La sfida della revisione del Pnrr: l’ex Ilva è in bilico?

Ilva Taranto

Il Pnrr va verso la revisione e il governo deciderà il destino dell’ex Ilva: cosa ne sarà del progetto ecologico?

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Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) rappresenta un’importante iniziativa per l’Italia, con l’obiettivo di affrontare le sfide economiche e sociali derivanti dalla pandemia e di promuovere una crescita sostenibile nel paese.

Questo piano strategico, finanziato principalmente dai fondi europei, mira a stimolare gli investimenti in settori chiave, promuovere la transizione ecologica e digitale, nonché a creare nuove opportunità occupazionali.

Adesso l’Italia si trova di fronte a una delicata fase di revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza che potrebbe influenzare in modo significativo il destino di importanti progetti.

La revisione del Pnrr potrebbe considerare nuove iniziative da includere, rivalutando alcuni progetti (che quindi potrebbero essere esclusi per fare spazio a quelli nuovi).  Cosa vorrebbe dire la riscrittura del Pnrr? La revisione del piano porterà i promotori dei progetti esclusi a ricorrere ai fondi europei tradizionali e ritrovarsi ad affrontare procedure amministrative diverse e possibili ritardi aggiuntivi.

Quali saranno i progetti esclusi dal Pnrr?

Non si conoscono ancora quali settori subiranno i tagli a seguito della revisione del Pnrr, ma sicuramente i progetti che potrebbero essere esclusi dal Pnrr diventeranno il fulcro del dibattito in Italia a partire da settembre.

Tra i candidati c’è il finanziamento di un miliardo di euro destinato alla realizzazione di nuovi impianti per la produzione di acciaio “verde” a Taranto, cioè alimentati a metano o idrogeno. Membri del governo osservano che la situazione dei sequestri degli stabilimenti, che riguarda solo la vecchia area di produzione a caldo, complica ulteriormente il quadro decisionale.

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La posizione del sindaco di Taranto

Un’ipotesi presa in considerazione consiste nel trasferimento del finanziamento del progetto per l’acciaio pulito al Fondo Europeo di Sviluppo e Coesione, che rappresenta i tradizionali aiuti provenienti da Bruxelles.

Tuttavia il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, non è d’accordo con questa opzione perché la perdita del finanziamento significherebbe la chiusura dello stabilimento (che da solo produce la metà dell’acciaio prodotto in Italia e dà occupazione a migliaia di persone). Per questo ha già scritto al Ministro delle Imprese, Adolfo Urso, e al Ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, confermando l’intenzione di non rinnovare l’autorizzazione d’impatto ambientale per gli impianti di Taranto in caso di mancato finanziamento del Pnrr.

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