
L’evoluzione dell’intelligenza artificiale sta modificando in modo radicale il panorama di internet, mettendo a rischio interi ecosistemi economici costruiti su modelli ormai obsoleti. Fino a pochi anni fa, milioni di aziende dipendevano dal traffico generato da Google per portare visitatori ai propri siti. Oggi, con l’affermarsi di strumenti come ChatGPT, Perplexity e altre piattaforme AI, l’intero concetto di navigazione online sta cambiando.
Dal traffico organico all’informazione istantanea: cosa sta accadendo
Il motore di ricerca di Google, per decenni il punto di partenza per qualsiasi esperienza online, è sempre meno centrale. Oggi gli utenti vogliono risposte rapide, sintetiche, e contestualizzate, e non hanno più la pazienza (né l’interesse) di aprire dieci schede diverse per trovare ciò che cercano.
A rendere tutto più evidente è l’introduzione delle AI Overviews da parte di Google stesso: una funzione che fornisce riassunti direttamente nei risultati di ricerca, riducendo ulteriormente i clic sui siti. Questo ha già colpito duramente portali di informazione, blog, siti di viaggi e aziende basate sulla SEO: il traffico crolla, e con esso le entrate pubblicitarie e le opportunità di conversione.
Un cambiamento sistemico: non è solo una crisi passeggera
Quello che stiamo osservando non è una semplice flessione temporanea, ma una trasformazione strutturale. L’intelligenza artificiale non sta solo diventando il nuovo strumento di riferimento per cercare informazioni, ma si sta candidando a essere la nuova homepage di internet.
Chi ha costruito il proprio business contando esclusivamente sulla visibilità nei motori di ricerca si trova oggi in difficoltà. I segnali sono chiari:
- Molti siti vedono diminuire la portata organica.
- Alcuni publisher iniziano a nascondere i propri contenuti ai crawler di IA.
- Altri stanno monetizzando i contenuti tramite paywall o modelli a sottoscrizione.
Le mosse strategiche per sopravvivere nel nuovo ecosistema digitale
Davanti a questa rivoluzione, le aziende non possono permettersi di restare immobili. Per continuare a essere rilevanti e redditizie, le strade sono diverse:
- Sviluppare strumenti AI proprietari, offrendo assistenza, contenuti o servizi personalizzati attraverso chatbot, interfacce conversazionali o motori verticali.
- Collaborare con piattaforme AI già esistenti, mettendo a disposizione dati e contenuti in cambio di visibilità e modelli di revenue sharing.
- Diversificare le fonti di reddito, riducendo la dipendenza dalla pubblicità e puntando su prodotti digitali, corsi, consulenze, community a pagamento, newsletter verticali.
- Investire nella propria identità: oggi più che mai, costruire una community fedele e riconoscibile, con contenuti originali e autentici, è l’arma migliore contro l’omologazione automatizzata.
Non è la prima volta che internet cambia pelle, ma oggi il ritmo è più veloce e i margini d’errore sono minimi. L’AI sta ridisegnando le regole, e chi continuerà a giocare secondo i modelli del passato rischia di restare indietro. Le aziende devono essere pronte a sperimentare, innovare e trasformarsi, perché il nuovo internet non aspetta nessuno.
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