
Il settore dell’intelligenza artificiale sta attraversando una fase di espansione vertiginosa. OpenAI, pur non avendo ancora raggiunto la redditività, continua a spendere miliardi per costruire data center dedicati all’IA. L’azienda guidata da Sam Altman ha appena firmato un accordo pluriennale con AMD, che fornirà GPU di nuova generazione e concederà a OpenAI la possibilità di acquisire fino al 10% della società.
Parallelamente, Nvidia, leader assoluto del settore, investirà 100 miliardi di dollari in OpenAI, rafforzando una partnership strategica che segnerà il futuro del calcolo ad alte prestazioni. A questa corsa si aggiungono anche Amazon, Google, Meta e Microsoft, impegnate a costruire giganteschi data center per sostenere la domanda crescente, mentre Oracle ha stanziato 40 miliardi di dollari per acquistare chip Nvidia da destinare al progetto Stargate di OpenAI.
L’euforia dei mercati e il rischio di una nuova bolla tecnologica
Nonostante l’entusiasmo, molti esperti vedono segnali di una potenziale bolla speculativa simile a quella delle dot-com dei primi anni Duemila. Le valutazioni record destano preoccupazione: Nvidia ha superato i 4,5 trilioni di dollari, OpenAI vale 500 miliardi, più della SpaceX di Elon Musk, mentre Microsoft e Google hanno superato i 3 trilioni ciascuna.
Durante l’Italian Tech Week, Jeff Bezos ha dichiarato che stiamo probabilmente vivendo una bolla dell’IA, spiegando che in periodi di grande eccitazione “ogni esperimento viene finanziato, sia le buone che le cattive idee”. Una preoccupazione condivisa anche da David Solomon, CEO di Goldman Sachs, che ha ricordato come ogni rivoluzione tecnologica sia accompagnata da un eccesso di capitali e aspettative spesso irrealistiche.
L’accordo AMD-OpenAI divide gli analisti: innovazione o rischio eccessivo?
L’intesa tra AMD e OpenAI è vista come una mossa audace ma anche rischiosa. Gli analisti sottolineano che i nuovi chip non sono ancora stati prodotti, e che AMD non ha mai realizzato un progetto IA di simile complessità. Secondo Stacy Rasgon di Bernstein, la struttura dell’accordo è “circolare”, con AMD che cede parte del proprio capitale senza ricevere partecipazioni in cambio, a differenza di quanto accade con Nvidia. Questo modello finanziario solleva dubbi sulla sostenibilità del settore, già caratterizzato da un flusso continuo di investimenti incrociati.
L’intelligenza artificiale diventerà onnipresente dopo il 2030
Nonostante i timori di una possibile bolla, molti esperti restano ottimisti sul lungo periodo. Il professor Ram Bala della Santa Clara University ritiene che l’attuale fase di sovracostruzione infrastrutturale sia inevitabile e necessaria, proprio come accadde negli anni Novanta con Internet. “All’epoca solo metà della popolazione mondiale usava la rete, oggi è quasi il 100%. Lo stesso accadrà con l’intelligenza artificiale”, afferma Bala.
Secondo le sue previsioni, il vero punto di svolta arriverà dopo il 2030, quando l’IA sarà integrata in ogni software, servizio e attività quotidiana. Le infrastrutture costruite oggi diventeranno così la base della società digitale del futuro, dove ogni applicazione sarà potenziata da algoritmi intelligenti e sistemi di apprendimento automatico.
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