguono e si fidano delle loro opinioni, anche se spesso derivano da contratti di collaborazione e sponsorizzazione sottoscritti con aziende desiderose di promuovere i loro prodotti o servizi.

Il problema sorge quando tali promozioni non vengono chiaramente indicate come pubblicità, generando così la pubblicità occulta e lasciando credere ai followers che si tratti dell’opinione reale dei loro beniamini.

Influencer: è la fine di un’era?

La pubblicità occulta, intesa come la mancanza di trasparenza nell’identificare i contenuti pubblicitari, è una pratica scorretta e può ingannare i consumatori, violando così i loro diritti e compromettendo la fiducia che ripongono negli influencer che seguono. Inoltre, ciò distorce la concorrenza equa tra le aziende che rispettano le norme e quelle che cercano di sfruttare un vantaggio attraverso pubblicità ingannevole.

Per affrontare questa questione, le autorità hanno introdotto misure severe volte a garantire una maggiore trasparenza e chiarezza nella pubblicità degli influencer sui social media. In particolare, è stata stabilita una sanzione economica significativa per coloro che violano le norme sulla pubblicità occulta.

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Qual è la proposta?

Strizzando l’occhio alla Francia, l’Autorità per le garanzie delle comunicazioni o AgCom ha redatto un documento provvisorio in cui rientrano le sanzioni per gli influencer che non includono una dicitura chiara e riconoscibile che indichi che il contenuto pubblicato è una forma di pubblicità o promozione di un prodotto o servizio.  “Pubblicità”, “ADV”  o “Contenuto sponsorizzato” dovranno accompagnare i contenuti sponsorizzati in modo molto evidente, immediatamente riconoscibile e non nascosta tra altre informazioni o hashtag. Le multe previste per chi viola queste norme possono arrivare fino a 258 mila euro.

Non è tutto. Il Garante ha distinto due categorie di influencer, cercando di disciplinare ogni categoria: coloro che svolgono attività in maniera strutturata con l’obbligo di iscriversi al Registro degli operatori di comunicazione (Roc) e produrre una “segnalazione certificata di inizio attività” (Scia) e coloro che svolgono attività episodica con l’obbligo di comunicare una PEC di contatto.

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