Nel corso degli ultimi mesi, un algoritmo, noto con il nome in codice “Project Nessie,” ha suscitato grande interesse nell’ambito delle controversie antitrust negli Stati Uniti.
Questo misterioso algoritmo è emerso per la prima volta quando la Federal Trade Commission (FTC) ha accusato la società di Jeff Bezos, Amazon, di violare le leggi antitrust. Tuttavia, i dettagli relativi a Nessie erano stati oscurati nella denuncia pubblica della FTC.
Si afferma che attraverso l’uso di questo algoritmo, Amazon abbia manipolato i prezzi di alcuni dei suoi prodotti, monitorando attentamente le reazioni dei suoi concorrenti. In caso di aumenti di prezzo da parte dei rivali, Amazon manteneva il proprio prezzo invariato. Se, al contrario, i concorrenti mantenevano prezzi più bassi, l’algoritmo di Nessie ripristinava automaticamente i prezzi precedenti.
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Tattiche di manipolazione dei prezzi
Il risultato di questa strategia era duplice: da un lato, Amazon poteva generare profitti aggiuntivi, innalzando artificialmente i prezzi dei prodotti; dall’altro, spingeva i concorrenti a rincarare i propri prodotti, imponendo costi maggiori agli utenti. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, grazie a Nessie, Amazon avrebbe guadagnato oltre 1 miliardo di dollari. Tuttavia, è importante notare che Amazon avrebbe cessato di utilizzare questo algoritmo nel 2019.
Amazon, naturalmente, ha una versione differente della storia. Un portavoce dell’azienda ha dichiarato che il Progetto Nessie aveva uno scopo ben preciso: evitare situazioni in cui i prezzi diventavano così bassi da diventare insostenibili per l’azienda. Inoltre, l’azienda ha sottolineato che questo progetto è stato abbandonato diversi anni fa in quanto non ha ottenuto i risultati sperati.
Il Progetto Nessie, tuttavia, rappresenta solo uno degli aspetti delle accuse di antitrust rivolte ad Amazon dalla FTC. Nel settembre scorso, la FTC ha presentato una denuncia che includeva una serie di altre pratiche che, secondo l’agenzia, avrebbero contribuito a mantenere illegalmente la posizione dominante di Amazon nel settore dell’e-commerce.
Pratiche di monopolio?
Tra queste pratiche, vi è la penalizzazione delle inserzioni, un meccanismo con cui Amazon dissuade i venditori dal proporre i loro prodotti a prezzi più bassi su piattaforme concorrenti.
La FTC sostiene inoltre che i venditori si sentono costretti ad utilizzare il programma logistico di Amazon per poter partecipare al programma Prime di Amazon, e che sono costretti ad acquistare pubblicità su Amazon.com per raggiungere un vasto pubblico di clienti. Amazon, dal canto suo, afferma di essere “un partner fidato” per milioni di venditori perché fornisce “l’insieme di servizi più efficace per creare attività fiorenti e di successo” e ha “investito miliardi di dollari per aiutare i venditori”.
Quindi, il Progetto Nessie e le accuse antitrust contro Amazon sollevano interrogativi significativi sul ruolo dell’azienda nell’ambito della concorrenza e delle pratiche commerciali.
Mentre Amazon difende le sue azioni come misure necessarie per garantire la stabilità dei prezzi e il successo dei venditori, la FTC e altri critici sostengono che queste pratiche abbiano un impatto negativo sulla concorrenza e sui consumatori. La vicenda continua ad attirare l’attenzione e solleva importanti questioni legali e regolamentari nel panorama dell’e-commerce e oltre.
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