La produzione italiana di gas potrebbe raddoppiare, cosa dice il report di Assorisorse

Assorisorse, l’associazione di Confindustria delle imprese estrattive, ha provato a fare il punto della situazione per quel che riguarda la produzione italiana di gas.

I numeri ci dicono anzitutto che la produzione di gas si è notevolmente ridotta nel corso degli anni, ma Assorisorse spiega che “potrebbe aumentare da 3,3 miliardi di metri cubi nel 2021 a circa 6 miliardi di metri cubi all’anno entro il 2025, e oltre 7 miliardi di metri cubi negli anni successivi”.

Il governo di Mario Draghi aveva in programma proprio di aumentare la produzione nazionale di gas, e il governo di Giorgia Meloni ha confermato di voler seguire la stessa strada anche sotto questo aspetto.

Assorisorse ha spiegato infatti che “senza una serie di interventi tempestivi, la produzione di gas dell’Italia scenderebbe al di sotto di 1 miliardo di metri cubi negli ultimi anni del decennio”.

Quanto gas consuma l’Italia, quanto ne produce e quanto ne potrebbe produrre

L’Italia consuma mediamente 74,1 miliardi di metri cubi di gas naturale l’anno, ma ne produce attualmente meno del 5%. In passato però la produzione era ben maggiore, infatti se torniamo indetro al 2000, venivano prodotti circa 17 miliardi di metri cubi l’anno.

Nel 2020 però la produzione italiana si era ridotta a soli 4 miliardi di metri cubi, e nel 2021, secondo i dati Arera, era calata di un ulteriore -16,7% rispetto all’anno precedente, arrivando quindi a 3,3 miliardi di metri cubi. Di questi, 1,87 miliardi di metri cubi vengono estratti dal mare, e 1,6 da campi che si trovano sulla terraferma.

L’Italia dipende attualmente dalle forniture estere per il 93,5% del gas che consuma, mentre nel 2020 il dato era del 92,8%.

Il ministero della Transizione ecologica, destinato a cambiare nome in Ambiente e Sicurezza energetica, riferisce che l’Italia dispone di riserve di gas metano per circa 112 miliardi di metri cubi tra mare e terra, ma si tratta di risorse che non solo non possono ancora essere sfruttate, ma non sono nemmeno interamente certe.

Solo 45,775 miliardi di metri cubi di gas sono sicuramente presenti nelle riserve italiane di metano, mentre altri 45,901 sono probabili e i restanti 19,912 sono possibili.

Dove si trovano le trivelle attive in Italia

Assorisorse nel suo rapporto spiega che le trivelle attive in Italia sono in tutto una novantina tra terra e mare e sono distribuite sul territorio di 15 Regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana e Veneto. In pratica sono escluse solo Liguria, Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Sardegna.

La stragrande maggioranza dei pozzi (70%) è gestita da Eni, mentre il 16% è gestito da Royal Dutch Shell, e la restante parte da società minori.

Le trivelle che si trovano sulla terraferma sono concentrate in Lombardia ed Emilia Romagna, sulla costa adriatica fino alla Puglia, in Basilicata, in Calabria nella zona di Crotone, ed in varie zone della Sicilia.

A febbraio il ministero della Transizione ecologica ha pubblicato il PiTESAI, cioè il Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, nel quale vengono indicate le aree in cui si puà procedere con le trivellazioni, e quelle in cui non si può.

Per quanto riguarda le trivellazioni sulla terraferma, la maggior parte delle aree dove si può trivellare si trovano nelle Regioni meridionali. Infatti su un totale di 66,2 miliardi di metri cubi di gas, 60,6 si trovano al Sud, 0,8 al centro e 4,8 al Nord.

Per quanto riguarda i giacimenti in mare, si trovano soprattutto lungo la costa adriatica, partendo da Venezia si scende fino al Molise, e poi ve ne sono al largo di Brindisi. Un giacimento si trova di fronte a Crotone, e poi ve ne sono diversi nel Canale di Sicilia, di fronte a Gela.

Per quanto riguarda i giacimenti di gas, le risorse sono più equamente distribuite tra Nord, centro e Sud Italia. Su un totale di 45,4 miliardi di metri cubi di gas, 13,5 si trovano davanti a Veneto e Romagna, altri 12,5 davanti a Marche, Abruzzo e Molise, e i restanti 19,4 davanti a Puglia, Calabria e Sicilia.

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