Prorogato il taglio delle accise sulla benzina, ecco fino a quando resterà in vigore lo sconto

Il primo decreto Aiuti del governo guidato da Giorgia Meloni si concentra sulla questione rincari, ed in particolare va ad intervenire sui costi dei carburanti con la proroga del taglio delle accise.

La squadra di governo sta ancora lavorando su altre misure a sostegno di famiglie e imprese che dovranno essere inserite sempre nel decreto Aiuti che è tuttora “in corso di perfezionamento”.

Stando a quanto emerso nelle scorse ore, il decreto Aiuti quater che il nuovo esecutivo sta mettendo a punto conterrà anche crediti d’imposta a favore delle imprese ma anche il taglio delle accise sui carburanti fino a fine anno.

Le conferme le troviamo nella stessa Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (Nadef), in cui il ministero del Tesoro sottolinea che “il governo ha deciso di confermare l’obiettivo di deficit per il 2022 del Def e di utilizzare il restante spazio di bilancio, quantificabile in poco più di 9 miliardi, in larga parte a copertura di nuove misure di mitigazione del costo dell’energia”.

Non vi sono dubbi quindi per quel che riguarda lo sconto sui carburanti, che permetterà a tutti i contribuenti di continuare a beneficiare del taglio delle accise del 30% almeno fino al 31 dicembre 2022.

Ma vi sono altre novità in arrivo per quel che riguarda gli interventi del governo Meloni volti a ridurre l’impatto dei rincari su famiglie e imprese, e nell’ambito della crisi energetica.

Il gas stoccato potrà essere rivenduto nel 2023 a prezzi meno svantaggiosi

Il governo di Giorgia Meloni coi primi provvedimenti non intende intervenire solo sulla questione delle accise sui carburanti, con la proroga fino a fine 2022, ma anche su altri fronti, a cominciare dalla questione del gas, e quindi dal problema della vendita delle scorte negli stock.

Per quanto riguarda infatti le riserve di gas accumulate in questi mesi anche grazie alle temperature ben più alte della media stagionale, il governo ha deciso di disporre la copertura degli effetti finanziari degli acquisti effettuati nei mesi scorsi dal Gestore dei servizi energetici per 4 miliardi di euro, rimuovendo la previsione di legge che il gas acquistato dal Gse debba necessariamente essere venduto entro la fine del 2022.

Questa misura “consentirà di rivendere in seguito il gas a prezzi meno penalizzanti per la finanza pubblica”. In altre parole essendo stato rimosso il vincolo che imponeva la vendita entro la fine dell’anno il gas potrà essere rivenduto anche successivamente a prezzi più convenienti, vista la previsione dell’innalzamento dei prezzi della materia prima per l’inizio del 2023.

A questa ipotesi viene fatto un accenno anche nella Nadef, dove leggiamo che “poiché la recente caduta del prezzo nazionale del gas potrebbe essere temporanea, ciò consentirà di rivendere in seguito il gas a prezzi meno penalizzanti per la finanza pubblica anziché cristallizzare immediatamente le relative perdite. I proventi attesi in base ai prezzi a termine del gas saranno percepiti e contabilizzati nel 2023”.

Non dimentichiamo poi che il governo, sempre nell’ambito della gestione della questione del gas, ha autorizzato nuove trivellazioni per estrarre la materia prima nell’Adriatico.

Disoccupazione 2023: calo previsto dello 0,1%

Per quanto riguarda invece il mercato del lavoro, il governo di Giorgia Meloni prevede per il prossimo anno un lieve calo della disoccupazione. Nella Nadef leggiamo infatti quanto segue:

“Sul fronte del mercato del lavoro, a settembre l’occupazione ha ripreso a crescere e il tasso di disoccupazione è risultato pari al 7,9%, invariato rispetto ad agosto e al minimo dal 2009 ad oggi. In risposta alla prevista perdita di slancio dell’attività economica, la dinamica dell’occupazione è stata corretta lievemente al ribasso nel 2023. Ciononostante, anche in ragione degli andamenti della forza lavoro, la previsione del tasso di disoccupazione viene rivista lievemente al ribasso rispetto alla Nadef di settembre nel 2022 (8,1%, -0,1 punti percentuale) e viene confermata all’8,0% nel 2023, al 7,7% nel 2024 e al 7,5% nel 2025”.

Quarto trimestre 2022 Pil negativo

Nel Nadef viene affrontato naturalmente anche l’aspetto macroeconomico, e in particolare si prevede una frenata del PIL per l’ultimo trimestre 2022.

Nel documento leggiamo infatti che “le valutazioni interne più aggiornate prospettano una variazione negativa del Pil per l’ultimo trimestre dell’anno, che risulterebbe da un arretramento congiunturale del valore aggiunto dell’industria e da un rallentamento della crescita dei servizi”.

Nella Nadef viene quindi indicata una crescita dell’economia del Bel Paese intorno al 3,7% per il 2022, mentre l’Istat aveva indicato una crescita acquisita del 3,9%, laddove con crescita acquisita si intende quella che si avrebbe con una variazione del Pil nell’ultima parte dell’anno pari a zero.

Il governo Meloni prepara nuovi interventi nel campo dell’energia

Per i prossimi mesi il governo guidato da Giorgia Meloni prevede di intervenire per affrontare la questione energetica e in particolare i rincari sulle bollette di famiglie e imprese italiane.

Non si escludono quindi nuovi “interventi di calmierazione delle bollette e di aiuti a imprese e famiglie“, stando a quel che scrive il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nella presentazione della Nadef.

Sono infatti previste alcune misure contro i rincari sulle bollette energetiche, e nel documento leggiamo a tal proposito: “l’andamento dei prezzi energetici e il loro impatto su imprese e famiglie saranno monitorati su base continuativa nei primi mesi del 2023. Al più tardi in occasione della predisposizione del prossimo Def, si valuterà se sussista l’esigenza di ulteriori interventi di calmierazione delle bollette e di aiuti a imprese e famiglie, e si definiranno le modalità di finanziamento di tali interventi”.

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