Prezzo della pasta ancora in aumento: cause e possibili soluzioni

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Penne ai funghi porcini (Pexels) - Borsainside.com

Il prezzo della pasta, uno degli alimenti di base della dieta italiana, è aumentato in modo impattante negli ultimi anni, creando preoccupazione e sfide per le famiglie italiane.

Secondo l’analisi condotta da Altroconsumo, importante associazione per la tutela dei consumatori, il prezzo della pasta è aumentato del 6% rispetto al 2022 e del 32% se confrontato con il 2021.

L’analisi di Altroconsumo sull’aumento del prezzo della pasta

Secondo l’ultima analisi di Altroconsumo, il prezzo medio della pasta è aumentato del 6% rispetto all’anno precedente, raggiungendo una media di 1,69 euro al chilo a giugno 2023. Se, invece, si considera un confronto con il prezzo del 2021, l’incremento raggiunge addirittura il 32%. Questo incremento significativo ha un impatto diretto sulle spese delle famiglie italiane, rendendo sempre più difficile bilanciare il budget alimentare.

Quali sono le cause dell’aumento del prezzo della pasta

Diverse ragioni hanno contribuito all’aumento del prezzo della pasta. Innanzitutto, fattori climatici, come siccità, alluvioni o gelate, possono influenzare la produzione di grano duro, una delle principali materie prime per la pasta.

Questi eventi climatici estremi possono ridurre la resa dei raccolti e aumentare i costi di produzione, incidendo direttamente sul prezzo finale del prodotto.

Un altro fattore da considerare è l’aumento dei costi di trasporto. Il prezzo del petrolio e i costi di trasporto hanno avuto un’escalation negli ultimi anni, influenzando anche i prezzi dei beni alimentari. Poiché la pasta è un alimento di base che deve essere distribuito in tutto il paese, un aumento dei costi di trasporto può impattare notevolmente il prezzo finale al consumatore.

Inoltre, le fluttuazioni dei tassi di cambio internazionali possono incidere sui prezzi delle materie prime importate, come il grano duro, che potrebbe essere importato da altre nazioni. I cambiamenti economici e politici nei paesi fornitori di materie prime possono quindi avere un effetto notevole sul prezzo finale della pasta sul mercato italiano.

La situazione delle promozioni e dei Discount

Altroconsumo ha osservato che le promozioni sulla pasta sono diventate meno convenienti rispetto al periodo precedente alla pandemia. Nel primo semestre del 2023, il risparmio medio ottenuto dalle promozioni è stato del 17%, rispetto al 21% prima dell’emergenza sanitaria.

Ciò potrebbe indicare che i produttori e i rivenditori stanno cercando di recuperare le perdite subite durante la pandemia, incidendo sui prezzi promozionali.

Tuttavia, un segnale positivo arriva dai discount, dove i prezzi della pasta sono rimasti competitivi. Nel primo semestre del 2023, il risparmio medio nell’acquisto di prodotti a marchio del distributore è stato del 38%. Questo potrebbe essere un’opzione per i consumatori che desiderano risparmiare sull’acquisto della pasta senza rinunciare alla qualità.

Possibili soluzioni per affrontare l’aumento del prezzo della pasta

Insomma, la pasta costa sempre di più, ma ci sono alcune misure che sia i consumatori che i produttori possono iniziare ad adottare per fronteggiare tale aumento.

Da un lato, i consumatori possono cercare di adottare abitudini di acquisto oculate e cercare promozioni o offerte presso i discount. Inoltre, supportare prodotti locali e di stagione può aiutare a ridurre la dipendenza da materie prime importate e, di conseguenza, contenere i costi di produzione.

Dall’altro lato, i produttori potrebbero investire in tecnologie sostenibili e ridurre l’impatto ambientale della produzione di pasta. Ciò potrebbe garantire una maggiore stabilità nella produzione di grano duro e contribuire a contenere i prezzi.

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